Lo staff rossonero. Da sinistra: Sinisa Mihajlovic, Antonio Bovenzi, Alfredo Magni, Renato Baldi, Emilio De Leo, Vincenzo Manzi e Nenad Sakic
IL MAGO
Antonio Bovenzi, invece, si può definire un fedelissimo del serbo. Il nuovo preparatore atletico rossonero, cresciuto nella Lodigiani,
con un passato importante nella Lazio e quindi nel Torino, ha incrociato la sua strada con Sinisa otto anni fa, dunque ai tempi dell’Inter guidata dal Mancio. Lì nasce il rapporto con Mihajlovic, che poi si consolida visto che Bovenzi segue il tecnico a Bologna, Catania Firenze e persino quando poi Mihajlovic torna in patria a guidare la sua nazionale. Segni particolari: ovunque sia andato, le squadre hanno avuto una percentuale molto bassa di infortuni muscolari.
Poi c’è Renato Baldi, la cui carriera è legata a doppio filo a quella di Emilio De Leo, il vero stratega di Sinisa. Un passo alla volta: Baldi è tornato a lavorare con Mihajlovic l’estate scorsa. Originario di Cava de’ Tirreni come l’ex tattico blucerchiato, i due sono vecchi amici sin dai tempi in cui De Leo lavorava alla Cavese. Baldi prese poi altre strade: Lanciano e Varese con Gautieri, fino all’estate 2014. Segni particolari: invisibile. Alla domenica, però, non cercate Baldi in panchina: lui sta sempre in tribuna, segue la partita dall’alto, e prende appunti che poi diventano materia di studio e di approfondimento per Mihajlovic e De Leo
Emilio De Leo, ex vice allenatore del Banik Ostrava è giovane, ma ha alle spalle una vita calcistica da film. È l’uomo che in panchina durante la partita parla spesso e volentieri con Sinisa per correggere in corsa insieme al tecnico le mosse della squadra.
Vincenzo Manzi, preparatore atletico, romano di nascita, aveva raggiunto Sinisa a Genova meno di un anno fa, ma i due avevano già lavorato insieme a Firenze. Manzi ha un passato anche nel volley e nel basket, ed è l’uomo che nella Samp di Sinisa monitorava via gps i carichi di lavoro del gruppo. Segni particolari: la preparazione 2.0. E in tema di vecchi amici, l’ultimo – che poi sarebbe il primo – si chiama Nenad Sakic: lui non è solo un vice. È la coscienza di Sinisa, è il suo alter ego, è serbo come lui, la faccia buona di Mihajlovic, quella riflessiva, ma è pure un pezzo di storia della Samp, e questo per Mihajlovic vuol dire molto. Segni particolari: la razionalità al potere.
Filippo Grimaldi
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