lunedì 18 marzo 2019

Asti-Cuneo: l’autostrada che finisce nel nulla, doveva esser finita 25 anni fa.. e vogliono fare la TAV

Ogni volta che volge lo sguardo verso Nord il sindaco di Cherasco Claudio Bogetti cerca di non farlo scivolare troppo in basso, giù dalle colline dove nascono vini pregiati, germogliano resort di lusso e in certi ristoranti bisogna prenotare con mesi d’anticipo per trovare posto «Cerco di non guardare
 Sono passati troppi anni e quando le persone mi chiedono dell’autostrada mi viene il magone perché non so che cosa rispondere»
Sulla Salerno-Reggio Calabria del Nord non si vede un operaio dal 2012
«Si farà in cinque anni», dicevano nel 1989 quando fu fondata la società per azioni Raccordi autostradali cuneesi, anche con l’obiettivo di realizzare i 90 chilometri tra Asti e Cuneo, Monferrato e Langhe, le colline oggi patrimonio Unesco

Una delle più ricche terre d’Italia
Trent’anni dopo la fotografia della grande incompiuta è un moncone che finisce nel nulla all’altezza dello svincolo di Cherasco

I sindaci del cuneese dal primo marzo si alternano davanti alla Prefettura: ogni giorno, dalle 8 alle 20, due ore a testa
 È una forma di protesta, e di pressione, estrema

 Ieri a chiudere la staffetta c’era la sindaca di Marene
 Roberta Barbero:
 «È doveroso per noi stare in prima linea
 Questa terra, come molte province produttive del Nord, e non solo, senza infrastrutture non regge più»

I lavori, cominciati nel 2000, sono fermi dal 2012, l’anno in cui avrebbero dovuto terminare

 Sono finiti i soldi e già se n’erano spesi molti
 più del previsto:
 la A33 doveva costare 
circa 980 milioni;
 adesso le stime si spingono fino a un miliardo e 800 milioni

 Mancano due tratte ancora:
 la nuova viabilità intorno a Cuneo e soprattutto i 9 chilometri dal moncone di Cherasco ad Alba
 Il progetto, inizialmente, prevedeva un tunnel sotto il fiume Tanaro

 Due anni fa si è optato per un’altra soluzione, in superfice Passa proprio sotto le colline patrimonio Unesco ma
 costa la metà:
 350 milioni

 L’ex ministro Graziano Delrio voleva prorogare per quatto anni la concessione sulla Torino-Milano al gruppo Gavio in cambio di investimenti sulla Asti-Cuneo
 È la soluzione che Toninelli ha bloccato e vorrebbe ripensare
La considera un regalo immotivato ai privati

La verità è che l’Asti-Cuneo è nata sotto una cattiva stella e con un tracciato che tutti oggi definiscono sbagliato
 Sarebbe bastata la superstrada di cui si parlava negli anni 90, innestando sulla rete esistente alcune bretelle per tagliare fuori i centri abitati

Invece Anas decise di realizzare un nuovo tracciato

 Il contratto con Satap, la stessa società che gestisce la Torino-Milano, viene
 sottoscritto nel 1990

 Per dieci anni succede poco o nulla, tanto che nel 1998 il Consiglio di Stato invita il ministero dei Lavori pubblici a valutare eventuali comportamenti illegali del concessionario, l’anno successivo la Corte dei Conti solleva dubbi e quello dopo ancora di nuovo il Consiglio di Stato rileva che la convenzione dovrebbe cadere a causa delle contestazioni di Anas e della richiesta di incrementare i finanziamenti pubblici di 840 miliardi di lire a fronte dei 35 previsti inizialmente

 Nel 2000 il gruppo Gavio rinuncia all’Asti-Cuneo in cambio di una proroga di dodici anni sulla Torino-Piacenza

 Anas fa partire una nuova gara e impiega ben cinque anni a chiuderla:
 il gruppo Gavio partecipa tramite la cordata Salt-Itinera e vince

A distanza di quasi vent’anni sono stati realizzati 56 chilometri

 Se ora il governo straccia il “lodo” Del Rio e opta per una soluzione alternativa tocca ripartire da zero

 E, come sostiene Chiamparino, si rischia di fermare tutto 
per altri due anni
 Altrimenti in pochi mesi i lavori possono partire
 I sindaci dicono che non c’è più tempo: quest’ angolo d’Italia, nonostante l’autostrada mutilata, esporta beni per 7 miliardi l’anno, ma non regge più
Ogni giorno 5 mila Tir solcano le strade provinciali e
 attraversano i paesi

Il direttore dell’associazione trasportatori di Cuneo, Guido Rossi, ha calcolato in 100 milioni l’anno il danno economico Bogetti fra due mesi e mezzo chiuderà il suo secondo (e ultimo) mandato di sindaco a Cherasco:
 «Vorrei farlo sapendo che c’è una soluzione
Siamo al collasso
 Questa terra è abituata a lavorare senza protestare, ma adesso non ne può davvero più»






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