lunedì 11 agosto 2014

Finale NCAA 1966. Texas Western: il trionfo dell’eguaglianza.

La finale NCAA del 1966 tra Texas Western (oggi rinominata UTEP) e Kentucky è ricordata da tutti principalmente per il suo predominante aspetto razziale che ha ispirato un famoso movie Glory Road basato sulle vicende di quello storico team.
Molto si è scritto ed ancora si scriverà a proposito di quella squadra e delle vicende che accompagnarono il suo trionfo e come spesso accade quando si parla di diritti civili ed integrazione razziale, ci sono versioni contrastanti che rivisitano quella stagione del team del College sito in El Paso, ed alcune di esse smentiscono clamorosamente quanto narrato in Glory Road.

Se molti testimoni di quella famosa partita sono concordi nel riconoscere che quell'evento è stato in un certo senso strumentalizzato per ergerlo a simbolo di un cambiamento nello sport ed in generale nella società americana che sarebbe probabilmente avvenuto naturalmente anche senza di esso, è anche vero che la storia dei sette afroamericani di quella squadra così come appare nel film sembra distante ed avulsa dal movimento per i diritti civili e dalle proteste delle pantere nere impegnati nella battaglia contro la segregazione.
Lunica cosa certa che si può affermare è che quella gara mostrò all'America degli anni 60 come un team con lo starting five interamente composto da neri fosse in grado di sconfiggere un team tutto bianco come era Kentucky, aprendo decisamente le porte dei College ai giocatori di colore.
Prima di allora nessun coach di College Basketball aveva mai cominciato una gara con cinque giocatori neri e quella era la prima volta che a contendersi un titolo NCAA cerano un team completamente bianco ed un altro con uno starting five all black
( Cincinnati nel 62 e Loyola Chicago nel 63 usarono solo quattro afroamericani in quintetto per vincere il titolo).
Oggi a più di 40 anni di distanza non sembrano avere molto credito le storie sui presunti insulti razzisti dei giocatori di Kentucky ai danni di quelli di Texas Western né lequiparazione del coach di Kentucky, Adolph Rupp, allinfame sceriffo razzista dell Alabama, Bull Connor, anche se non si può negare la sua avversione verso i giocatori di colore.
Certamente Rupp non era un attivista per i diritti della minoranza nera, ma in quegli anni nel Kentucky come in molti altri stati americani, probabilmente non cerano molti bianchi che si agitavano e si battevano per i cambiamenti sociali, Rupp era semplicemente un uomo con le idee del suo tempo.

Allo stesso modo si può affermare che Don Haskins, coach dei Miners, non intendeva battersi per i diritti civili, né volesse provocare dei cambiamenti sociali, lunico suo obiettivo era costruire un team vincente e per far questo Haskins capì prima di ogni altro che era necessario reclutare anche giocatori neri.
A quei tempi era opinione diffusa tra tutti i maggiori esperti di sport americani che occorreva almeno un giocatore bianco in un quintetto che volesse aspirare al titolo, in quanto lasciare tutti neri sul parquet avrebbe fatto degenerare le partite in caos perché essi avrebbero finito col far prevalere i loro istinti animaleschi.
Un famoso sportswriter dellepoca così recitava descrivendo Texas Western: I Miners non si preoccupano molto della difesa, ma cercano solo di spingere la palla il più velocemente possibile verso il canestro, con un pallone da basket essi sono in grado di fare molte più cose che una scimmia su una liana di 15 metri in piena giungla.
Tutto questo senza aver mai visto allopera i Miners e solo per avallare le teorie razzistiche dellepoca.
In effetti era esattamente il contrario di quello che facevano i ragazzi di Don Haskins.
Texas aveva un gioco molto organizzato, disciplinato e basato su una grande difesa che seppe quellanno subire solo 62 punti per gara, era un team con un sistema di gioco molto bianco, mentre allopposto Kentucky era un team che preferiva il run and gun avendo giocatori piccoli, veloci ed atletici come Pat Riley, Larry Conley e Louie Dampier che fedeli allo stile di gioco di coach Rupp cercavano di correre e tirare ad ogni occasione.
Dei sette giocatori di colore presenti nel roster di Texas solo quattro sarebbero poi riusciti ad ottenere la laurea, ma molti non sanno che anche quattro membri del quintetto di Kentucky tra cui Riley e Dampier non riuscirono a terminare gli studi.
Informato dal coach Haskins che Rupp aveva dichiarato che un team di soli neri mai avrebbe battuto una sua squadra, il centro David (Big Daddy) Lattin cercò subito di smentire quellaffermazione.
Sul secondo possesso offensivo Lattin servito in area da Bobby Joe Hill, ( una minuscola point guard da molti paragonata al grande Nate Archibald), infilò una mostruosa schiacciata sulla faccia di Pat Riley urlando verso il futuro coach Nba Take that you white honky.
Honky era il termine usato dagli afroamericani per descrivere i bianchi in contrapposizione al nigger con cui essi venivano apostrofati.
Con quella schiacciata Lattin lanciò un chiaro messaggio ai Wildcats, i Miners non si sarebbero arresi facilmente quella sera nemmeno di fronte ai titolatissimi avversari.
Due layup consecutivi di Hill diedero il vantaggio ai Miners che non si fermarono più e grazie alla superiorità a rimbalzo e ad una difesa aggressiva riuscirono a tenere Kentucky sotto il 40% dal campo, chiudendo sul 72-65 ed infliggendo la seconda sconfitta dellanno ai delusi Wildcats.
David Lattin, Bobby Joe Hill, Willie Worsley, Orsten Artis e Harry Flournoy erano i componenti di quel quintetto che resero il basketball nero.

