Questo impianto sociale è strutturalmente peggio di quello descritto nel distopico
romanzo orwelliano 1984. All'attuale sistema non frega assolutamente nulla se tu sei
cosciente o meno di certi abomini, se pubblichi libri al riguardo o se commetti
“psicoreati”. Tanto dovrai passare sempre per dove dicono loro se vorrai
minimamente assicurarti sopravvivenza, visto che ormai hanno plasmato proprio un
tipo di “cultura” a cui tutti aderiscono fin dalla nascita. È molto più potente e subdolo
di qualsiasi altra forma totalitaria precedente.
Tra l'altro potrai dire quello che ti pare,
ma nessuno comunque coglierà veramente il significato o le intenzioni, dato che è
stato programmato per notare/interpretare solo in un certo modo ed è costantemente
distratto (vedere in proposito: David Icke sul controllo mentale
https://www.youtube.com/watch?v=SLvMYUNhT-Q ; George Orwell, 1984, pag. 85
tutta.)
Eppure la via d'uscita c'è, anche se è molto faticosa, e richiede una fermezza d'animo
ai limiti del sovrannaturale. Bisogna imparare a conservarsi, a serbare le proprie
preziose consapevolezze fino a “percorso terminato”, senza lasciarsi corrompere mai
del tutto sia fisicamente sia mentalmente sia spiritualmente da questa gabbia
d'acciaio, lasciando sempre funzionante la modalità “ripristino” di cui il nostro
evolutissimo organismo è dotato. In tal modo si arriverebbe al punto di ottenere ruoli
di prestigio (col massimo potere decisionale, che è quello di cui abbiamo bisogno). A
quel livello infatti, secondo gli standard del NWO, ormai dovresti aver perso la tua
forza vitale, la tua personalità, le tue idee e le tue convinzioni di poter aspirare a
qualcosa di alternativo all'imperativo “ora et labora” dello schiavistico sistema tecno
capitalista attuale. Una volta lì (o anche prima), iniziare a organizzare una serie di
azioni strategiche da cui far partire focolari (che decidano in organizzazioni segrete,
ad esempio) virtuosi che pian piano, proprio come la massoneria fa oggi ma con scopi
pervertiti, comincino a poter giocare la propria partita in questo mondo. Ma prima
bisogna ottenere il posto a sedere di fronte a chi già può giocare e però gioca a favore
delle lobby, data la programmazione predetta, per poter minimamente presumere di
poterlo affrontare. Infondo è così che funziona questa struttura sociale. Questa giostra
infernale funziona proprio grazie ai programmati puppets che ormai sono stati
“premiati” dal papi con ruoli di potere.
Bisognerebbe ottenere tali ruoli, mantenendo
però (cosa che mi sono accorto essere davvero complessa) il ricordo dell'input
originario, la memoria del perché si aveva cominciato e del perché si è voluto
giungere fin lì, senza mai lasciarsi sviare, distrarre, ipnotizzare da nessuno (chiunque
egli sia). Cosa darebbe forza e renderebbe possibile una simile impresa? È qualcosa
che non si può spiegare tramite questo foglio virtuale, ma che ognuno di noi ha
dentro di sé: l'amore (pag. 115, 1984, Orwell: “La vista delle parole Ti amo aveva
fatto rinascere in lui il desiderio di vivere e perciò correre rischi su faccende di poca
importanza gli era subito parso futile.”), e, aggiungerei, il melarismo.
Tutti i “premiati” finiscono per dimenticare. Anche noi “agiati” viviamo nella
costante dimenticanza di tutti quelli che oggi soffrono la fame, e facciamo spesso o
sempre finta di niente. Tanto c'è la tv ( il nostro teleschermo) che ci distrae, insieme a
infiniti altri jest (vedere a proposito l'opera letteraria moderna Infinite Jest, D.F.
Wallace), e la nostra intera routine quotidiana a tenerci all'oscuro da noi medesimi.
“Ricordati chi sei” sia dunque il nostro imperativo categorico.
Osserviamo infine sempre con cura i nostri genitori, senza essere affettati nei
giudizi, perché probabilmente potrebbero aver fatto lo stesso nostro identico
ragionamento in passato anche se ora non lo ricordano più e quindi, in quanto esseri
umani, hanno fallito. Accostiamoci a loro, e facciamogli tornare la memoria.
Bisogna imparare a saper gestire la dicotomia “homo laboriosus”/ “homo sapiens
sapiens”, sapendosi esorcizzare via via lungo il percorso. Se si acquisisce (col tempo)
tale competenza, allora si può sperare di avere qualche possibilità di successo, che
viceversa non c'è mai, perché vuoi o non vuoi questo ambiente tossico e malsano ti
condiziona fino al midollo, tutti i giorni (o quasi).
Il rischio, relativamente a quanto detto, c'è, ed è evidente: quello di incattivirsi. Può
succedere a periodi, ma col tempo (specialmente se si è disintossicati e con la dieta
ideale alla nostra specie, come minimo il fruttarismo) non deve più succedere e non
succederà più, perché inevitabilmente si ritornerà sui nostri originari passi, visto che
la natura ci ricorda sempre cos'è la felicità e cosa è veramente importante, e Babilonia
invece tende a farcelo dimenticare. Basta, dunque, quando ci si sente perduti,
allontanarsi dall'oscura “selva”, e impugnare lo strumento più potente in assoluto per
ristabilire la connessione con l'intero universo (e quindi con noi stessi, spiegando
anche meglio così cosa intendevo per esorcismo): la mela rossa Stark.
Oggi, scrivendo questo, mi sono ricordato perché voglio bene a mio padre. E della
sua saggezza nascosta. E della nostra simiglianza almeno in una cosa.
L'errore che si può commettere è quello di soffocare la vita, invece si può benissimo
vivere in modo appassionato la prigionia, proprio come fa il personaggio
immaginario Winston Smith di 1984, o come fa (o ha fatto) la persona esistente sotto
lo pseudonimo di John Smith nel caso del P3M http://specieumanaprogetto3m-nuovaedizione.blogspot.it/ , grazie all'amore.
Si può essere furbi senza essere cattivi. È complicato, ma è fondamentale.
Gianluca Aprile
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