Vi immaginate la deputata M5S Laura Castelli, componente del tavolo tecnico che ha messo a punto il contratto di programma comune con la Lega, volto noto al pubblico dei talk show politici, criticare il capo politico Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista?
Pubblicamente la parlamentare non manifesta mai contrasti con i vertici pentastellati, eppure in privato più di una volta ha espresso il suo disappunto per le scelte e i comportamenti dei big del Movimento
A raccontarlo è un articolo di retroscena di Repubblica, a firma Carmelo Lopapa, che riporta il contenuto di una carteggio via mail che la Castelli ha intrattenuto con Nicola Biondo e Marco Canestrari, due ex fedelissimi di Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, autori del libro rivelazione sul Movimento 5 Stelle ‘Supernova’
Le mail della deputata M5S Laura Castelli anti-Di Maio e anti-Di Battista
A Repubblica Biondo e Canestrari, che hanno deciso di pubblicare i messaggi della deputata, hanno detto:
«Ci siamo chiesti se continuare a coprire una delle tante fonti che ci hanno permesso di scrivere il libro e che sapevamo stesse mentendo, pur essendo un parlamentare della Repubblica. Pare che occuperà ruoli di governo, riteniamo giusto fornire le informazioni in nostro possesso utili a giudicare i comportamenti di un possibile ministro: comportamenti pubblici opposti a quelli privati per fini che, evidentemente, attenevano alla sua personale carriera»
Laura Castelli ha espresso giudizi impietosi sia sui big del M5S che sul loro modo di gestire il Movimento. Su Di Maio ad esempio in quelle mail diceva: «La sua arma vincente è stata quella di escludere dall’assemblea la discussione»
Nel 2015 il vicepresidente della Camera veniva descritto come «ricettore di tutti i gossip e i malumori: racconta una storia interna e raggiungerai il paradiso per sempre, entrando nelle sue grazie»
Sui colleghi grillini: «Lobotomizzati, che non sanno e non vogliono capire bene le dinamiche»
Su Di Battista: «Si infila subito nel gruppo di lavoro di deputati creato dal puro Fico per non lasciarlo solo» e controllarlo
In un’altra frase la deputata, parlando del Movimento, segnalava un «brutto alone di omertà, che poco ha a che fare con l’onestà»
Dalla deputata, candidata a un ministero, dure critiche a Di Maio, Di Battista e Casaleggio. Sui colleghi grillini: "Lobotomizzati"
Una rivelazione rischia di preculdere la strada verso il governo alla pasionaria 5 Stelle (e No Tav) Laura Castelli
La deputata torinese, candidata a un ministero (Infrastrutture o Pubblica amministrazione) è infatti l'autrice di un carteggio di mail molto critiche contro Casaleggio, Di Battista e - soprattutto - Luigi Di Maio. Uno scambio di mail reso pubblico oggi da Nicola Biondo e Marco Canestrati, ex fedelissimi dei vertici grillini e autori di un libro sulla galassia pentastellata (Supernova).
Dai documenti presentati Biondo e Canestrari emerge una posizione molto critica della Castelli nei confronti del capo politico del M5S e di Di Battista
Sarebbe lei, dunque, la "fonte" anonima citata nel libro al capitolo "le parole dell'insider", diverse pagine dedicate proprio all'ascesa del giovane di Pomigliano
"Ci siamo chiesti se continuare a coprire una delle tante fonti che ci hanno permesso di scrivere il libro - dicono gli autori a Repubblica - e che sapevamo stesse mentendo, pur essendo un parlamentare della Repubblica. Pare che occuperà ruoli di governo
Prima che accada, riteniamo giusto fornire le informazioni in nostro possesso utili a giudicare i comportamenti di un possibile ministro:
comportamenti pubblici opposti a quelli privati per fini che, evidentemente, attenevano alla sua personale carriera"
Nelle mail la Castelli (che è stata nel tavolo tecnico per la stesura del contratto Lega-M5s) avrebbe parlato così del capo:
"La sua arma vincente è stata quella di escludere dall'assemblea la discussione"
Gli altri parlamentari, invece, li avrebbe definiti "lobotomizzati, che non sanno e non vogliono capire bene le dinamiche"
Durissimo il commento su Alessandro Di Battista:
"Si infila subito nel gruppo di lavoro di deputati creato dal puro Fico per non lasciarlo solo".
Repubblica rende nota una mail datata 2 settembre 2015
Di Maio viene definito "ricettore di tutti i gossip e i malumori: racconta una storia interna (al M5S, ndr) e raggiungerai il paradiso per sempre, entrando nelle sue grazie"
Il capo politico è l'"invitato d' oro nelle grandi feste del M5S in tutta Italia: gli attivisti non possono fare a meno della star" che "spinge emendamenti o proposte di legge da rivendere nelle piazze e in apparizioni tv".
La Castelli, un tempo nel gruppo degli ortodossi guidati da Roberto Fico ed ora braccio destro di Di Maio, avrebbe anche spifferato le tensioni sorte nei Cinque Stelle dopo la formazione delo Direttorio
Sottolineando il ruolo troppo invasivo della Casaleggio Associati
"Subito dopo la formazione del direttorio - scrive Castelli - Fico ci tiene a sottolineare che il suo impegno rispetto al compito imposto da Milano (cioè dalla Casaleggio, ndr) sarebbe stato quello di rimettere ordine nei meet up
Forma un gruppo di lavoro tra i deputati
Al suo interno si infila subito Di Battista: meglio non lasciare solo il puro Fico"
Le critiche dure sono rivolte al padre, con Grillo, del M5S. Quel Gianroberto Casaleggio scomparso due anni fa e che a un certo punto "prende a comunicare solo con Di Maio, qualunque informazione viene filtrata da lui: non parla più con i deputati, cosa molto grave, non parla con i deputati che ricoprono ruoli per statuto, come capigruppo vice, presidente, tesoriere"
Col tempo, «Gianroberto Casaleggio prende a comunicare solo con Di Maio, qualunque informazione viene filtrata da lui: non parla più con i deputati, cosa molto grave, non parla con i deputati che ricoprono ruoli per statuto, come capigruppo vice, presidente, tesoriere». Scrive di non meglio specificate «richieste deliranti di Milano» (cioè della Casaleggio Associati).
Ma la battuta più significativa è quella che conclude tutto, giocando con una parola che è ritenuta molto importante per il MoVimento 5 Stelle: «Tutto resta negli spifferi delle finestre di Montecitorio, in questo brutto alone di omertà, che poco ha a che fare con l’onestà»
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