di Pier Tulip
Nel mio
precedente intervento su queste pagine ho messo in evidenza le similitudini fra
l’iconografia mitraica e quella cristiana.
Torniamo
un attimo indietro a riosservare le immagini presentate in Chi
ha copiato chi?
Mitra è
rappresentato nell'atto di uccidere un toro bianco, e mentre il toro muore la
sua coda si trasforma in una spiga di grano a simboleggiare che da questo
sacrificio il dio dona all'uomo la prosperità.
Ma
questa uccisione non è mai avvenuta in nessun mitreo, era solo un'allegoria.
Infatti
se osserviamo bene il dipinto si vedono un serpente ed un cane che bevono dalle
ferite del toro, uno scorpione gli attanaglia i testicoli e un corvo è
interposto fra il Sole e Mitra. Questi animali sono proprio quelli che danno
nome alle costellazioni che si trovavano, e si trovano, all'equatore celeste
nei pressi della costellazione del Toro.
Nel lontano passato, esattamente dal 4540
a.C. al 1870 a.C., durante l'equinozio di primavera il sole era in questa
costellazione (Era del Toro) e come ci dice Charles Francois Dupuis illustrando
il frontespizio della sua opera Origine de tous les Cultes, ou la Réligion
Universelle:
"Il Padre della Luce lancia i suoi raggi attraverso i due segni dello
Zodiaco, da cui sono state prese in prestito le forme in tutti i culti: Toro e
Ariete. … La
precessione degli equinozi fece corrispondere successivamente il Sole a vari
segni dello Zodiaco, all’epoca dell’Equinozio di Primavera. Sono circa
quattromila anni che il Sole apriva l’anno astronomico, posto nel Toro".
Ipparco di Nicea con le sue osservazioni
astronomiche nel II sec. a.C. fu il primo a codificare scientificamente la
precessione degli equinozi, ma si suppone che anche gli osservatori Sumeri,
Babilonesi e Maya la conoscessero, così come forse la conoscevano le antiche
civiltà mesopotamiche che crearono il dio Mitra.
La
scoperta di Ipparco influenzò certamente la
rinascita del culto e l’introduzione in esso della precessione, e questo culto
trovò il suo massimo fulgore fra la fine del primo secolo e il IV secolo dopo
Cristo e si espanse per tutta l’Europa.
Le Ere
erano e sono calcolate in base alla precessione degli equinozi consistente in
una oscillazione e rotazione dell'asse terrestre, come avviene in una trottola
quando oscilla. A causa di questa rotazione il nord ruota sulla volta celeste e
cambiano le posizioni delle costellazioni: attraverso i secoli, in una definita
direzione e a una certa data annua, le stelle si trovano spostate a sinistra
rispetto alla posizione degli anni precedenti e questo fa sì che in quella
stessa direzione alla stessa data transitino costellazioni diverse.
Una
rotazione completa dell'asse, e quindi delle costellazioni, avviene in 25.800
anni per cui un'Era, dodicesima parte dell'intero periodo, perché 12 sono le
costellazioni zodiacali, dura in media 2.150 anni.
Le
tauroctonie mitraiche vogliono quindi solo rappresentare in modo allegorico
questo fenomeno: Mitra uccide il Toro per far posto alla nuova Era dell’Ariete.
Abbiamo
già osservato nel precedente articolo le corrispondenze fra l’iconografia
mitraica e quella cristiana, ma ora siamo in grado di dare un significato anche
ad un’altra simbologia cristiana: la crocifissione.
Gesù
viene trafitto dalla lancia di Longino come Mitra uccide il Toro, in quando
Gesù è il Messia della nuova Era dei Pesci (70 a.C. al 2610 d.C.) in
sostituzione dell’Era dell’Ariete (dal 1870 a.C. al 70 a.C.). Mosè rappresenta
il transito dal Toro all'Ariete mentre Gesù rappresenta la fine dell'Ariete e
viene sacrificato (Agnus Dei, agnello sacrificale) e l'inizio dei Pesci.
Ci dice
ancora Dupuis: “All’Equinozio di Primavera, la Natura si sveglia dal
torpore, in cui è stata precipitata durante l'inverno dall’elongazione dal
sole. Questo fenomeno fisico destò l’attenzione di tutti gli uomini, ed essi vi
legarono l'espressione della loro gratitudine per l’Astro benevolo, che sembrava
ritornare a rischiararli di nuova luce”
Anche
prima che fosse scoperta la precessione degli equinozi, l’Equinozio di
Primavera era un fenomeno importante per tutte le religioni antiche e
specialmente per quella ebraica. Per gli Ebrei la Pasqua cade sempre il 14
Nisan, il quattordicesimo giorno del ciclo lunare, il giorno di luna piena dopo
l’equinozio di primavera.
E la
Pasqua coincide anche con il giorno del sacrificio di Gesù perché ha l’antico
retaggio di un sacrale significato.
Chi ha
ritenuto interessante questo articolo può approfondirne gli sviluppi leggendo
il libro KRST che è consultabile
integralmente online.
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