mercoledì 3 dicembre 2014

SI' DEL SENATO ALLA PROPOSTA M5S DI PREVENZIONE ALIMENTARE A SCUOLA: presentazione di Enza Blundo



"L'aula del Senato ha approvato ieri una mozione del MoVimento 5 Stelle che impegna il Governo ad incentivare e sostenere, già dalle scuole primarie, serie politiche di prevenzione alimentare e sanitaria, sulla base dei recenti studi sul fruttarismo sostenibile e del progetto europeo Frutta nelle scuole." A dichiararlo i cittadini al Senato del M5S Enza Blundo, Elena Fattori e Luigi Gaetti.

" Il Ministro - continuano i Cittadini- si è anche impegnato a promuovere, in collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado, programmi e corsi di educazione alimentare, nonché ad aumentare le risorse da destinare ad università ed organismi di ricerca, al fine di garantire la futura formazione di eccellenti professionalità in ambito sanitario, veterinario ed agrario".
"Occorre ripensare totalmente non solo le abitudini e le convinzioni che sottendono alla nostra alimentazione, ma anche le dinamiche del ciclo produttivo, favorendo la conversione della zootecnia e dell'agricoltura in carpotecnia sostenibile, ossia nella tecnologia applicata al frutto
, anche nell'ottica della necessaria diminuzione degli sprechi alimentari. È questo - aggiungono gli esponenti del M5S - un ulteriore impegno preso dal Governo, che va ad affiancarsi a quello assunto per la revisione delle regole che disciplinano gli appalti nel campo della ristorazione e dei servizi di ospitalità alberghiera. "Ci auguriamo, a questo punto, che il Ministro delle Politiche Agricole Martina passi il prima possibile dalle parole ai fatti"- concludono i Cittadini.

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2014/06/si-del-senato-alla-proposta-m5s-di-prevenzione-alimentare-a-scuola.html

Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 264 del 18/06/2014


ENZA BLUNDO (M5S). Signora Presidente, colleghi, «Chi mangia dimentica la fame altrui» diceva il medico e saggista austriaco Franz Fischer. Sulla base di questa sua convinzione, secondo i drammatici dati diffusi dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, in questo momento storico ci sono 925 milioni di persone affamate di cui ci stiamo dimenticando.
Dopo la parziale riduzione registratasi negli anni Ottanta e nella prima metà degli anni Novanta, il numero di coloro che soffrono la fame è ritornato drammaticamente a salire, a causa dei continui e repentini cambiamenti climatici, della scarsità delle infrastrutture agricole ma soprattutto dell'eccessivo sfruttamento dell'ambiente.
Paradossale è che, secondo le ultime statistiche della FAO, il 98 per cento delle persone che si trovano in una condizione di povertà estrema e di malnutrizione viva nei Paesi in via di sviluppo. Tale dato deve farci riflettere non solo sul modello di sviluppo economico adottato da questi Paesi, geograficamente collocati in Asia, America Latina e vicino Oriente, ma anche sulla validità della dicitura «Paesi in via di sviluppo» per Nazioni che all'incremento vertiginoso del PIL non fanno poi corrispondere un proporzionale incremento dei diritti.
Ancor più paradossale è che, nonostante tali criticità, non si faccia assolutamente nulla per ridurre lo spreco di tonnellate di cibo, quantificato annualmente in 1,3 miliardi di tonnellate, e per ridurre l'ingente spesa pubblica sanitaria. Infatti, nutrire in modo corretto e regolamentare i mercati sono gli obiettivi da darsi per contrastare la povertà, la fame e la malattia, piuttosto che nascondere gli interessi economici dietro apparenti interessi di salute e benessere.
Occorre pensare ad una vera e propria rivoluzione alimentare e ad un diverso approccio con il cibo. Per questo serve anche una nuova educazione alimentare che prenda avvio nelle scuole primarie e si ispiri ai recenti e validissimi studi anche sul «fruttarismo sostenibile» e sulla «alimentazione alternativa», oltre che al progetto europeo «Frutta nelle scuole», finalizzato ad educare i bambini già dalla tenera età ad abitudini alimentari più corrette. Occorre rendere il consumatore consapevole degli sprechi di cibo, di acqua e di energia.
È evidente, quindi, il bisogno di un riequilibrio di questa gestione scellerata delle risorse, nella direzione di una netta diminuzione del numero degli allevamenti intensivi e della quantità di terreni e di suolo adibita all'alimentazione degli animali a vantaggio di una vera e propria eco-conversione, anche parziale, della zootecnia in carpotecnia, ossia in tecnologia applicata al frutto, che preveda coltivazione con metodi biologici e biodinamici, e il rispetto delle condizioni di terreno e clima adatti alle specie vegetali maggiormente compatibili con la specie umana (frutta dolce, frutta grassa, frutta ortaggio), attraverso la sempre valida leva dell'incentivo fiscale.
L'eco-conversione in carpotecnia della zootecnia incrementerebbe la produttività e ridurrebbe i costi di produzione consentendo altresì una riduzione del consumo di acqua necessaria per gli allevamenti intensivi. Negli ultimi anni il consumo di carne e di ogni altro cibo di origine animale ha prodotto un considerevole aumento del numero degli animali allevati che per svilupparsi, crescere e produrre hanno anche loro bisogno di nutrirsi. Tuttavia, le risorse alimentari consumate da questi animali sono di gran lunga maggiori di quelle che producono sotto forma di carne, latte e uova.
Credo quindi sia importante, colleghi, pensare ad una vera e propria rivoluzione dell'educazione alimentare. È importante soprattutto ripensare lo scellerato uso che facciamo dei terreni coltivabili destinati, con prevalenza assoluta, alla zootecnia. (Applausi dal Gruppo M5S).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Elena Ferrara. Ne ha facoltà.

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00777234&part=doc_dc-ressten_rs-gentit_ddm100262t2100269e100275ppgpicpe2015-trattazione_d-intervento_blundom5s&parse=no

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