Like e retweet dei post di Twitter sono sempre più il prodotto dell’attività automatica di un bot. Cresce, infatti, in modo considerevole, il numero di questi programmi capaci di inviare messaggi e comunicare via social network come se fossero esseri umani
Secondo la valutazione contenuta in un nuovo studio di University of Southern California e Indiana University fino al 15 per cento degli account attivi del micro-blogging, pari a circa 50 milioni in termini assoluti, sarebbero identificabili come bot. Il doppio rispetto alla percentuale precedentemente calcolata dalla stessa Twitter nel 2014
Per arrivare a questi dati, i ricercatori hanno sviluppato un sistema basato sull’intelligenza artificiale in grado di rilevare oltre 1000 caratteristiche dell’attività condotta su Twitter per individuare in maniera accurata i bot
Grazie a uno strumento messo a disposizione online si può verificarne direttamente l’efficacia e la validità. Basta poco a BotOrNot per valutare quante probabilità, su una scala da 0 a 100, ha un account Twitter di essere un programma artificiale in base a fattori quali gli hashtag usati, il numero di amici o la frequenza dei retweet.
Gli autori del documento “Online Human-Bot Interactions: Detection, Estimation, and Characterization”, accettato alla 11a International AAAI Conference on Web and Social Media (ICWSM 2017), ammettono comunque che il loro modello non è perfetto. Perché tende, ad esempio, a non inquadrare correttamente gli utenti che twittano in più lingue, confondendoli con i bot, e gli account cyborg, programmi che twittano automaticamente ancorché monitorati dalla mano umana.
Inoltre, anche i software più complessi e avanzati potrebbero non essere adeguatamente classificati. Con la conseguenza, in questo caso, di venire scambiati per esseri umani. Pertanto, concludono i ricercatori, i bot presenti su Twitter potrebbero essere molti di più, al di sopra della percentuale del 15 per cento stimata
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