Lo «scoop» storico (vero) contenuto nel secondo romanzo di Francesco Sorti e Rita Monaldi, intitolato «Secretum» ed appena pubblicato in Italia da Baldini & Castoldi
La scoperta
Così desta ancora scalpore lo «scoop» storico (vero) contenuto nel secondo romanzo di Francesco Sorti e Rita Monaldi, intitolato «Secretum» ed appena pubblicato in Italia da Baldini & Castoldi. Sorti e Monaldi sono sicuramente i due scrittori italiani in attività più conosciuti all’estero (i loro libri sono pubblicati in 60 Paesi e 26 lingue diverse), ma fino a poco tempo fa ignoti o quasi alla maggioranza dei lettori del nostro Paese a seguito delle conseguenze personali e professionali seguite alla pubblicazione del loro primo romanzo «Imprimatur», di cui si è occupato a lungo il Corriere della Sera.
«Secretum» si basa sulla scoperta di Sorti e Monaldi (storici veri anche se non accademici) che il testamento di Carlo II di Spagna (Madrid 1661-Madrid 1700) in cui nominava suo erede uno dei Borbone di Francia è un falso. Testamento gravido di conseguenze, non solo perché scatenerà la guerra di successione spagnola, ma perché al giorno d’oggi abbiamo ancora un Borbone (Felipe) che siede sul trono di Spagna, il re di una dinastia che basa la sua legittimità su un documento falso. Lo provano, secondo quanto sostengono Sorti e Monaldi, le perizie di due esperti grafologi e la scoperta di una serie di documenti in materia, in parte inediti. Del resto i due autori sono partiti da fatti storici autentici. Nel novembre 1700 il re di Spagna, Carlo II d’Asburgo, sta morendo senza eredi. La corona spagnola, le cui colonie si estendono dall’estremo Oriente alle Americhe, è il più grande regno dell’Occidente cristiano. Re Carlo sceglie come successore un suo nipote, un Asburgo d’Austria. Quando però viene aperto il testamento arriva la sorpresa: l’erede è un altro, si chiama Filippo d’Angiò e non è un Asburgo d’Austria ma un Borbone di Francia. La Spagna diventa così un satellite della sua rivale, la Francia del potentissimo Re Sole, nonno e protettore di Filippo d’Angiò.
Le altre potenze europee si ribellano e scoppia la tremenda guerra di Successione spagnola (1700-1714), che semina morte e distruzione nell’intero continente e spiana la strada verso il mondo moderno: l’Inghilterra vittoriosa si impadronisce delle colonie americane, che poi confluiranno nel Commonwealth; la Francia ridotta in miseria entra nella crisi che porterà alla rivoluzione del 1789. Monaldi e Sorti, insospettiti dalla storia del testamento, hanno sottoposto il documento all’esame di due grafologi, uno di Napoli e uno di Verona, entrambi consulenti di tribunale. I due periti, pur lavorando l’uno all’insaputa dell’altro, sono pervenuti alle stesse conclusioni: la firma del testamento con le parole «Yo el Rey» («Io, il Re») è falsa, perché incompatibile con le condizioni in cui si trovava Carlo II quando sottoscrisse le sue ultime volontà. La firma è stata vergata infatti da un individuo in posizione eretta e in buona salute, mentre il sovrano moribondo era tormentato da gravissimi disturbi cronici, nonché immobilizzato a letto. «La svolta subita dal mondo dopo il testamento di Carlo - commentano i due autori - è quindi in realtà dovuta ad una frode. E soprattutto, tutti i re di Spagna successori di Filippo d’Angiò, compresi Juan Carlos e l’attuale re Felipe, sono privi di legittimità». Le perizie sulla firma falsa di Carlo II sono state depositate in originale da Monaldi e Sorti presso uno studio notarile di Vienna, il cui indirizzo è indicato nelle note finali di «Secretum», e chiunque ne può ricevere copia autenticata per posta facendone domanda.
Il romanzo
Come spiegano gli stessi Sorti e Monaldi: «I personaggi e le vicende di cui trattiamo sono storici o quantomeno resi verosimili, ma la loro intima essenza è qualcos’altro: è al di fuori del tempo. E stanno lì non per raccontare soltanto una storia circoscritta nel tempo e nel luogo, ma per ripercorrere sottobraccio al lettore un pezzo di strada alla conquista di un paradigma, un pezzo di strada che l’autore stesso ha fatto per primo da solo. Quei personaggi e quelle vicende narrate sono in realtà emanazioni di una mente - quella dell’autore appunto - che ha una sorta di superrealtà davanti a sé, e quella fa vedere. Il quotidiano delle sue rappresentazioni, dei suoi racconti, è una dimensione metafisica che non esiste. L’indagine, la ricerca e l’immaginazione dell’autore conducono il lettore gradatamente, pagina dopo pagina, a pensare che, se non la verità assoluta, almeno un suo riflesso sia davvero attingibile in questo mondo. Tuttavia, nel momento stesso in cui il lettore la sta per cogliere, l’autore gli mostra ch’essa non è reale, bensì è solo uno strumento della sua arte con cui egli mostra al lettore la caducità di quella verità, per sollevarlo poi verso ulteriori livelli di ragionamento».
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