giovedì 20 ottobre 2016

Salute: ecco perché la mela rossa è un antitumorale

I polifenoli del frutto ostacolano la replicazione ed espressione del DNA nelle cellule cancerose


Che la mela rossa sia un concentrato di antiossidanti utili alla salute è noto e da qualche tempo si sa che alcune molecole del frutto hanno anche proprietà antitumorali. Oggi, grazie a una nuova ricerca, è stato scoperto in che modo queste sostanze importanti agiscono sulle cellule malate. A firmare la scoperta, su Scientific Reports, è stato un gruppo di ricerca coordinato dall'Istituto di scienze dell'alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isa-Cnr) in collaborazione con il Dipartimento di chimica e biologia dell'Università di Salerno.


"Da diversi anni è riportato in letteratura che il succo di mela ha effetti di prevenzione sul cancro al colon retto, ma non è chiaro il meccanismo molecolare, ossia il modo in cui i polifenoli presenti nel succo operano in funzione antitumorale", spiega Angelo Facchiano, ricercatore Isa-Cnr e tra gli autori del lavoro. "Noi - spiega - abbiamo studiato per la prima volta in modo specifico proprio quali molecole antiossidanti vanno ad agire e su quali specifiche proteine della cellula". Insomma, è stato svelato il 'segreto' nascosto all'interno di uno dei frutti più amati.


I ricercatori hanno analizzato tre tipi di mela - Annurca, Red Delicious, Golden Delicious - per identificare e quantificare i principali composti antiossidanti. I polifenoli della mela ostacolano in particolare la replicazione ed espressione del DNA nelle cellule cancerose del colon, impedendo loro di duplicarsi e di far crescere la massa tumorale. Inoltre, spiega ancora Facchiano, "abbiamo scoperto che le proteine su cui i polifenoli potrebbero agire sono le stesse su cui agiscono alcuni farmaci antitumorali recentemente sviluppati. L'ipotesi, su cui sarà necessario effettuare ulteriori studi, è quindi che alcuni composti presenti nelle mele abbiano un effetto preventivo agendo proprio sugli stessi meccanismi che vengono colpiti dai farmaci".


Sapere che un certo tipo di cellula è il bersaglio a cui mirare "è importante, ma non è sufficiente. Per avere una visione completa e mettere a punto eventuali terapie è necessario conoscere quali sono i meccanismi molecolari e quali proteine sono coinvolte", dice il ricercatore dell'Isa-Cnr. Oltre che di tecniche di chimica analitica, gli esperti si sono avvalsi di bioinformatica e simulazioni molecolari. È stato possibile, cioè, riprodurre al computer un gran numero di 'esperimenti' per individuare quali interazioni avvengano tra i composti antiossidanti presenti nelle mele e le proteine dell'uomo: "una metodologia - conclude Angelo Facchiano - che offre grandi potenzialità e opportunità, tra cui quella di limitare la necessità di esperimenti di laboratorio che richiederebbero l'uso di reagenti costosi e strumentazioni complesse".


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