La sconfitta non fu mai digerita da Adolph Rupp che cercò di giustificarla in modo molto puerile, addossando le colpe agli arbitri, alle cattive percentuali dei suoi e persino accusando Texas di aver schierato giocatori ineleggibili.
Tuttavia fu proprio la figura di Adolph Rupp al quale sarebbe poi stata dedicata la celebre Rupp Arena di Lexington, con i suoi 4 titoli NCAA, il record di 749 vittorie e la sua ostilità verso i giocatori di colore che contribuì ad ampliare il significato di quella finale.
Quella sconfitta, lunica in una finale Ncaa subita da Rupp, segnò per sempre la vita del coach, tanto che gli amici che ebbero modo di vederlo negli ultimi giorni di vita in un ospedale di Lexington dove morì per cancro nel 1977, ricordano che Rupp anche in punto di morte continuava a lamentarsi con loro per quella partita la cui memoria avrà portato con sé nella tomba.
Negli anni precedenti quella finale diverse volte il presidente di Kentucky John W.Oswald aveva provato a convincere Rupp a reclutare atleti di colore così come avevano cominciato a fare gli altri atenei, ma Rupp si rifiutò sempre di seguire il consiglio del suo presidente.
Nella autobiografia dellassistente di Rupp allepoca, Harry Lancaster, Rupp dopo lincontro con Oswald riferisce al suo aiutante Harry, that son of a bitch is ordering me to get some niggers in here. What am I going to do? “.

Nel 1970 Tom Payne un centro di 7 piedi divenne il primo giocatore di colore ad indossare la maglia dei Wildcats, ma due anni dopo quando Payne lasciò, Kentucky ritornò ad essere un team tutto bianco, mentre anche altri college del profondo sud come Auburn e Mississipi avevano arruolato diversi neri nei loro team.
A riguardo sembra che Rupp avesse tentato di reclutare anche il grande Wes Unseld che poi avrebbe scelto Louisville, ma solo perché credeva Wes fosse bianco, mentre tutti gli altri grandi giocatori neri che tentò di portare a Kentucky, Jim McDaniels, Butch Beard e Clem Haskins rifiutarono tutti di giocare per lui.
Paradossalmente mentre Oswald tentava di spingere Rupp a reclutare afroamericani, il presidente di Texas Western Joseph Ray cercava di muovere Haskins nella direzione opposta.
Nonostante Ray spingesse per avere almeno un bianco in quintetto, Haskins continuò però col quintetto nero per i Miners e la scelta si rivelò vincente.
Probabilmente Haskins non avrà mai pensato di riscrivere la storia del basket schierando cinque neri in quintetto, lunica cosa che a lui premeva era di partire con i suoi cinque giocatori migliori, indipendentemente dal colore della loro pelle.
Negli anni in cui era vietato reclutare giocatori neri nelle maggiori università del Sud e Sud Ovest, Haskins li accolse molto volentieri nella sua Texas Western, reclutandoli a New York, Detroit e Gary nellIndiana.

Rus Bradburd assistente di Haskins ad UTEP negli anni 80 ricorda come anche negli anni precedenti Haskins avesse reclutato atleti neri e tra questi il grande Nolan Richardson che giocò per i Miners dellanno prima del titolo.
In quegli anni ricorda ancora Bradburd non cerano molti segni visibili di quella vittoria ad Utep, giusto un piccolo trofeo in legno, e solo nel 1986 in occasione del 20°anniversario lUniversità pensò di celebrare quel successo invitando per la prima volta i giocatori di quel team.
Willie Worsley che faceva parte del trio di guardie schierato in quintetto da Haskins, ricorda che dopo la vittoria, al ritorno dallaeroporto ci fu solo un piccolo banchetto ed una parata, dopodiché era già tutto finito. Essi non ricevettero mai la giusta considerazione al campus ed anche dopo quella gara continuarono ad essere trattati come animals dai loro coach e compagni di college bianchi.
Lunica cosa che dovevano fare era giocare a basket, dopo le gare essi continuavano ad alloggiare nei dormitori a loro riservati e più volte membri dellamministrazione incluso il direttore atletico George McCartney si rivolgevano a loro usando il termine nigger e rendendoli vittime delle loro stupide barzellette razziste.
La discriminazione che essi sperimentarono a Texas Western è completamente assente nel film Glory, dove persino McCartney è descritto come un liberale promotore dellintegrazione razziale.

Il titolo conquistato da Texas Western se da un lato contribuì decisamente a far crollare le barriere razziali, sfidando le prevalenti percezioni razziste del tempo, dallaltro non eliminò del tutto la forma di discriminazione peggiore, quella di cui anche oggi sono vittima gli uomini di colore, secondo cui la loro primitiva abilità atletica comune anche alle scimmie ed agli altri animali è anche la prova della differenza biologica tra le due razze.
Don Haskins allenò sino al 1999 non raggiungendo mai più una Final Four, mentre nellultima delle 1066 gare di Rupp a Kentucky nel marzo del 1972, i Wildcats persero contro Florida State.
Anche quel giorno Kentucky era un all white team, mentre Florida State schierò in quintetto cinque giocatori neri.

http://www.all-around.net/2007/06/09/finale-ncaa-1966-texas-western-il-trionfo-delleguaglianza/

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