Abbiamo accennato, nella parte prima, al contesto socio-economico in cui è vissuto Darwin; in questa parte seconda, cercheremo di illustrare, attraverso i personaggi più importanti il livello di conoscenza raggiunto dalle scienze naturali nei secoli XVII – XVII – XIX.
1) – Francesco Redi ( 1626 – 1697 )
Naturalista, poeta, operò alla corte dei Medici a Firenze, sotto Ferdinando II ed il figlio Cosimo III, sostenitore dei principi Galileiani, difendeva la ricerca disinteressata della verità da parte della scienza, senza nessun vincolo autoritario se non quello legato all’esperienza (riteneva validi i metodi di ricerca da lui definiti le “sensate esperienze”).
Confutò la generazione spontanea, nel suo “Esperienze intorno alla generazione degl’insetti”, dove rivendicava la validità della generazione parentale; quest’opera viene considerata un capolavoro della letteratura scientifica.
2) – Pierre Louis Moreau de Maupertuis ( 1698 – 1759 )
Filosofo, fisico, matematico, formulò in fisica il “principio di minima azione” che divenne poi il “Principio di Maupertuis”, basato sul finalismo in meccanica, tratta lo studio della propagazione della luce.
Sostenitore delle teorie di Newton, le introdusse e divulgò in Francia attraverso alcune opere, la più importante delle quali “Figures des astres” venne pubblicata nel 1732; nella quale formulava anche la sua ipotesi sulla forma della Terra, che si rivelerà esatta.
Nel 1738 pubblicò “Sur la figure de la Terre”, resoconto di un viaggio in Lapponia per la misurazione di un grado di meridiano, che confermò la validità della sua ipotesi della Terra schiacciata ai poli.
Nel 1745 pubblica in anonimo l’opera “Venus physique”, un trattato filosofico-naturalistico, ove parlando di embriologia, propone un’ipotesi di evoluzione spontanea dei viventi.
3) – Georges Louis Leclerc Conte di Buffon ( 1707 – 1788 )
Matematico, cosmologo, naturalista, dal 1733 membro dell’Accademia delle Scienze di Francia, quale matematico fu tra i primi ad occuparsi del calcolo differenziale ed integrale; come Maupertuis, fu sostenitore e divulgatore della teoria di Newton, fu anche esponente del movimento scientifico legato all’Illuminismo.
La sua opera più importante e famosa, che lo impegnò per la maggior parte della vita, fu la monumentale “L’histoire naturelle, générale et particuliére”, pubblicata tra il 1749 ed il 1789 in 36 volumi di cui 8 postumi (l’ultimo pubblicato nel 1804); un contributo importante per l’epoca nel campo delle scienze naturali.
In questo ciclopico compendio sulla natura, Buffon fu tra i primi naturalisti ad ipotizzare la variazione dei viventi, attraverso l’ininterrotta l’influenza dei fattori ambientali, infatti confrontando le dimensioni di specie simili, dei diversi continenti (Europa/Africa e Americhe), affermò:
“Non sarebbe dunque impossibile che, anche senza invertire l’ordine della natura, tutti questi animali del Nuovo Mondo, fossero gli stessi di quelli del Vecchio, dai quali avrebbero in altri tempi tratto la loro origine; si potrebbe dire che, essendo stati separati con il passare del tempo da mari immensi e da terre impraticabili, essi abbiano subito gli effetti di un clima nuovo e diverso e che di conseguenza si siano rimpiccioliti e snaturati”.
L’Histoire Naturelle, viene considerata più un’opera divulgativa, che un saggio scientifico, in virtù delle numerose imprecisioni e superficialità che emergono; infatti è caratterizzata dall’assenza di classificazioni, da carenze osservative (che gli fanno confondere classi di uccelli), da rappresentazioni rudimentali dei gruppi, da assenza di “sistematicità”, di ordine e chiarezza.
Buffon, nel 1778 pubblica un supplemento alla sua Histoire, dal titolo “Les èpoque de la nature, dove parla di cosmologia, ed in particolare dell’origine del sistema solare, dell’origine ed età della Terra, da lui ipotizzata in 75.000 anni; questa posizione scatena la reazione della Chiesa cattolica, che arriva persino a bruciare nelle pubbliche piazze i suoi libri.
Buffon sosteneva che la specie imparentate, discendono da un unico progenitore comune, per
degenerazione; fu tra i primi a sostenere la generazione spontanea degli organismi (abiogenesi), la vita per lui è una organizzazione spontanea della materia, una proprietà aggregante, finalizzata alla complessità (intesa come organizzazione e perfezione) dei viventi.
