sabato 3 settembre 2016

REFERENDUM svizzero CONTRO l'incredibile PRIVILEGIO di CREARE MONETA DAL NULLA DELLE BANCHE PRIVATE si terrà il 10 giugno

di Konstantin Demeter della coraggiosa Iniziativa referendaria svizzera Moneta Intera




Quando, raccogliendo firme per l’iniziativa popolare Moneta Intera (MI), chiedemmo ai passanti “chi crea il nostro denaro?” venimmo guardati perlopiù con aria interrogativa oppure risposero: “la Banca Nazionale Svizzera” o “lo Stato”, confermando in tal modo l’impressione che su questo tema (SIGNORAGGIO BANCARIO DELLE BANCHE PRIVATE) cruciale per la vita di tutti noi o non vi è alcuna conoscenza oppure, nella migliore delle ipotesi, una mistificazione della realtà






 In effetti coloro che rispondevano affermando che è la BNS (la suddetta Banca Nazionale Svizzera) o lo Stato a creare denaro facevano inconsciamente riferimento ad una iniziativa popolare del 1891 con cui il popolo si espresse nel senso di attribuire alla Confederazione, tramite la BNS, il potere di creare ciò che rappresenta uno strumento centrale nella vita economica e finanziaria di un popolo. Ma da quel lontano giorno molte cose sono cambiate, tra cui l’avvento dell’era digitale.




Oggi la Confederazione crea solo l’1% del denaro in circolazione tramite l’emissione di monete metalliche e la BNS circa il 9% tramite le banconote, mentre il restante del circa 90% è creato dalle banche private tramite la concessione di crediti o effettuando investimenti per conto proprio inserendo semplicemente delle cifre nel computer.




Questa moneta, chiamata scritturale, elettronica o digitale, è il denaro che abbiamo sui nostri conti bancari. A scanso di equivoci tale modalità di creazione del denaro è la stessa per tutti gli altri maggiori paesi industrializzati. È così che le banche private hanno acquisito un enorme potere precedentemente attribuito solo allo Stato e godono di un immeritato privilegio.





Quindi sono le banche private a creare la stragrande maggioranza del denaro in circolazione e non lo Stato, come invece desideravano le nostre precedenti generazioni. Questo è un dato di fatto confermato non solo da economisti di diversi Paesi ma recentemente pure dalle stesse banche centrali di Paesi quali l’Inghilterra, la Germania e la Francia, nonché da una pubblicazione didattica della stessa BNS (Iconomix-Fachtagung September 2013 di Carlos Lenz) che dice testualmente: “Le banche creano denaro tramite l'erogazione di crediti. Quando una banca concede un credito, essa scrive il corrispettivo importo sul conto del cliente come deposito”. Le implicazioni di un tale meccanismo sono molteplici ed hanno una vasta portata sulla vita di tutti noi. A cominciare dal fatto che ai cittadini, a parte i relativamente esigui pagamenti annui alla Confederazione ed ai Cantoni da parte della BNS, sfugge l’utile derivante dalla creazione di denaro mentre le banche realizzano immensi profitti con denaro creato per conto proprio.






 È pur vero che a fronte della somma dei prestiti ogni istituto bancario deve avere una riserva di denaro emesso dalla BNS, ma tale riserva non solo è minima e pari al 2.5% ma può essere costituita dopo la concessione dei crediti e sotto forma di un prestito da parte della BNS. Si capisce dunque come sia assai facile aumentare il volume dei crediti in maniera quasi illimitata, contribuendo alla enorme crescita della massa monetaria in circolazione. 




Una seconda implicazione è che le banche possono creare denaro anche per acquistare per proprio conto azioni, titoli, immobili, derivati e altro, oppure per speculare, gonfiando in questo modo le bolle finanziarie.

