giovedì 10 gennaio 2019

Ecco perchè Macron è odiato dai francesi: il presidente espressione delle banche


Era l' ottava manifestazione consecutiva
Macron si aspettava lo sgonfiamento per stanchezza e per le vacanze
Niente da fare
Cinquantamila la vigilia della Epifania, dopo che sabato 29 dicembre erano stati 35mila


Il culmine, il simbolo, è stata la ruspa manovrata da operai specializzati, non sfaccendati da divano e molotov

Sia chiaro, non si fa
 Per due ragioni
La prima di valore assoluto:
 la violenza fa schifo, anche quando è mossa da impulsi plausibili

La seconda è di convenienza, e fa sospettare infiltrazioni
Infatti a quella ruspa si è aggrappato come a un salvagente Emmanuel Macron, per salvarsi dal naufragio:
 «È un attacco alla Repubblica», ha detto

Con ciò chiedendo quell' unità repubblicana che gli ha permesso di diventare presidente dal nulla
Era un insipido ministro al servizio del povero Hollande
Lo aveva ingaggiato sperando in un aiuto d' alto bordo, perché il giovanotto ben maritato, è sin da ragazzino espressione delle banche americane e del loro establishment di gnomi sovranazionali

SCALATA AL POTERE
Aveva raggiunto il 22 per cento, sfruttando il solito "incidente giudiziario" del candidato gollista

Arrivato al ballottaggio,
 ha raccattato voti dati senza convinzione, in nome dell' antifascismo atto ad escludere Marine Le Pen dall' Eliseo

Ha creduto di essere presidente di tutti i francesi
Lo hanno ripudiato
È riuscito a isolare la Francia sul piano internazionale e se stesso in casa propria

Il suo gradimento è sceso intorno al 15 per cento
Ma non è che lo si possa recuperare attraverso alleanze universali in parlamento e con i partiti

A tagliargli le gambe è un sommovimento che sfugge alla logica di qualsiasi appartenenza precostituita

I gilet gialli  non sono "lepenisti". Anche, ma di più
Non sono "mélenchonisti" (Mélenchon sarebbe il corrispondente francese di Bertinotti)

Sono un' altra cosa rispetto all' ideologia politica o al ribellismo etichettabile con criteri novecenteschi
Come ogni folla che non ha ancora trovato una regola costituente, di sé conosce e apprezza l' animus pugnandi
E perciò ospita anche quei mascalzoni che sguazzano dovunque ci siano fuoco e fiamme

È cominciato dalla ribellione di una signora del ceto medio-basso. È scesa dalla macchina quando ha sentito alla radio che la manovra progressista ed ecologista di Macron prevedeva l' eliminazione delle centrali nucleari, eliminazione finanziata dal rincaro della benzina

La donna che correva al lavoro dopo aver portato i figli da qualche parte, ha pensato: «Ancora io? Basta così»

 Ed è scesa dalla vetturetta indossando il "gilet giallo", il quale è stato inventato per evitare i pericoli di investimento su strada, prima che li indossassero i ceti medi francesi per prima spaventare e ora travolgere Macron e la gente come lui

Ciò che sorprende è la tenuta della protesta
Il centro della contestazione doveva essere a Parigi, Lione, Rouen e Bordeaux dove erano previsti i punti di raccolta dei manifestanti
 Ma sono stati più numerosi, a pelle di leopardo

Per capire la fluidità colorata del fenomeno, basti dire che interpellati ancora venerdì da un sondaggio 55 francesi su cento desideravano che il movimento insistesse nella protesta

Molto più della sinistra e della destra
Alcuni nuovi slogan segnalano la pluriformità dei cortei.
A Parigi, al Muséee d' Orsay, ecco l' ispirazione anarchica:
 «Ni par Macron, ni par personne, on ne veut être gouvernés! Gilets jaunes contre l' État!» (né con Macron, né con nessuno, non vogliamo essere governati!
Gilets jaunes contro lo Stato!)

Vicino ai Campi Elisi una donna ha scritto:
 «Macron en 2019 tu dégages» (Macron nel 2019 sparisci) Ancora: «Les capitalistes vivent au-dessus de nos moyens» 
(I capitalisti vivono sopra i nostri mezzi)

A Lione, ecco un cartello: «Macron notre lutte sera sans fin», che ricorda lotta continua. Così a Le Mans, compare lo striscione: «La lutte des classes s' habille en jaune» (La lotta di classe si veste di giallo)
Fin qui tutto pare tendere a sinistra o all' anarchia di destra. Poi ecco che un referendum organizzato ufficialmente per intercettare la volontà dei "gilets jaunes" riserva una gigantesca sorpresa
La proposta prima arrivata è quella di abrogare la legge Taubira, quella che in Francia consente il matrimonio e l' adozione agli omosessuali
E qui, chi vuol capire capisca

Noi decifreremmo così:
 non se ne può più dello strapotere economico e culturale delle classi alte, finiamola con il dominio del pensiero unico progressista, che in nome di diritti per pochi, disarticola il reddito e l' identità della gente comune che sgobba e soffre

Macron di certo non afferra il concetto, è una lingua che non ha imparato nei quartieri alti
E si spegne mentre la Francia brucia






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