venerdì 10 aprile 2015

Corte d'appello su Ustica: FU UN MISSILE LANCIATO DA UN ALTRO AEREO A FAR ESPLODERE IL DC9 ITAVIA

Ustica, rigettato il ricorso dello Stato: «I ministeri devono risarcire vittime»
La decisione della prima sezione civile della corte d’appello di Palermo. In primo grado i familiari delle vittime si erano visti riconoscere un danno pari a oltre 100 milioni di euro



Lo Stato non garantì la sicurezza in volo del Dc9 e quindi dovrà risarcire le vittime. Detta in breve, è quanto stabilito dalla prima sezione civile della corte d’appello di Palermo che oggi, mercoledì, ha rigettato gli appelli promossi dall’Avvocatura dello Stato contro quattro sentenze emesse nel 2011 dal tribunale del capoluogo siciliano in merito alla vicenda del disastro del Dc-9 Itavia. Il vettore, colpito da un missile, precipitò al largo di Ustica il 27 giugno 1980 causando 81 morti. A ricorrere al rito civile, citando i Ministeri dei trasporti e della difesa, erano stati 68 familiari delle vittime assistiti dagli avvocati Daniele Osnato e Alfredo Galasso che in primo grado si erano visti riconoscere un danno pari a oltre cento milioni di euro.

Per i giudici rimane perciò confermata la responsabilità dei due dicasteri per non aver assicurato adeguate condizioni di sicurezza al volo Itavia 870. La Corte d’Appello ha dichiarato anche la prescrizione al risarcimento da depistaggio per intervenuto decorso del termine quinquennale. Ha però confermato il risarcimento da fatto illecito rinviando all’udienza del 7 ottobre 2015
per l’esatta quantificazione del danno.

La sentenza inoltre ha ribadito che fu un missile, e non una bomba piazzata a bordo, a sfracellare il Dc9 Itavia Bologna-Palermo. Quanto avvenne nei cieli del basso Tirreno in occasione della strage di Ustica è da addebitarsi dunque a un missile lanciato contro il Dc-9 da un altro aereo che intersecò la rotta del volo Itavia e sono da escludersi le ipotesi alternativa della bomba collocata a bordo o del cedimento strutturale.

informazione completa qui



Nessun commento:

Posta un commento