Fermi, interrogatori, perquisizioni nelle case e nelle redazioni
La Bielorussia dell’«ultimo dittatore d’Europa» Aleksandr Lukashenko torna a usare il pugno di ferro contro i pochi organi di stampa non asserviti al potere
Tra martedì e ieri, almeno una decina di giornalisti sono stati fermati, molti altri sono stati interrogati dalla polizia e almeno cinque redazioni sono state perquisite
Il motivo di questo giro di vite? Ufficialmente, i reporter si sarebbero serviti di username e password di altri utenti per poter leggere senza abbonarsi le notizie pubblicate dall’agenzia di stampa statale BelTA
Una colpa che, anche se fosse vera, non potrebbe assolutamente giustificare il trattamento che le autorità di Minsk hanno riservato ai giornalisti
Il sospetto è che dietro questi blitz si nascondano in realtà ragioni meramente politiche
Anche il corrispondente tedesco
Tra i giornalisti fermati c’è anche il corrispondente della Deutsche Welle, Pavliuk Bykovsky, la cui moglie Olga è un’attivista del movimento d’opposizione «Per la libertà»
Ma nel mirino degli investigatori bielorussi ci sarebbero soprattutto due testate indipendenti come il giornale online Tut.by e l’agenzia di stampa BelaPAN
A quanto se ne sa, sarebbero finite in manette le giornaliste di Tut.by Maryna Zolatava, Hanna Kaltyghina, Galina Ulasik e Hanna Yermachonak, nonché la reporter di BelaPAN Tatiana Karavyankova
Il ministero degli Esteri di Minsk assicura che l’operazione non sia «assolutamente di carattere politico»
Ma a molti pare evidente il contrario
Ales Beliatsky, presidente dell’associazione per la difesa dei diritti umani Vesna, parla apertamente di «una strategia mirata a limitare lo spazio mediatico bielorusso per sottoporre i cittadini a un’atmosfera di paura, incertezza e disinformazione»
Secondo Igor Yliash, esperto di Bielorussia della tv polacca Belsat, si potrebbe trattare di una manovra condotta in vista di possibili elezioni presidenziali anticipate al 2019
«Negli ambienti professionali - spiega - la si considera un repulisti nello spazio informativo, una caccia agli ultimi media indipendenti»
Lukashenko governa la Bielorussia dal 1994, e in questi 24 anni non ha esitato a sbattere in prigione numerosi oppositori
Ama farsi chiamare «Batka», «piccolo padre», e in effetti è il padre padrone della Bielorussia:
l’unico Stato europeo escluso dal Consiglio d’Europa a causa delle ripetute violazioni dei diritti umani
http://www.lastampa.it/2018/08/08/esteri/blitz-nelle-testate-indipendenti-arrestasti-otto-giornalisti-5MqXL6ChrOLv17vnJGlBkN/pagina.html
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