Il fatto è avvenuto nel nord della Spagna: utilizzando le moderne tecniche di analisi è stato scoperto che le fratture sono state prodotte da due colpi
di Paolo Virtuani
L’omicidio è avvenuto 430 mila anni fa. Lo hanno scoperto un gruppo di ricercatori analizzando i resti di 28 individui rinvenuti negli ultimi vent’anni nella grotta Sima de los Huesos, i dati sono stati pubblicati sulla rivista Plos One http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0126589 . In particolare gli scienziati sono stati attratti dal Cranio 17, composto da 52 frammenti di ossa craniali. Il teschio presenta due evidenti lesioni nell’osso frontale proprio sopra l’arcata sopraciliare. Utilizzando le moderne tecniche di analisi utilizzate dai criminologi si è stati in grado di stabilire che le fratture sono state prodotte da due colpi distinti provocati dallo stesso oggetto.
Secondo gli autori dello studio non è possibile che le ferite possano essere state causate da una caduta accidentale nella grotta (Sima de los Huesos è accessibile solo attraverso un pozzo verticale alto 13 metri, come siano arrivati laggiù i 28 corpi rimane tuttora un mistero
). Tutto lascia ritenere quindi che le ferite siano state volute e che quindi il Cranio 17 rappresenti la prova del più antico omicidio della storia, avvenuto nel Pleistocene medio. Qualcuno ha poi buttato il suo corpo nel pozzo e Sima de los Huesos, perciò potrebbe essere il sito di uno dei più antichi cimiteri della storia umana, dove vennero sepolti i corpi di diverse specie del genere Homo (Homo heidelbergensis e altri), ma non Homo sapiens (cioè noi) che comparve molto più tardi
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