giovedì 11 settembre 2014

IL premio nobel per la Pace (2009) Barakka Obama lancia la GUERRA col benestare dell'Unione Europea, anch'essa premio nobel per la PACE (2012)..


IL DISCORSO ALLA NAZIONE

Obama: «Distruggeremo
i terroristi Isis, ovunque siano»

Il presidente Usa svela la nuova strategia per combattere il terrorismo in Siria, ma promette: «Non saranno coinvolte truppe americane»

di Massimo Gaggi

NEW YORK – Nell’atteso discorso notturno alla nazione Barack Obama presenta il suo piano per distruggere l’Isis, lo Stato terrorista che in pochi mesi si è consolidato a cavallo tra Siria e Iraq. Il presidente promette agli americani di difenderli dagli attacchi degli eredi di Al Qaeda con un’intensificata azione di “intelligence” antiterrorismo ispirata a quelle condotte con un certo successo in Yemen e Somalia. Ma, soprattutto, annuncia un’intensificazione dei bombardamenti
. Le 150 missioni fin qui realizzate hanno avuto motivazioni umanitarie (evitare genocidi delle minoranze religiose ed etniche) o sono state giustificate con la necessità di proteggere i cittadini americani che risiedono nella regione. Non più: d’ora in poi quella dell’America e dei suoi alleati sarà una campagna sistematica di attacchi aerei in Iraq ma anche in Siria che durerà mesi e avrà l’obiettivo esplicito di distruggere l’Isis che, dopo molti tentennamenti, la Casa Bianca si è ormai decisa a considerare una minaccia gravissima per il mondo arabo e anche per tutto l’Occidente.


 475 militari in partenza
Una minaccia che va neutralizzata a tutti i costi. Solo pochi mesi fa Obama aveva preso sottogamba l’Isis definendola, usando un’immagine sportiva, la squadra giovanile (se paragonata ad Al Qaeda). Ma in pochi mesi il «califfato» di al-Baghdadi ha conquistato vaste parti dell’Iraq e della Siria, costringendo Washington a cambiare registro. Col discorso di ieri, concepito per cercare di cancellare la sensazione di non avere una strategia davanti alla minaccia del quasi-Stato terrorista, il presidente ha annunciato, di fatto, che l’America è entrata in un altro lungo conflitto, anche se senza truppe combattenti su suolo straniero. L’esito della guerra è affidato, oltre che ai raid aerei, all’appoggio che l’America e i suoi alleati daranno alle forze di terra dell’Iraq e ai ribelli filo-occidentali della Siria. Washington ha già mandato in Iraq centinaia di consiglieri militari. Altri 475, ha annunciato ieri sera Obama, partiranno nei prossimi giorni. L’America non agirà da sola ma guiderà una coalizione che dovrebbe arrivare a mettere insieme una quarantina di Paesi. Una decina di nazioni occidentali, Italia compresa, si sono già impegnate la settimana scorsa, al vertice della Nato in Galles.

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