La misura ha l’obiettivo di ridurre l’evasione e scovare gli Isee non veritieri
Fino a ieri veniva comunicato soltanto il saldo all’inizio e alla fine dell’anno
di Isidoro Trovato
Se non è una mossa da «grande fratello», è qualcosa che gli somiglia molto. Dal 30 giugno il Fisco potrà controllare quotidianamente i conti correnti dei contribuenti. La novità è stata inserita nella legge di Stabilità appena varata ed è diventata operativa con un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate. La giacenza media dei nostri depositi confluirà nella Superanagrafe dei conti correnti: i primi dati che arriveranno sono quelli relativi al 2014. Il provvedimento prevede che dovranno essere direttamente le banche e i vari uffici postali a trasmettere al Fisco il valore della giacenza media dei correntisti. Forse però andrebbe spiegato meglio il significato di giacenza media: dall’Agenzia delle entrate fanno sapere che si tratta dell’importo medio del conto rapportato a un anno. In pratica per ottenere il valore, bisogna dividere la somma dei saldi giornalieri per 365, indipendentemente dal numero di giorni in cui il deposito risulta attivo.
L’inganno del riempi-e-svuota
Quest’ultimo è un passaggio chiave del meccanismo: già adesso infatti sono obbligatori una serie di adempimenti con cui il correntista comunica il saldo contabile a inizio e fine anno,
l’importo totale degli accrediti effettuati e quello degli addebiti dell’intero anno. Senza dimenticare che attualmente, se si apre un conto durante l’anno, andrà comunicato il saldo iniziale all’apertura mentre se il conto è stato chiuso andrà comunicato il saldo finale. Con la giacenza dei conti correnti però il Fisco effettua un salto di qualità: l’analisi costante del conto e il valore medio del deposito eviteranno possibili «giochi» di riempi-e -svuota che avrebbero potuto eludere una «marcatura» più stretta da parte dell’Agenzia. Così invece i dati confluiranno tutti in un database e dall’incrocio con i dati reddituali saranno elaborate liste di contribuenti con maggiori anomalie su cui le Entrate condurranno approfondimenti per verificare se si tratta di evasione.
Sulla scia dello spesometro
L’obiettivo primario di questa operazione legata alla giacenza media, sostengono all’Agenzia, sono i controlli sull’Isee (indicatore della situazione economica equivalente), lo strumento di valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni sociali agevolate (borse di studio per i figli, esenzioni sanitarie o sgravi sulle rette scolastiche). Scopo del Fisco è arrivare a smascherare i soggetti che «barano» sulla propria ricchezza familiare e che, dichiarando molto di meno di quanto in realtà possiedono, accedono a prestazioni sociali agevolate cui non avrebbero diritto.
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