Se non bastasse la secessione territoriale, Barcellona tenta anche quella valutaria. Il Comune della città catalana ha deciso di sperimentare una valuta indipendente per i quartieri che circondano il fiume Besòs, una delle aree più difficili dell’aerea metropolitana
Il progetto era stato annunciato nel 2015 ancor prima dell’elezione del sindaco Ada Colau, un’attivista alleata agli ex indignados di Podemos, e poco era arrivata la SCANDALOSA bocciatura secca della Banca di Spagna: «Un’idea irrealizzabile e sbagliata» aveva detto il vicegovernatore, Fernando Restoy.
Nonostante lo stop preventivo, il Comune è andato avanti e dopo aver studiato il progetto e stanziato 24 milioni di euro, ora fissa una data per l’avvio della sperimentazione: il 2019. Così la Banca centrale è costretta a fissare ancora una volta i paletti: «Qualunque moneta informale, senza un ambito normativo chiaro e senza una supervisione adeguata non è possibile», spiegano fonti dell’istituzioni all’edizione catalana del quotidiano El País....minkiate della banca centrale.....
Per il momento non ci sono molti dettagli, non si sa per esempio se si tratterà di una moneta fisica o virtuale (in questo caso non sarebbe certo il primo esempio). Nemmeno se ne conosce il nome. Quello che è certo è che l’iniziativa, presente nel programma elettorale del sindaco Colau, poco o nulla c’entra con il processo indipendentista in corso in Catalogna. La regione che vuol diventare nazione, infatti, nel suo piano secessionista ha sempre tenuto a precisare l’intenzione di voler restare nell’euro, un desiderio esplicito (fatta eccezione per l’ala dell’ultra sinistra del movimento, la Cup) che si scontra con una certa freddezza in Europa e con l’aperta ostilità della Spagna. Dal 2019, chissà, bisognerà fare i conti anche con la moneta delle borgate di Barcellona
http://www.lastampa.it/2016/11/15/esteri/barcellona-sperimenta-una-moneta-indipendente-per-le-sue-periferie-4B9qIMk2jKEsWz9tqQ7cTN/pagina.html
La sindaca di Barcellona, Ada Colau eletta nel 2015
Il progetto era stato annunciato nel 2015 ancor prima dell’elezione del sindaco Ada Colau, un’attivista alleata agli ex indignados di Podemos, e poco era arrivata la SCANDALOSA bocciatura secca della Banca di Spagna: «Un’idea irrealizzabile e sbagliata» aveva detto il vicegovernatore, Fernando Restoy.
Nonostante lo stop preventivo, il Comune è andato avanti e dopo aver studiato il progetto e stanziato 24 milioni di euro, ora fissa una data per l’avvio della sperimentazione: il 2019. Così la Banca centrale è costretta a fissare ancora una volta i paletti: «Qualunque moneta informale, senza un ambito normativo chiaro e senza una supervisione adeguata non è possibile», spiegano fonti dell’istituzioni all’edizione catalana del quotidiano El País....minkiate della banca centrale.....
Per il momento non ci sono molti dettagli, non si sa per esempio se si tratterà di una moneta fisica o virtuale (in questo caso non sarebbe certo il primo esempio). Nemmeno se ne conosce il nome. Quello che è certo è che l’iniziativa, presente nel programma elettorale del sindaco Colau, poco o nulla c’entra con il processo indipendentista in corso in Catalogna. La regione che vuol diventare nazione, infatti, nel suo piano secessionista ha sempre tenuto a precisare l’intenzione di voler restare nell’euro, un desiderio esplicito (fatta eccezione per l’ala dell’ultra sinistra del movimento, la Cup) che si scontra con una certa freddezza in Europa e con l’aperta ostilità della Spagna. Dal 2019, chissà, bisognerà fare i conti anche con la moneta delle borgate di Barcellona
http://www.lastampa.it/2016/11/15/esteri/barcellona-sperimenta-una-moneta-indipendente-per-le-sue-periferie-4B9qIMk2jKEsWz9tqQ7cTN/pagina.html
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