martedì 19 febbraio 2019

Ennesimo errore giudiziario: 5 anni in carcere per un rapimento che mai ha commesso..

Giuseppe Morelli non ne sapeva niente: 
non sapeva che nel 1979 una farmacista brianzola fosse stata sequestrata e non sapeva di essere stato condannato a 26 anni per quel rapimento
Tanto meno sapeva che la giustizia gli avrebbe potuto, anzi dovuto, concedere una via d’uscita dal carcere e dalle accuse
 Ha saputo tutto all’improvviso: che la polizia di mezza Europa lo cercava mentre lui faceva il pizzaiolo ad Amburgo e che nessuno, secondo la legge italiana, può essere processato all’insaputa

In realtà, nessuno gli aveva dato una spiegazione:
 né su quell’accusa pesantissima che gli pendeva sulla testa, né sull’urgenza di difendersi in tribunale e neppure sulla possibilità che la sua storia giudiziaria potesse riaprirsi
 Anzi, chiudersi definitivamente

Nel lungo elenco delle vittime dell’ingiusta detenzione, che solo nel 2018 ha raggiunto quota 896, ora compare anche il nome dell’anziano pizzaiolo originario della provincia di Salerno che è tornato a vivere in Polonia, come ai tempi dell’arresto

Lo Stato gli dovrà risarcire i 5 anni che ha trascorso in cella da innocente e forse la somma non basterà per ricompensare i danni di salute, la distruzione delle attività economiche faticosamente costruite all’estero e tanto meno la beffa di essere stato vittima di una vicenda giudiziaria che sembra la trama di un film

Dal carcere, Giuseppe Morelli era uscito già lo scorso anno ma soltanto nei giorni scorsi la giustizia italiana lo ha definitivamente proclamato innocente

 C’è voluto il pronunciamento della Corte d’Assise d’Appello di Milano, che in una sola udienza ha riaperto e chiuso il processo a suo carico, perché i reati contestati sono tutti prescritti

 «Sono stati anni terribili, una sofferenza inspiegabile
 Anche oggi che possono dire finalmente di essere un uomo libero continuo a patire, non riesco a ritrovare le forze di ricominciare
 Vivere in un carcere ti sfinisce, dopo cinque anni dietro alle sbarre non riesco più a essere quello di una volta
 Non sono più il Giuseppe Morelli di un tempo
 A questa età forse non ho più il tempo di riprendermi»

 «Nei confronti di quest’uomo era stato compiuto un clamoroso errore giudiziario - raccontano gli avvocati Carlo Figus e Attilio Villa - Durante il procedimento a suo carico, Giuseppe Morelli non ha mai ricevuto alcuna comunicazione e questo ovviamente ha implicato l’annullamento della sentenza

 La condanna, che per i giudici era diventata definitiva e che aveva provocato l’arresto di quello che era considerato un colpevole, non era valida e infatti già nel 2018 la Corte d’Assise di Monza aveva ordinato la scarcerazione

 Ora la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha riaperto il processo concludendo per la prescrizione definitiva»

La storia in cui Giuseppe Morelli si è ritrovato coinvolto inconsapevolmente riguardava il rapimento di Emilia Mosca, 
una farmacista lombarda sequestrata il 27 ottobre del 1979 e liberata dopo quattro mesi ad Appiano Gentile

A tirare in ballo il pizzaiolo era stato un pentito calabrese e così nel 1999 era stato celebrato un lungo processo

 Per un incredibile pasticcio giudiziario, l’avvocato d’ufficio non si mette mai in contatto con il suo assistito, poi rinuncia e non viene mai sostituito, per cui gli atti del processo finiscono in uno studio legale che non se ne occupa

 Di fatto, accade che nel 1999 il cuoco campano viene condannato a 26 anni mentre gli altri indagati vengono tutti assolti

 Scatta la rogatoria internazionale e Giuseppe Morelli si ritrova in manette
 «Inutile raccontare che per 5 anni, tutti passati in una cella di tre metri per tre, la vita si è fermata
 Ho pensato più volte di suicidarmi, ma se è vero che la giustizia ha commesso un grave errore nei miei confronti, è altrettanto vero che alla fine ci ha messo una pezza
 Ora però è tutto diverso
 La ferita rimarrà aperta per sempre»







https://www.lastampa.it/2019/02/19/italia/cinque-anni-in-carcere-per-un-rapimento-che-non-ha-mai-commesso-ora-chiede-giustizia-QUjcaPeOtuNKlphZfUwaaL/pagina.html

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