lunedì 16 gennaio 2017

5 stelle destinati ad aumentare nei consensi

Nonostante la figura invereconda con l’Alde, il M5S non scende nei consensi. Anzi. Il sondaggio di Pagnoncelli lo dava ieri al 30.9 davanti al Pd (30.1%). I sondaggi valgono quel che valgono, ma il dato merita un’analisi.

1. Notizie come la figuraccia da citrulli con Verhofstasdt interessano i malati di politica, ma alla stragrande maggioranza degli elettori fregano un po’ meno di niente.

2. L’informazione canonica, che crivella a prescindere il M5S, non è più decisiva. Altrimenti, se lo fosse, il sì avrebbe vinto col 98%. Sin dal primo V-Day del 2007 funziona così: l’errore grillino diventa tragedia, il disastro piddino diventa facezia. Anno dopo anno, tale tendenza ha finito paradossalmente con il rafforzare i 5 Stelle. Un po’ perché agli under 30 della tivù non frega nulla e un po’ perché, se a parlare male dei grillini sono sempre i soliti Rondolino, ti viene voglia di votarli anche se li odi.

3. Lo dico da dieci anni, pressoché isolato: il consenso che sta attorno a Grillo, sin dai tempi di blog e Meet Up, non è estemporaneo ma duraturo. In altre parole: assai radicato. E non sarà certo una figuraccia ciclopica come quella in Parlamento Europeo a invertire la rotta. Chi vota M5S è, in un certo senso, all’ultima spiaggia. Dà un’ultima possibilità alla politica. Se saltano anche i 5 Stelle, quegli elettori non è che vanno al Pd o alla Lega: smettono di votare.

4. Anche per questo, se pure i 5 Stelle scendessero, non salirebbero né Renzi né Salvini. Soprattutto il primo, quanto di più distante dagli elettori 5 Stelle. Chi scriveva tre anni fa che Renzi avrebbe sabotato i grillini, delirava. Se i 5 Stelle scendono, sale l’astensione. Renzi è la polizza della vita dei grillini, che soffrirebbero di più – non troppo – se il Pd fosse a trazione Emiliano (o simili). Anche Salvini, quel che poteva prendere, lo ha già preso. Idem Meloni. Quanto a Berlusconi, incide sull’elettorato grillino come Vangioni nel Milan.

6. Roger Waters è Dio e Suso è Luce.

7. Il punto precedente non c’entra nulla, ma a scrivere solo di politica mi annoio come niente al mondo. Non so proprio come facciate a parlarne sempre. Che due palle.

8. Da anni si è radicalizzata una tendenza: meglio pasticcioni che disonesti. O se preferite: meglio il nuovo autentico, benché spesso fantozziano, del gattopardismo untuoso di Renzi. Un esempio: ieri le due notizie che più rimbalzavano in Rete erano i congiuntivi disattesi di Di Maio e la conferma di Del Sette al vertice dell’Arma dei Carabinieri. Ora: capite bene che c’è una sperequazione evidente di “dolo”. Di Maio non ne indovina una da mesi tra Pinochet, lobby, mail, Muraro e congiuntivi devastanti, però di lui puoi dire al massimo che ultimamente pare un mix tra Filini e il robot Zed della Carrà: un imbranato, non un disonesto. Dall’altra parte c’è un militare sotto inchiesta (con Lotti), tenuto lì come nulla fosse dal governo Gentiloni. Giusta o sbagliata che sia, la sensazione di molti è la seguente: meglio un nuovo imbranato ma un onesto di un (finto) nuovo smaliziato ma falso. E magari pure disonesto.

9. I 5 Stelle hanno un enorme problema di classe dirigente. Enorme. Se però dall’altra parte hai i Carbone e le Picierno, puoi permetterti di tutto. Persino un Sibilia.

10. No, un Sibilia no. Scherzavo. Sono un zuzzurellone.

11. So bene che “essere onesti” non dovrebbe essere un merito bensì una pre-condizione, ma questo accadrebbe in un paese sano.
Non in un paese dove la politica è da decenni oltre ogni indecenza. Ed è qui che i 5 Stelle passano all’incasso.

12. L’indifferenza del renzismo di fronte alla Waterloo referendaria è un ulteriore regalo ai 5 Stelle. Se perdi e non solo non te ne vai, come avevano promesso Renzi e quell’altra, ma resti pure lì e insisti con gli Alfano & Lorenzin, difficile che poi i tuoi voti crescano.

13. Così, a margine: i 5 Stelle al governo non sono solo la Raggi, che comunque – per quanto a oggi assai deludente – governa una città disastrata da amministrazioni non certo grilline. I 5 Stelle al governo sono pure Pizzarotti (poi epurato: altro errore), Appendino e Nogarin. Non mi pare che stiano facendo male. Raccontare anche questo, in tivù, non sarebbe brutto.

14. Se l’informazione avesse fatto le pulci (ora vere e ora inventate) agli altri partiti come le fa ogni istante al Movimento 5 Stelle, il Movimento 5 Stelle non sarebbe mai nato. E Beppe Grillo farebbe ancora battute su Marisa Laurito e Jovanotti.

Concludendo: finché gli avversari saranno il giglio tragico di Renzi e le noccioline razziste di Salvini, i 5 Stelle potranno continuare a fare più o meno serenamente tutte le cazzate che vogliono.

(Il punto 5 mi stava sulle palle, così l’ho saltato)




http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/15/i-5-stelle-non-scendono-nei-consensi-ecco-perche/3317459/

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