giovedì 25 aprile 2019

La cattura del duce in FUGA TRAVESTITO da soldato tedesco: la testimonianza di Mottarella

Benito Mussolini fotografato il 25 aprile a Milano, mentre lascia la Prefettura: è la sua ultima immagine da vivo
Due giorni dopo sarà catturato a Dongo, sul lago di Como, mentre tenta la fuga con l’amante Claretta Petacci:
 la sentenza capitale verrà eseguita alle 16,30 del 28 aprile

Tra le 8 del 26 aprile e le 18 del giorno dopo il partigiano Mottarella incontrò la Storia
Di quelle ore ha lasciato una testimonianza 
( Diario dei giorni della liberazione ),
 firmata («geometra Mottarella Vincenzo di fu Innocente», che ci proietta nel cuore dei convulsi avvenimenti che segnarono la cattura e la fucilazione di Benito Mussolini
I fatti sono noti
 Il Duce tentava di scappare, travestito da soldato tedesco, nascosto in un camion;

 la lunga autocolonna nazifascista fu bloccata dallo sbarramento della 52esima Brigata Garibaldi all’uscita di Musso, località a un chilometro da Dongo, sul lago di Como

Dopo una trafelata trattativa con il comandante tedesco, il commissario politico Michele Moretti e il comandante Pier Bellini delle Stelle stabilirono un accordo alle seguenti condizioni:

 via libera per i tedeschi; 
arresto per i fascisti; autorizzazione a perquisire gli automezzi della colonna

 Mussolini fu catturato così, dopo un goffo tentativo di mascherarsi in un cappottone militare troppo largo

L’esecuzione
Niente di epico in quella fuga, niente di eroico in quella cattura

 Con lui i partigiani arrestarono altri 52 fascisti, tutti immediatamente trasportati nel municipio di Dongo

Era il pomeriggio del 27 aprile
Anche gli eventi che seguirono sono noti
 La notizia della cattura del Duce e degli altri gerarchi arrivò alla sede del Comando generale del Corpo Volontari della Libertà nella serata del 27 aprile

 Sulla base del proclama «Arrendersi o perire», foglio n. 245 del 4 aprile 1945, tutti gli arrestati erano immediatamente passibili della pena di morte

 Il Comando generale del Cvl ordinò quindi a Walter Audisio di provvedere all’esecuzione

 Arrivato a Dongo, il «colonnello Valerio» ebbe qualche difficoltà a far riconoscere la propria autorità e la validità dell’ordine di morte che lo accompagnava

Nel frattempo Mussolini, insieme con Claretta Petacci, venne trasferito per la notte prima nella caserma della guardia di finanza di Germasino, in alto sulla montagna, poi presso la famiglia contadina dei De Maria, a Bonzanigo

 Lì, il giorno dopo, arrivò «Valerio» con i suoi uomini per eseguire la sentenza

Prelevati dall’abitazione dei De Maria, Benito Mussolini e Claretta Petacci furono condotti nella vicina località di Giulino di Mezzegra;
 posti contro il muricciolo d’ingresso della Villa Belmonte, caddero colpiti a morte:
 erano le 16,30 del 28 aprile 1945

 Intanto, a Dongo, gli altri condannati a morte erano stati radunati in una sala del municipio
 Poi, tutti insieme (Barracu, Bombacci, Calistri, Casalinovo, Coppola, Daquanno, Gatti, Liverani, Mezzasoma, Nudi, Pavolini, Porta, Romano, Utimperghe, Zerbino) furono portati nella piazza davanti al lago e fucilati

 Il plotone di esecuzione era composto da 15 partigiani

«Giustizia è fatta!»
Le ultime parole della testimonianza del geometra Mottarella Vincenzo di fu Innocente sono molto stringate: «Sabato 28 aprile - Assisto alla fucilazione dei responsabili. Giustizia è fatta!»

 È la stessa asciutta immediatezza con la quale ha raccontato gli eventi che lo videro testimone e protagonista: 
le discussioni con i fascisti e i tedeschi del presidio, fino a quando le Brigate Nere si diedero alla fuga con le barche; la scelta di far saltare il ponte su cui doveva transitare l’autocolonna che nascondeva Mussolini; il contrordine affannoso, in un susseguirsi di fasi contraddittorie, segnate dall’improvvisazione e da una spontaneità che sembrava travolgere ogni struttura gerarchica, anche quella partigiana

Mottarella consegnò la sua testimonianza scritta al giornalista Ugo Zatterin, che giunse a Dongo il 7 maggio, aggregato all’VIII Armata americana

Il suo Diario prende le mosse dal funerale di quattro partigiani uccisi dai tedeschi e si conclude con il laconico annuncio della fine di Mussolini

 Zatterin lo conservò nel suo archivio consentendoci oggi di leggere nelle scarne parole del «geometra Mottarella» una delle pagine più drammatiche della nostra storia
















https://www.lastampa.it/2018/04/24/cultura/cos-ho-catturato-il-duce-travestito-da-soldato-tedesco-NV1ajEfsUlaeSgou7OdnMN/pagina.html

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