Una terza implicazione è che il denaro creato dalle banche private non rappresenta franchi svizzeri, ma ne è un surrogato. Il significato sostanziale di tale aspetto è che i conti dei clienti di una banca sono a rischio in caso di fallimento dello stesso istituto di credito, poiché oggi il denaro depositato dai correntisti presso un tale istituto rappresenta un prestito alla banca e non un deposito tenuto fiduciariamente dalla banca, come avviene ad esempio nel caso di una somma affidata per nome e conto del cliente ad un avvocato, il quale è tenuto a mantenerlo separato dal conto del suo studio o personale.





 Una quarta implicazione consiste nel fatto che quando l’insieme delle banche percepiscono che la situazione economica è favorevole intraprendono ogni tipo di azione per aumentare il volume dei prestiti provocando un forte aumento della massa monetaria, salvo poi chiederne il rientro oppure non rinnovarli quando la sensazione prevalente è che l’economia stia rallentando. Da qui le situazioni di grande euforia dei mercati e le successive crisi che hanno caratterizzato in particolare gli ultimi 16 anni ma anche tutte le epoche precedenti.





Alla luce di quanto sopra, l’iniziativa popolare Moneta intera, che ha raccolto 112'000 firme (il referendum legislativo si terrà il 10 giugno), propone una riforma costituzionale che può essere riassunta in tre parti distinte:


 1. Trasferire il potere di creare tutto il denaro, anche quello scritturale, alla BNS

 2. Tutto il nuovo denaro deve essere emesso esente da debito e da interessi alla Confederazione, ai Cantoni o direttamente ai cittadini

 3. Tutti i conti correnti, cioè a tasso di interesse zero, che le banche private detengono devono essere posti fuori bilancio.





 Vediamo ora in dettaglio la portata di questi tre punti.

Trasferire il potere esclusivo di creare nuovo denaro alla BNS significa che all’istituto centrale viene affidato un più efficace e diretto strumento di politica monetaria del tasso di interesse per controllare la massa monetaria.

La BNS quindi deciderà, in base alle previsioni economiche, la quantità di nuovo denaro da immettere nell’economia. La BNS continuerebbe comunque a fungere da prestatore di ultima istanza per il sistema bancario.




 Le banche private invece dovranno finalmente svolgere quella che avrebbe dovuto essere, secondo la maggioranza dei testi accademici, la funzione di intermediario tra la domanda di prestiti e le disponibilità presso la clientela, ma non tramite i conti correnti che, come ricordato, rappresentano moneta sovrana, bensì tramite i conti di risparmio che dovranno essere remunerati a tassi di mercato stabiliti dalla concorrenza tra le banche.




 Qualora una banca non fosse in grado di soddisfare una domanda di credito potrebbe sempre rivolgersi al mercato interbancario, al mercato dei capitali o, in ultima istanza, alla BNS. Non c’è quindi pericolo che si abbia una stretta creditizia, come spesso asseriscono gli avversari dell’iniziativa. Siccome le banche private non potranno più creare denaro per conto proprio, verranno limitati investimenti speculativi rischiosi che creano bolle finanziarie ed inflazione di beni patrimoniali, come ad esempio nel mercato immobiliare e azionario.




Di portata forse ancora maggiore è il fatto che l’iniziativa Moneta Intera auspica che tutto il nuovo denaro creato dalla BNS venga messo in circolazione esente da debito e da interessi, tramite la Confederazione, i Cantoni, o i cittadini, come peraltro avviene già oggi con le monete metalliche. 




Includendo anche tutta la moneta oggetto di prestiti nell’attuale sistema, che verrà rimborsata nel giro di circa 10-15 anni e quindi riemessa dalla BNS sotto forma di moneta intera, si arriverebbe ad un risparmio o un utile totale di circa CHF 50 mila a testa nell’arco temporale.





 La decisione sull’utilizzo del nuovo denaro sarà in capo al Parlamento, che deciderà di volta in volta se finanziare la spesa pubblica federale o cantonale, ridurre il debito pubblico oppure versarlo direttamente ai cittadini. In ogni caso vi sarebbe un consistente beneficio per i contribuenti che si troverebbero a pagare meno imposte, a lungo termine in misura ancora maggiore se queste risorse venissero utilizzate per la riduzione o persino l’estinzione del debito pubblico, pari a circa 200 miliardi di franchi, in quanto allora non sarebbe più necessario pagare interessi, che solitamente corrispondono a circa 5-7 miliardi annui.




