venerdì 22 maggio 2015

I geni del sistema immunitario e le stagioni: d'inverno il corpo subisce maggiore acidosi infiammatoria

In inverno le malattie autoimmuni peggiorano perché si attivano le difese immunitarie

I geni umani risentono dell’impatto delle stagioni. Un quarto del nostro Dna, ossia poco più di 5.000 dei circa 23.000 del nostro patrimonio genetico, si comporta in modo diverso in estate o in inverno, diventando più o meno attivo. Pubblicata sulla rivista Nature Communication http://www.nature.com/ncomms/index.html , la ricerca è stata coordinata da John Todd, del Wellcome Trust Diabetes and Inflammation Laboratory di Cambridge. I ricercatori hanno scoperto che i geni coinvolti nella difesa dell’organismo lavorano di più nei mesi freddi.

La scoperta è stata possibile grazie all’analisi dei campioni di sangue e tessuti adiposi di 16.000 persone che vivono in Paesi di entrambi gli emisferi. Analizzando il funzionamento di circa 22 mila geni, gli studiosi hanno scoperto che circa un quarto mostrava chiari segni di «variazione stagionale», cioè la sua attivazione era più forte in inverno che in estate. In particolare, è emerso che durante i mesi invernali – tra dicembre e febbraio a nord dell’equatore e tra giugno e agosto nell’emisfero meridionale – erano più attivi i tratti di Dna coinvolti nel processo immunitario e nelle infiammazioni. Le differenze stagionali ci sono a tutte le latitudini e nelle diverse etnie, ad eccezione degli Islandesi. Forse, ipotizzano i ricercatori, perché questa popolazione è esposta a quasi 24 ore di luce in estate e ad altrettante ore di oscurità in inverno


 Il risultato di questo studio aiuterebbe a spiegare perché alcune malattie, come quelle cardiache, quelle autoimmuni come l’artrite reumatoide e il diabete di tipo 1, si aggravano in inverno mentre migliorano in estate. Nei mesi freddi, la maggiore operosità del sistema immunitario si traduce, infatti, in un peggioramento delle patologie autoimmuni, che sono caratterizzate dall’azione anomala delle difese immunitarie, che rivolgono i loro attacchi contro l’organismo anziché verso l’esterno. Tuttavia, conclude lo studio, non è ancora chiaro quale meccanismo ci sia alla base di questa variazione stagionale del sistema immunitario.

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