martedì 11 novembre 2014

Referendum in Catalogna: l’80% insegue il sogno dell’indipendenza

Hanno votato due milioni di catalani su oltre 6 aventi diritto. Mas: «Avanti contro l’intransigenza del governo, da noi lezione di democrazia»

Una giornata di “pieno successo”, come ha detto fin dalla chiusura dei seggi, guardando i dati di affluenza, il presidente catalano Arthur Mas, o una consultazione “sterile e inutile”, secondo il parere di Madrid, affidato al ministro della giustizia dal nome predestinato, Rafael Català: «Un atto di propaganda politica, senza validità democratica»? Per avere una risposta bisognerà attendere gli sviluppi della vicenda che ormai da mesi tiene impegnato il premier Rajoy, del tutto sfavorevole all’indipendenza della ricca regione costiera e nemmeno troppo disposto a concedere ulteriori autonomie o aperture, come invece vorrebbe chiedere Mas che, a quanto si apprende, scriverà al premier già lunedì.

La Catalogna ha votato domenica in urne di cartone per il suo sogno indipendentista, sfidando il divieto della Corte costituzionale spagnola e la minaccia dell’arresto dei presidenti dei seggi,
in una consultazione simbolica, che vuole essere l’anticipo di quella legale. «Ci siamo guadagnati sul campo il diritto a un referendum definitivo», aveva detto il presidente catalano Artur Mas (CiU), assumendosi la «responsabilità legale» dell’intero processo partecipativo, fra l’entusiasmo alle stelle del popolo indipendentista, che lo ha accolto alla Escola Pia, dove ha depositato nelle urne il suo doppio sì: alla Catalogna come stato, che sia uno stato indipendente.

Alcuni partiti politici unitaristi, tra cui UPyD (socialisti dissidenti) e Plataforma per Catalunya (estrema destra) avevano chiesto il sequestro delle urne, ma i magistrati l’hanno ritenuta una misura eccessiva. Martedì la Corte costituzionale aveva decretato la sospensione cautelare della consultazione sull’indipendenza, alternativa al referendum, già bocciata il 29 settembre dall’Alta corte. L’esecutivo di Artur Mas ha deciso di svolgere comunque il processo partecipativo. Nell’impossibilità di definire un censo elettorale e in mancanza di una Giunta elettorale centrale, lo scrutinio non ha nessun valore legale. «Madrid ha risposto cone miopia e intolleranza», sono state le parole di Mas mentre aspettava i risultati definitivi.

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