 Ciò costituisce una cifra non indifferente ottenuta a vantaggio della collettività nel suo insieme e senza che questo denaro venga sottratto a qualcuno in particolare.




Veniamo infine all’ultimo aspetto della riforma MI e cioè quella riguardante i conti correnti. Questi sono conti non remunerati utilizzati prevalentemente ai fini di traffico pagamenti. Oggi tali conti sono inclusi nei bilanci delle banche e pertanto a rischio nel caso in cui una banca dovesse fallire.





 Tali depositi infatti possono essere aggrediti dai creditori a differenza di quanto avviene con i depositi titoli, che sono tenuti esternamente ai bilanci delle banche e quindi non possono in alcun modo entrare a far parte della massa fallimentare di una banca.





 Con la riforma MI i rispettivi titolari avrebbero la certezza che questi conti non verrebbero toccati in caso di fallimento. Avremmo perciò denaro a prova di crisi ed un traffico di pagamenti garantito, quindi nessuna banca sarà “too big to fail” e dovrà essere salvata dallo Stato.




Oltre ai benefici evidenziati, ve ne sarebbero altri. Vediamone brevemente tre. L’iniziativa MI realizzerebbe una parità di diritti ed una leale concorrenza tra banche e altre imprese e tra piccole e grandi banche.




 Nel primo caso l’iniziativa eliminerebbe l’attuale privilegio che lo banche possiedono rispetto alle altre imprese, ovvero la creazione di denaro. Un’impresa deve possedere il denaro che utilizza, una banca invece lo può creare per conto proprio. Nel secondo caso eliminerebbe invece il vantaggio attuale delle grandi banche rispetto a quelle piccole, ovvero che, avendo più depositi e quindi attraendo più capitale tramite il traffico dei pagamenti, le grandi banche possono permettersi di creare più denaro.





Un ulteriore beneficio sarebbe un sistema monetario e bancario più trasparente e comprensibile per tutti, ciò che oggi non è. Come visto sopra, pochi oggi conoscono il funzionamento del sistema monetario, ma senza questa chiarezza risulta difficile prendere decisioni politiche mirate.




 Non da ultimo questa riforma avrebbe un impatto benefico sull’ambiente in quanto verrebbe rallentata la corsa sfrenata allo sfruttamento delle risorse del nostro pianeta, amplificata dalla pressione alla crescita inerente ad un sistema monetario basato sul debito e dalla possibilità di creare denaro a piacimento per investimenti puramente speculativi e nocivi per l’ambiente.










 In conclusione l’iniziativa MI costituirebbe un primo essenziale passo, anche se certamente non l’ultimo, per realizzare un sistema più equo e democratico in cui tutti i soggetti economici possano avere le stesse opportunità al fine anche di garantire alle generazioni future prospettive di sviluppo sostenibili.

http://www.iniziativa-moneta-intera.ch/









Nota del blog Collana eXoterica: in Svizzera al contrario dell'Italia esista il referendum deliberativo che se vince è legge, tale strumento di vera democrazia diretta è denominato in svizzera Iniziativa popolare... vero è che Porto Alegre è la capitale dello stato brasiliano (il brasile è una federazione di stati) Rio Grande do Sul il quale ha l'ancor più importante strumento di VERA democrazia diretta ovvero il BILANCIO PARTECIPATIVO STATALE che come dimostra questo articolo insieme al referendum deliberativo è l'unico strumento per combattere il signoraggio bancario, l'usura bancaria, le truffe bancarie, il FALSO IN BILANCIO bancario, l'associazione a delinquere e l'istigazione al suicidio..cioè i reati denunciati dall'immenso professor Auriti







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