4) – Carl Linnaeus ( 1707 – 1778 )
Svedese, coetaneo di Buffon, nella sua “Systema naturae, siver tria regna naturae systematicae proposita per classes, genera et species”, pubblicata nel 1735, introduce una rivoluzionaria innovazione nella classificazione dei viventi, tramite una semplice (per questo rivoluzionaria) operazione; mette ordine nella conoscenza naturalistica del XVIII secolo; suddivide la natura in tre regni, Minerale, Vegetale ed Animale e dà loro un ordine gerarchico, suddivide ogni regno in classi, le classi in ordini, gli ordini in generi, ed infine i generi in specie; dà poi loro un nome e cognome, cioè una combinazione di due parole (binomio).
Questo sistema funziona talmente bene che è tuttora adottato ed apprezzato per la sua semplicità; è stato solo implementato, aggiungendo caratteristiche biochimiche e genetiche agli organismi (cosa peraltro auspicata dallo stesso Linneo, con una sorprendente lungimiranza scientifica).
La filosofia scientifica di Linneo è mirabilmente riassunta in questa sua frase, dove afferma di non prendere in considerazione “…tutto ciò che non cade, con l’aiuto di una lente, sotto il dominio dei sensi …”.
La sua posizione, riguardo l’origine degli esseri viventi, è a sostegno dell’immutabilità ed eternità delle forme, per questo fu sempre in contrasto assoluto con Buffon.
Profondamente cattolico, Linneo appartiene alla corrente di pensiero definita della “teologia naturale”, rifiorita nel XVIII secolo, ma che da sempre accompagna la cultura cattolica.
5) – Lazzaro Spallanzani ( 1729 – 1799)
Abate dell’ordine dei Gesuiti, biologo, docente universitario, direttore del museo di storia naturale dell’Università di Pavia.
Nel 1765 pubblica “Saggio di osservazioni microscopiche concernenti il sistema della generazione de’ signori Needham e Buffon”, frutto delle sue ricerche relative alla generazione spontanea, da lui confutata con esperimenti accurati grazie all’uso del microscopio.
Nel 1777, Spallanzani fu il primo biologo al mondo a sperimentare, prima su delle rane, poi su dei cani, la fecondazione artificiale, con successo; questi esperimenti facevano seguito e confermavano le sue ricerche sull’infondatezza della generazione spontanea.
6) – Erasmus Darwin ( 1731 – 1802 )
Filosofo, poeta, naturalista, nonno di Charles Darwin, nella sua opera “Zoonomia”, formulò ipotesi riguardanti l’evoluzionismo biologico, attraverso la graduale trasformazione dei viventi.
Anticipò sia Lamarck, che suo nipote Charles, il quale fu indubbiamente influenzato dalle teorie di Erasmus, anche se fece sempre credere il contrario, in virtù della diversa visione religiosa dei due.
7) – Jean Baptiste Monet, cavaliere di Lamarck ( 1744 – 1829 )
Zoologo, naturalista, collaboratore ed amico di Buffon, nel 1778 pubblica “Flore Française”, nel quale propone un metodo per la classificazione delle piante, ancora oggi utilizzato.
Philosophie Zoologique, pubblicata nel 1802, è l’opera che lo caratterizza maggiormente, e nella quale è proposta una teoria che anticipa l’evoluzionismo darwiniano; “eredità dei caratteri acquisiti”, è il nome che è stato dato alla sua ipotesi di variazione biologica dei viventi, causata dai mutamenti ambientali.
Secondo Lamarck, infatti, sono le lentissime e millenarie variazioni ambientali a condizionare, la morfologia dei viventi e a creare nuove specie, sempre più complesse e perfette, le quali al culmine della perfezione regrediscono ritornando allo stato inorganico dal quale provengono, in un incessante pendolo biologico.
Fu sempre in contrapposizione allo staticismo ed immutabilità delle specie sostenuto da Linneo.
8) – Georges Cuvier ( 1769 – 1823 )
Naturalista, fu professore di anatomia al Museo Nazionale di Storia Naturale a Parigi, ebbe importanti incarichi durante il periodo napoloenico, che mantenne anche dopo la restaurazione.
Cuvier è definito il padre dell’anatomia comparata, per i suoi studi sulle corrispondenze strutturali e morfologiche dei diversi organismi, che lo portarono ad affermare che i vari “Tipi” degli attuali viventi, sono assolutamente diversi tra loro, e per nulla collegati da ipotetici processi di trasformazioni biologico-strutturali.
Nel 1812 pubblica “Recherches sur les osssements fossiles de quadrupedes”, nel quale evidenzia come le sue classificazioni di animali fossili, (ad esempio l’Anoplotherium – Alce irlandese – ), non abbiano corrispondenti con organismi recenti.
Si trovò sempre agli antipodi delle ipotesi proposte da Lamarck, sulla variazione dei viventi, portò come esempio di immutabilità delle forme, i reperti fossili e mumificati rinvenuti nelle tombe egizie e gli affreschi delle stesse, che corrispondevano ad organismi attualmente viventi.
