“Johnny Appleseed”, all'anagrafe John Chapman (Leominster 1774 – Fort Wayne, 11 marzo 1847), infermiere e missionario della chiesa Nuova Gerusalemme, fu il pioniere americano che introdusse la coltivazione di mele in vaste aree dell'Ohio, Illinois e Indiana
Divenne una vera e propria leggenda per tutte le persone che allora abitavano gli Stati Uniti, che lo ricordavano soprattutto per i suoi modi gentili e la sua generosità. Solo dopo la sua morte il suo nome venne associato all'importanza simbolica delle mela e della loro conservazione.
John Chapman, secondo di quattro figli, visse sin da bambino in una fattoria, aiutando il padre, che era ufficiale, ma coltivava la propria terra per sostenere la famiglia. La storia ci riporta che la famiglia di John perse due interi raccolti durante la Rivoluzione Americana, e che il padre per poter far fronte alle emergenze familiari mandò John a lavorare come apprendista nelle coltivazioni Crawford - le più importanti di allora.
Nel 1780 il padre di John tornò nell'esercito come ufficiale agli ordini di George Washington. La madre e il fratello più piccolo morirono di tubercolosi, e John e la sorella trovarono rifugio presso alcuni parenti, e una volta finita la Rivoluzione il padre si risposò.
A 18 anni John si diresse verso Susquehanna, nelle terre ancora in rivolta, dove venne arruolato per le sue capacità mediche e dove iniziò a raccogliere i primi semi dai meli che crescevano vicino ai mulini lungo il Potomac. Alcuni racconti dicono che nel 1800, quando il congresso concesse le terre ai veterani di guerra, John si trovasse in Ohio, dove iniziò a piantare i suoi semi. I permessi e le concessioni tardarono circa 2 anni, e nel 1802, quando i veterani entrarono effettivamente in possesso delle loro terre, gli alberi da frutto di John erano grandi abbastanza da poter essere trapiantati. Ben presto il padre e la sua nuova famiglia (ebbe altri 10 figli) lo raggiunsero, ma lui decise di non rimanere, ed iniziò quel viaggio che lo avrebbe fatto ricordare come “Johnny Appleseed”. Navigò il fiume Ohio con un carico di semi di mele, fermandosi di tanto in tanto per prestare cure mediche, professare il suo credo e regalare semi di mela.
L'immagine popolare di “Johnny Appleseed” lo vede come un contadino che getta a caso i semi di mela che ha in mano. In effetti egli non costruì mai un vero e proprio frutteto, ma piantò i semi in luoghi che gli sembravano favorevoli, proteggendoli con delle staccionate, e lasciandoli poi alle cure di vicini, cui lui lasciava il ricavato della vendita dei frutti. Lui vi tornava una volta o due l'anno solo per prendersi cura delle piante. Molte di queste “piantagioni” si trovavano nella parte nordorientale dell'area Mohicana , corrispondente alle attuali città di Mansfield, Lucas, Perrysville e Loudonville.
I semi che Johnny portava con sè gli venivano regalati dai proprietari dei mulini in cui si produceva sidro che credevano in lui per poter ampliare i loro giri d'affari. In realtà John viaggiò per quasi tutta la sua vita, fermandosi come ospite presso quelle famiglie che potevano aver bisogno del suo aiuto come missionario o medico. Leggeva storie ai bambini e raccontava agli adulti la storia della Rivoluzione, ricevendo in cambio un giaciglio e un pasto caldo.
John lasciava ai contadini quasi tutto il ricavato della vendita delle mele, chiedendo in cambio ospitalità, cibo, grano o vestiti usati. Non portava scarpe, nemmeno in inverno, e non aveva una fissa dimora. Amava profondamente gli animali.
La sua morte venne annunciata dall' Harper Magazine nel novembre del 1845. Si dice che sia seppellito a Fort Wayne, Indiana. Il suo lascito, oltre che emotivo e spirituale fu anche “terreno” : lasciò in eredità alla sorella circa 500 ettari di terra che, al momento della sua morte ospitavano 15.000 meli.
Il suo carattere mite, gentile e generoso (viaggiava disarmato e riuscì sempre a stabilire rapporti di amicizia con gli indiani ) e la sua sincera spiritualità, uniti ad un aspetto assai eccentrico (sembra che camminasse scalzo e che usasse una vecchia pentola come copricapo), contribuirono a farne una figura leggendaria, celebrata in decine di canzoni popolari, opere letterarie, film, fumetti e cartoni animati.
Il poeta statunitense Nicholas Vachel Lindsay gli dedicò il poema "In Praise of Johnny Appleseed" (1923); gli studios della Walt Disney negli anni quaranta realizzarono un cortometraggio per il film Melody Time incentrato sulla sua figura; è stato citato nel cartone americano "The Simpsons" (interpretato da Lisa); il suo nome ha dato il titolo ad una canzone del gruppo punk-rock NOFX, e in una canzone di Joe Strummer & The Mescaleros, nel 2003, ed è inoltre uno dei personaggi del romanzo American Gods dello scrittore Neil Gaiman.
Viene anche citato in Pastorale americana di Philip Roth dal personaggio principale Irving Seymour Levov che lo considera un riferimento per la propria aspirazione esistenziale. È stato spesso definito il “San Francesco americano”.
Il nome Appleseed è stato usato anche da Masamune Shirow come titolo di un suo manga, dove all'interno della storia indica un progetto per salvare la terra dall'estinzione causata dagli uomini; nel film tratto dal manga, Appleseed 2004 diretto da Shinji Aramaki, invece indica nello specifico la conoscenza perduta che permette ai bioroidi di riprodursi in modo da diventare nuova specie dominante (il fine rimane comunque lo stesso).
John Appleseed viene citato da Carl Sagan nella serie televisiva Cosmos: A Personal Voyage (episodio 5 Blues for a red planet, minuto 54'43" ) ipotizzando la colonizzazione di Marte a seguito della distribuzione sul pianeta rosso di semi di piante geneticamente modificate, ad opera di robot od umani paragonati appunto al celebre pioniere americano. Una citazione probabilmente ispirata dalla lettura delle 'Cronache marziane' di Ray Bradbury, pubblicato nel 1950. Nel capitolo 'Dicembre 2001: il verde mattino' il personaggio Benjamin Driscoll emula dichiaratamente le gesta di Johnny Appleseed, piantando però ogni possibile tipo di alberi sul pianeta appena colonizzato
Fonte: Wikipedia; http://www.unamelaalgiorno.com
estratto da "Lo scrigno delle 7 perle"
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