domenica 10 agosto 2014

Da economia ad EGOnomia il passo è breve

di Gabriele e Vittorio Magrì per collana eXoterica


Perché il nostro barbiere guadagna tra i 15 ed i 20.000 “euri” all’anno mentre il barbiere di Montecitorio 130.000? Cosa avranno di particolare le argentee chiome dei politici? A quale insostenibile responsabilità vengono sottoposti questi professionisti dell’onorevole cuoio capelluto? Dando per scontato (che poi tanto scontato non è) che questi due lavoratori svolgano con pettini e forbici la stessa identica attività, come si è arrivati a tale discrepanza di trattamento economico?

Sembrerà strano ma la suddetta situazione ed altre innumerevoli barzellette (tratte da storie vere che non fanno ridere nessuno) sono la logica conseguenza di una malattia interiore dell’uomo moderno: l’Ego smisurato. L’Ego di per sé è neutro, né negativo e né positivo
ma avendo raggiunto le dimensioni odierne è diventato il fattore principale del “Razzismo economico” imperante nonché della stessa crisi economica che tutti noi conosciamo bene. Un Ego equilibrato aiuta l’uomo nello sviluppo delle sue potenzialità, nella sana competizione, nel superamento dei propri limiti a vantaggio proprio e contemporaneamente della collettività. Un Ego squilibrato porta invece, senza troppi giri di parole, all’autodistruzione poiché contiene in sé il seme del fallimento. Questo seme si chiama “senso di separazione” ed è un fenomeno contro natura che porta una persona, una casta, una Nazione a sentirsi superiore ad un’altra. Quando si è ammalati di “senso di separazione” non ci sentiamo un tutt’uno con gli altri e con l’ambiente che ci circonda:

* ci viene spontaneo gettare una carta per terra perché non consideriamo l’ambiente parte di noi.

* ci viene spontaneo occupare due posti-auto quando parcheggiamo perché non consideriamo gli altri automobilisti parte di noi.

* ci viene spontaneo concepire e promulgare leggi a favore di pochi perché non consideriamo il cittadini parte di noi.

* ci viene spontaneo fingere di essere ciechi e percepire pensioni d’invalidità perché non consideriamo lo Stato parte di noi.

Come vediamo il “senso di separazione” non è a “senso unico”: si verifica dall’alto verso il basso ma spesso e volentieri dal basso verso l’alto. La crisi economica è quindi sicuramente una conseguenza dell’Ego abnorme, dell’individualismo spinto ai massimi livelli nei decenni/secoli passati ma ne è anche la cura. La crisi economica sta suggerendo-obbligando l’Ego umano a ridimensionarsi ad ogni livello; sta spingendo all’unità per combattere la separazione. Invita a collaborare e non più a competere. Propone un nuovo modo di intendere il benessere, la crescita e la felicità. Non si può essere davvero felici nel mangiare caviale ed aragoste quando il tuo vicino sta legando il cappio al soffitto per la vergogna di non poter dare una fetta di pane al figlio.

Quando diventeremo consapevoli di essere un unico organismo, smetteremo di sentirci separati e farci la guerra l’un l’altro. Quando il tuo bene sarà il mio bene e viceversa allora l’unione farà la forza e chi oggigiorno muove i fili dell’economia mondiale dovrà aggrapparsi al tram perché nessun illuminato, massone, politico e perfino rettiliano potrà sottomettere un popolo unito e consapevole. Il pastore ha potere fin quando le pecore glielo permettono, la storia insegna questo.

di Gabriele e Vittorio Magrì autori del libro “EGOnomia – La crisi economica ha origine nel cuore”

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