giovedì 29 novembre 2012

LA VERA RIVOLUZIONE E’ CAMBIARE SE STESSI



di Vitali K.


La necessità di cambiamento è oramai evidente per la società attuale che vive negli ultimi anni in un clima di contrasto verso il sistema che la organizza. Ci siamo accorti di questa necessità ed ora, col cartellone in mano e rabbia nel cuore pretendiamo un cambiamento ma non vogliamo, a nostra volta, cambiare.Pretendiamo la libertà, ma non la vogliamo veramente. Eh si, perché non vogliamo la fatica che essere liberi comporta. Facciamo allora la scelta meno impegnativa in assoluto: cerchiamo il cattivo su cui puntare il dito, facendo la guerra contro la guerra, e attendiamo che arriva il pastore buono che si carica sulle spalle tutto e tutti
. Si passa così da un tipo di schiavitù ad un'altra senza cambiare realmente le cose. Ma è possibile cambiare davvero la realtà in cui viviamo senza cambiare noi stessi? La risposta a questa domanda diviene ovvia quando si comprende che sono i nostri comportamenti quotidiani che sostengono, nutrono tale realtà, la realtà che è ad immagine e somiglianza dell’uomo che la abita.

 Così, mentre l’umanità rabbiosa cerca di combattere il mostro in agonia moribonda l'uomo nuovo appare all'orizzonte ed indica una via al cambiamento. E' l'uomo autotrofo, capace di vivere senza necessità di risorse materiali esterne; senza cibo ne acqua. Si, è proprio così! Quel uomo di cui parlavano i cosmisti russi ed altri uomini di scienza prevedendone la comparsa tra vari secoli non è più solo un idea. Di persone così nel mondo ne esistono molti oramai. Li chiamano respirariani -dall’inglese “breatharian”. Basta cercare qualche video in rete per trovare molte informazioni e accorgersi che queste persone esistono veramente. Il musicista argentino Victor Truviano, il fitness trainer inglese Genesis Sunfire, la pensionata (ex docente di chimica organica) russa Zinaida Baranova non assumono da anni né cibo né acqua dopo aver attraversato un processo di evoluzione cosciente. Sembrerebbe esserci un denominatore comune di questo processo evolutivo che porta all'integrità totale: educare il proprio corpo o centro emozionale disabituandosi a ricevere nutrimento emozionale dal cibo e cioè dal suo gusto. Tale abitudine infatti rende il cibo una vera e propria droga, così potente da provocare la morte nel caso di una prolungata sospensione dell’assunzione. La disintossicazione del corpo fisico sembrerebbe inoltre essere necessaria affinché il processo avvenga. Infatti, molti di quelli che sono oggi respirariani hanno metodicamente ricorso a digiuni e tecniche di disintossicazione dei vari sistemi del corpo come lo Shank prakshalana per il colon, lavaggio epatico che utilizza olio d’oliva e agrumi ed altre tecniche mirate e -particolare non trascurabile - praticamente gratuite. Inoltre, molti di loro hanno fatto un vero e proprio lavoro d’igiene sui propri pensieri lavorando p. es. sulla cosiddetta “sospensione del dialogo interiore” nominata da C. Castaneda nei suoi lavori e presente anche in molte discipline orientali, o facendo un costante lavoro di osservazione e successiva selezione dei propri pensieri. E’ fondamentale evidenziare che nessuno di loro professa il respirazionismo come un obbligo per tutti né una necessità. Tutti loro offrono solamente un esempio, un opzione da poter scegliere e ci fanno riflettere su come l’alimentazione può essere una potente leva per l’evoluzione personale e dell’intera società. 
Ovviamente, anche sapendo che esiste una via al cambiamento verso la libertà nulla cambierà in noi se non abbiamo la volontà ed il coraggio di faticare per ottenere ciò. Nulla cambierà perché infondo sappiamo già come vivere bene, in salute -non è un segreto- ma ci ammaliamo e soffriamo lo stesso. Tutto, a causa della nostra visione delle cose aberrata dall'incoscienza che ci porta a fare cose che ci fanno soffrire, per comprendere. Allora il nostro vero nemico siamo noi stessi e cioè la nostra inconsapevolezza e per fare un passo verso la libertà bisogna vincere se stessi e provare a cambiare. 
Cambiare se stessi per cambiare la realtà in cui viviamo perché essa è la nostra espressione più perfetta.

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