«Avete i flussi?», chiedeva per prima cosa il capo dell’organizzazione, un 50enne egiziano da una trentina di anni in Italia
Il “flusso” in arabo è il denaro
E quella domanda, ripetuta in ogni conversazione telefonica, ha dato il nome all’operazione condotta in mattinata dalla Guardia di finanza di Seregno, in Brianza, e dalla polizia di Milano che ha portato in carcere, tra gli altri, anche un finanziere che lavorava a Monza e un agente in servizio all’Ufficio immigrazione milanese
Il denaro, a fiumi, serviva per acquistare permessi di soggiorno fasulli per stranieri irregolari:
fino a 5 mila euro a persona, anche a seconda delle disponibilità economiche dell’acquirente
A fare carte false, dichiarazioni di redditi fasulle, sulla base di buste paga per contratti mai firmati, ma anche finti certificati medici o di residenza, un commercialista di Legnano, con lo studio a Milano, arrestato oggi, come pure il capo egiziano dell’organizzazione
A dare il via alle indagini, coordinate dal pm di Monza Salvatore Bellomo, la denuncia di un commerciante egiziano che aveva litigato col connazionale 50enne a capo della rete
Nel corso della discussione l’uomo gli aveva promesso di mandargli in negozio la Guardia di Finanza, e così è stato
Il finanziere-factotum a servizio dell’organizzazione, di lì a poco si è presentato per un controllo
Il negoziante ha così deciso di denunciare l’episodio:
non capiva come mai quel suo connazionale potesse avere un potere di questo tipo
Subito le Fiamme gialle hanno avviato gli accertamenti: intercettazioni telefoniche, pedinamenti e appostamenti, che hanno permesso di ricostruire l’intera rete
A procacciare i “clienti” erano altri tre egiziani, che ora sono finiti ai domiciliari
E dientro le “carte false” c’era qualche volta anche la mano di un messo del Comune di Monza, a cui è stato imposto l’obbligo di dimora
Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Emanuela Corbetta, gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all’ottenimento illegale di permessi di soggiorno, falso, corruzione e abuso d’ufficio
I casi accertati e contestati sono una ventina, ma il dubbio degli investigatori è che ce ne siano molti di più
Difficile anche tracciare e quantificare con precisione il giro di denaro, perché gli scambi avvenivano sempre in contanti o attraverso carte prepagate
Nei casi accertati si parla complessivamente di una somma che si aggira attorno ai 100 mila euro
https://www.lastampa.it/2019/01/15/milano/permessi-di-soggiorno-falsi-a-milano-arrestati-anche-un-poliziotto-e-un-finanziere-mljc2lEmdFwolNVZlZDzwK/pagina.html
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