di Perluigi Gerbino
Mentre Obama faceva la star al G20 e veniva braccato da uno strano signore non tanto alto che urlava a squarciagola “Mr. Obamaaaa”, tanto da farsi rimproverare dalla Regina Elisabetta, quatti quatti, di soppiatto, i notabili contabili del Financial Accounting Standars Board (FASB), l’Authority che negli USA emana i principi contabili che le imprese debbono seguire nella redazione dei bilanci, hanno sfoderato l’arma letale per mettere fine alla crisi finanziaria. In un solo colpo hanno reso inutile il Piano Re Mida di Geithner, consentendo direttamente alle banche interessate la facoltà di trasformare il letame in oro, senza alcun bisogno di passare per la manfrina del SuperFondo Pubblico-Privato.
La notizia-bomba è questa: praticamente è stato sospeso a tempo indeterminato il principio del “Mark to Market” nella valutazione di bilancio degli assets bancari.
Avviso subito che la notizia è uscita il giorno 2 di aprile, per cui non può essere il classico pesce.
D’ora in poi saranno le banche stesse a stabilire, a loro piacimento, il “fair value”, cioè il valore giusto da attribuire ai titoli in loro possesso.
La portata del provvedimento è enorme. Siccome i titoli tossici in possesso alle banche ai prezzi di mercato hanno valori irrisori, che, se evidenziati in bilancio, costringerebbero le banche a far emergere devastanti minusvalenze e causerebbero il fallimento tecnico di molte di esse, il FASB ha deciso di risolvere il problema alla radice, dando agli amministratori delle banche il potere di stabilire criteri alternativi di valutazione degli assets, a loro piacimento.
Si noti che l’enormità del provvedimento non sta soltanto nell’aver affossato un criterio di valutazione (il valore di mercato) sicuramente più oggettivo di qualsiasi altro, permettendo di utilizzarne altri certamente più “addomesticati”.
Già questo fatto sarebbe di per sé assai grave.
C’è molto di peggio. La scelta del “criterio alternativo” è demandata ai managers, in pieno conflitto d’interessi.
Si tratta di una vera e propria legalizzazione del falso in bilancio.
Molto peggio di quel che ha fatto nel nostro paese il Governo Berlusconi, quando aveva derubricato a reato amministrativo il falso in bilancio se non eccede il 10% del valore del patrimonio.
Da noi falsificare (ma non troppo) i bilanci non è reato, ma non è nemmeno legittimo.
In USA ora diventa del tutto legittimo. I bilanci bancari verranno automaticamente “disintossicati”, poiché i titoli tossici verranno mantenuti fino a scadenza al valore nominale o poco meno, giustificando la scelta con la presumibile rivalutazione che essi avranno quando l’uragano della crisi sarà passato. In ogni caso, se alla fine della tempesta molte “sofferenze” saranno diventate inesigibili, il problema delle svalutazioni sarà rinviato a quel momento.
La polvere sarà nascosta sotto il tappeto in modo molto più semplice di quello previsto dal Piano Geithner.
Si è così creata una sorta di “Second Life” per il sistema bancario americano. Come nel famoso sito in cui ognuno può scegliersi il suo aspetto virtuale. Chi si sente brutto può scegliersi l’aspetto fisico che preferisce (questo però lo fa anche ogni estate il nostro leader nella realtà). Chiunque può far vivere il suo “avatar” in un mondo virtuale che non ha legami con quello reale.
Da oggi anche le banche potranno creare l’avatar dei propri bilanci e presentarsi per quello che non sono.
L’uovo di colombo, per chi ha dimestichezza con i taroccamenti. Un disastro per chi crede che si debba ancora fare i conti con la vita reale.
I giornali di venerdì 3 aprile hanno motivato l’euforia delle borse del giono precedente con le decisioni del G20.
Macchè G20!! Le banche festeggiano la sanatoria del FASB.
C’è da chiedersi ora chi guarderà ancora il bilancio per valutare una banca….
L’astuto Tremonti, specializzato da sempre in finanza creativa, ha già capito tutto e non a caso sta strillando affinchè anche in Europa si adottino gli stessi principi contabili.
In fondo è solo questione di fiducia, ci dicono.
Allora se non riusciamo a trovare le ragioni di speranza nella realtà delle cose non ci resta che affidarci al mondo virtuale di second life. I disoccupati si diano da fare a crearsi un avatar che lavori su second life. Chi si è visto bruciare tutti i soldi reali provi ad arricchirsi nel mondo immaginario.
Anzi, dagli USA ci arriva il consiglio di abolire la realtà e sostituirla con l’immaginazione, esercizio nel quale noi italiani, guidati dal nostro leader, siamo maestri.
Attendo con ansia che il nostro governo prenda spunto dagli americani e salvi le banche italiane con lo stesso metodo introdotto dal FASB.
Poi che si abolisca il pessimismo per decreto-legge, istituendo il divieto di fare previsioni negative e l’obbligo di pensare positivo.
Poi verrà E, visto che ci siamo, perché non determinare i prezzi di borsa tramite un’authority governativa che tenga conto della legittima aspirazione di tutti ad arricchirsi, sempre e comunque.
Un’ulteriore legge potrebbe stabilire l’eliminazione dell’inverno ed il sole tutto l’anno.
Infine, ma solo per i credenti, si potrebbero diramare disposizioni alla Santa Sede affinchè prenda atto che il Paradiso si è spostato sulla terra.
Il Grande Fratello, quello di Orwell, non quello di Mediaset, è già in azione.
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