Il gip competente a decidere sulla richiesta di archiviazione (voluta dal procuratore Pignatone) dovrà valutare l’istruttoria (compiuta da Capaldo) sul ruolo della banda della Magliana e sui presunti tentativi di influenzare la politica del Vaticano
di Fabrizio Peronaci
È un giallo, una vicenda drammatica per le famiglie coinvolte, il più famoso dei cold case, certo, ma nulla di più. No agli sconfinamenti dal piano investigativo a quello impervio e scivoloso della riscrittura di un pezzo di storia, italiana e vaticana. É stato anche questo il messaggio che il procuratore Giuseppe Pignatone ha inteso mandare con la richiesta di archiviazione del caso Orlandi-Gregori, da lui siglata sotto la firma di due magistrati donna, e non di quel Giancarlo Capaldo, suo vice, che ha seguito più di ogni altro le indagini e si è espresso in dissenso. Lo scontro ai vertici di Piazzale Clodio è dunque emerso, circostanza senza molti precedenti. Nelle prossime settimane sarà un gip a decretare se davvero, sulla fine di Emanuela e Mirella, le quindicenni scomparse 32 anni fa, ci si debba rassegnare a una verità mancata.
Fin d’ora, in base alle motivazioni contenute nella richiesta di archiviazione, si può tuttavia delineare il perimetro entro cui la decisione sarà presa. Il coinvolgimento della banda della Magliana, affiorato nel 2008 grazie alle rivelazioni dell’ex amante di Enrico De Pedis, anche se ha trovato «parziali riscontri» non può dirsi «provato», scrivono gli inquirenti.
Quel numero con anagramma: 158, ovvero 5-81
È un passaggio cruciale, se letto alla luce del contesto. Tenendo conto, ad esempio, dell’opaca gestione finanziaria in Vaticano negli anni ‘80 e di un evento che ha suscitato forte turbamento, come la sepoltura del boss a Sant’Apollinare (1990). In quest’area grigia si potevano compiere altri approfondimenti, proprio a partire da quei «parziali riscontri»? Analogo discorso vale per la testimonianza del reo confesso Marco Fassoni Accetti, che ha dichiarato di aver partecipato all’azione in quanto ingaggiato da una delle due fazioni ecclesiastiche in lotta tra loro (su vari temi, dall’anticomunismo di papa Wojtyla agli scandali Ior) al tempo della Guerra Fredda. Lo scopo dei sequestri era «far pervenire ad Agca messaggi in codice per costringerlo a ritrattare la pista bulgara»
informazione completa qui
Nessun commento:
Posta un commento