venerdì 11 gennaio 2013

L’Equinozio di primavera.


di Pier Tulip

Nel mio precedente intervento su queste pagine ho messo in evidenza le similitudini fra l’iconografia mitraica e quella cristiana.
Torniamo un attimo indietro a riosservare le immagini presentate in Chi ha copiato chi?
Mitra è rappresentato nell'atto di uccidere un toro bianco, e mentre il toro muore la sua coda si trasforma in una spiga di grano a simboleggiare che da questo sacrificio il dio dona all'uomo la prosperità.

Ma questa uccisione non è mai avvenuta in nessun mitreo, era solo un'allegoria.
Infatti se osserviamo bene il dipinto si vedono un serpente ed un cane che bevono dalle ferite del toro, uno scorpione gli attanaglia i testicoli e un corvo è interposto fra il Sole e Mitra. Questi animali sono proprio quelli che danno nome alle costellazioni che si trovavano, e si trovano, all'equatore celeste nei pressi della costellazione del Toro.
Nel lontano passato, esattamente dal 4540 a.C. al 1870 a.C., durante l'equinozio di primavera il sole era in questa costellazione (Era del Toro) e come ci dice Charles Francois Dupuis illustrando il frontespizio della sua opera Origine de tous les Cultes, ou la Réligion Universelle: "Il Padre della Luce lancia i suoi raggi attraverso i due segni dello Zodiaco, da cui sono state prese in prestito le forme in tutti i culti: Toro e Ariete. … La precessione degli equinozi fece corrispondere successivamente il Sole a vari segni dello Zodiaco, all’epoca dell’Equinozio di Primavera. Sono circa quattromila anni che  il Sole apriva  l’anno astronomico, posto nel Toro".
Ipparco di Nicea con le sue osservazioni astronomiche nel II sec. a.C. fu il primo a codificare scientificamente la precessione degli equinozi, ma si suppone che anche gli osservatori Sumeri, Babilonesi e Maya la conoscessero, così come forse la conoscevano le antiche civiltà mesopotamiche che crearono il dio Mitra.
La scoperta di Ipparco influenzò certamente la rinascita del culto e l’introduzione in esso della precessione, e questo culto trovò il suo massimo fulgore fra la fine del primo secolo e il IV secolo dopo Cristo e si espanse per tutta l’Europa.
Le Ere erano e sono calcolate in base alla precessione degli equinozi consistente in una oscillazione e rotazione dell'asse terrestre, come avviene in una trottola quando oscilla. A causa di questa rotazione il nord ruota sulla volta celeste e cambiano le posizioni delle costellazioni: attraverso i secoli, in una definita direzione e a una certa data annua, le stelle si trovano spostate a sinistra rispetto alla posizione degli anni precedenti e questo fa sì che in quella stessa direzione alla stessa data transitino costellazioni diverse.
Una rotazione completa dell'asse, e quindi delle costellazioni, avviene in 25.800 anni per cui un'Era, dodicesima parte dell'intero periodo, perché 12 sono le costellazioni zodiacali, dura in media 2.150 anni.
Le tauroctonie mitraiche vogliono quindi solo rappresentare in modo allegorico questo fenomeno: Mitra uccide il Toro per far posto alla nuova Era dell’Ariete.
Abbiamo già osservato nel precedente articolo le corrispondenze fra l’iconografia mitraica e quella cristiana, ma ora siamo in grado di dare un significato anche ad un’altra simbologia cristiana: la crocifissione.
Gesù viene trafitto dalla lancia di Longino come Mitra uccide il Toro, in quando Gesù è il Messia della nuova Era dei Pesci (70 a.C. al 2610 d.C.) in sostituzione dell’Era dell’Ariete (dal 1870 a.C. al 70 a.C.). Mosè rappresenta il transito dal Toro all'Ariete mentre Gesù rappresenta la fine dell'Ariete e viene sacrificato (Agnus Dei, agnello sacrificale) e l'inizio dei Pesci.
Ci dice ancora Dupuis: “All’Equinozio di Primavera, la Natura si sveglia dal torpore, in cui è stata precipitata durante l'inverno dall’elongazione dal sole. Questo fenomeno fisico destò l’attenzione di tutti gli uomini, ed essi vi legarono l'espressione della loro gratitudine per l’Astro benevolo, che sembrava ritornare a rischiararli di nuova luce
Anche prima che fosse scoperta la precessione degli equinozi, l’Equinozio di Primavera era un fenomeno importante per tutte le religioni antiche e specialmente per quella ebraica. Per gli Ebrei la Pasqua cade sempre il 14 Nisan, il quattordicesimo giorno del ciclo lunare, il giorno di luna piena dopo l’equinozio di primavera.
E la Pasqua coincide anche con il giorno del sacrificio di Gesù perché ha l’antico retaggio di un sacrale significato.

Chi ha ritenuto interessante questo articolo può approfondirne gli sviluppi leggendo il libro KRST che è consultabile integralmente online.

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