martedì 10 ottobre 2017

IMPRONTE DIGITALI: uno studio rivela che NON C'E' MODO DI SAPERE SE SIANO UNICHE

Il rapporto dell’Associazione americana per l’avanzamento delle scienze frena sull’uso delle impronte nelle indagini



Le impronte digitali potrebbero non essere più considerate il metodo per distinguere univocamente gli individui. Secondo un rapporto redatto dagli esperti di scienze forense dell’Associazione americana per l’avanzamento delle scienze (Aaas), infatti, non esistono evidenze scientifiche sufficienti per poter affermare che le impronte digitali siano diverse per ognuno


Nel documento si legge che le tecniche per analizzare le impronte digitali “latenti”, cioè quelle visibili, lasciate dai polpastrelli, non rivelano un metodo univoco per associare un corredo di impronte a una persona e non ci sono dati sufficienti per sapere quante persone possono disporre di impronte simili tra loro
 Crolla così il mito dell’identificazione certa degli individui tramite le impronte digitali 

Il parere  
Il professore di statistica Joseph Kadane, che ha partecipato alla stesura del rapporto, segnala: «L’analisi delle impronte digitali è uno dei metodi forensi più utilizzati per l’identificazione». Secondo lui «non esiste un metodo scientifico per stimare il numero di persone che condividono le caratteristiche di una impronta digitale e inoltre non si può escludere l’errore umano durante il confronto»

Di conseguenza, non è possibile associare le impronte a un unico individuo « con una precisione del 100%». Qualche mese fa aveva già dichiarato che le impronte digitali «non sono così infallibili come gli show e i giudici in Tv farebbero credere». 

Alcune soluzioni  
Secondo il report entra in gioco anche il fattore del contesto: i laboratori dell’Fbi, ad esempio, avrebbero adottato procedure di lavoro che tendono a limitare le informazioni in possesso di chi esamina le impronte digitali per ridurre l’influenza

 Il rischio è che si faccia combaciare l’impronta su una scena del crimine con quella di un sospettato perché si è influenzati dall’identità del sospettato stesso

Per questo esistono anche sistemi automatici di rilevazione, che però non sarebbero ancora in grado di confrontare l’impronta sulla scena del crimine con quella negli archivi della polizia

 Il documento si conclude con una nota che segnala, però, la possibilità che «i sistemi di identificazione automatica tramite impronte digitali possono evolvere nel tempo»






http://www.lastampa.it/2017/10/10/scienza/impronte-digitali-la-fine-di-un-mito-uno-studio-rivela-che-non-c-modo-di-sapere-se-siano-uniche-AUghLHy5uiP2nBE5J2JHdL/pagina.html

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