Confutò sopratutto l’affermazione secondo la quale con l’allevamento si sarebberero create nuove specie, affermando che le stesse ricollocate in natura riassumevano le forme originali.
9) – Etienne Geoffroy de Saint Hilarie ( 1772 – 1844 )
Zoologo, naturalista, fu dal 1793 professore di zoologia dei mammiferi e degli uccelli presso il Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, collega quindi di Lamarck; nel 1807 divenne professore di zoologia presso l’Università di Parigi.
Profondamente influenzato da Goethe, dalle ricerche dei naturalisti tedeschi e dalla loro “Naturphilosophie”, nel 1818 pubblica “Philosophie anatomique”, un’approfondita analisi sull’anatomia comparata e sull’organizzazione biologica dei viventi, in sintonia anche con le ipotesi di Cuvier, con il quale collaborava fin dal 1794, e che sfociò nella pubblicazione di cinque memorie di storia naturale.
Fu tra i primi a dare risalto all’embriologia, per lo studio delle corrispondenze organizzative tra i viventi.
10) – Karl Ernst von Baer ( 1792 – 1876 )
Medico, fondatore dell’embriologia comparata, formulò le “leggi dello sviluppo” (Entwicklungsgechichte), considerate da molti la più grande teoria biologica del XIX secolo. Le leggi dello sviluppo di Von Baer affermano:
1) I caratteri generali di un grande gruppo di animali appaiono nell’embrione prima dei caratteri
specifici.
2) Le caratteristiche meno generali, si sviluppano delle più generali e così via, sinchè compaiono
quelle più specializzate.
3) L’embrione, anziché passare attraverso gli stadi di altri animali, si allontana da essi.
4) L’embrione di un animale superiore non somiglia mai all’adulto di un animale inferiore.
In altre parole, lo sviluppo è un processo di individualizzazione, che procede dal generale al particolare. (*)
11) – Gregor Johann Mendel ( 1822 – 1884 )
Canonico agostiniano, zoologo e botanico, viene considerato il padre della moderna genetica; dedicò 7 anni della sua vita a sperimentare incroci sulle piante di “Pisum sativum” (pisello), per cercare di svelare i segreti della trasmissione ereditaria dei caratteri genetici, in seguito a questi esperimenti, giunse alla formulazione delle tre leggi che portano il suo nome. Le leggi di Mendel si basano sull’ipotesi che ogni carattere è determinato da un “fattore” che non subisce modificazioni nel passaggio dai genitori ai figli.
Compì una vera e propria rivoluzione nel campo delle scienze naturali, applicando metodi matematici (statistica, calcolo delle probabilità) allo studio dell’eredità biologica.
I risultati dei suoi esperimenti, non suscitarono l’interesse che meritavano, quando nel 1865 li presentò ad un congresso di Scienze Naturali, motivo per il quale abbandonò le ricerche.
Fu rivalutato nel 1900, grazie a De Vries, Correns, Tschermak secondo i quali con Mendel il concetto evoluzionista della “variazione continua” era stato smentito.
12) – Ernst Haeckel ( 1834 – 1919 )
Consegue il dottorato in zoologia, dopo la laurea in medicina ottenuta nel 1857 a Berlino, dal 1862 al 1909 è docente di anatomia comparata a Jena. Influenzato dal pensiero di Goethe e dalla filosofia idealistica di Hegel, viene considerato un evoluzionista ma non un darwiniano.
Ripercorre il pensiero scientifico di Lamarck, sull’evoluzione dei viventi; entusiasta dell’opera di Darwin sull’origine delle specie, considera però di secondaria importanza la selezione naturale, sostenendo come Lamarck, che fossero le variazioni ambientali, le responsabili dell’evoluzione biologica.
A lui si deve la “legge di ricapitolazione”, secondo la quale, lo sviluppo embrionale (ontogenesi), ricapitola lo sviluppo evolutivo (filogenesi), o più precisamente nello sviluppo embrionale, ad esempio dei mammiferi, si succederebbero: un protozoo, un celenterato, un cordato, un pesce ed una rana. Nel 1874 a commento della sua teoria disse: “questo è il filo di Arianna, solo col suo aiuto possiamo trovare un processo intelligibile attraverso il complicato labirinto delle forme.”
Però già all’inizio del XX secolo i biologi mostrarono che non esisteva nessuna corrispondenza tra ontogenesi e filogenesi.
(*) Tutto il punto 10 relativo a Von Baer , è una citazione da: “Il tao della biologia – saggio sulla comparsa dell’uomo” di Giuseppe Sermonti – Lindau Editore 2007 – Pagg. 57 – 60.
http://www.metamorfosialiene.com/2010/01/22/parte-seconda-le-scienze-naturali-prima-e-durante-lepoca-di-darwin/
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