Washington già al lavoro per stabilire l’entità del colpo. I dati di 4 milioni di persone sono sa rischio. La violazione contro l’Office of personnel management, l’agenzia che raccoglie le informazioni dei dipendenti federali
di GUIDO OLIMPIO
Un attacco hacker profondo, con i dati di 4 milioni di dipendenti federali americani, in servizio o in pensione, a rischio. A lanciarlo - secondo indiscrezioni sui media - “pirati” basati in Cina. L’azione ha coinvolto gli archivi degli uffici che gestiscono il personale e dunque sono stati sottratte informazioni personali, sui profili di carriera e tutto quanto ci può essere nel file di un funzionario o di persone a contratto.
Pochi precedenti
Tra i target vi sarebbe anche il dipartimento che concede il nulla osta a trattare temi sensibili: avendo accesso ai dossier si possono magari scoprire scienziati e funzionari che agiscono protetti da una copertura. Le conseguenze dunque possono avere diramazioni molto più ampie, coinvolgendo dipendenti del Dipartimento di Stato e di ministeri che in qualche modo hanno a che fare con la sicurezza. Una situazione seria sulla quale indaga l’Fbi con l’aiuto delle agenzie di intelligence. Non è un caso se gli esperti parlano di un evento con ben pochi precedenti
. Quanto ai responsabili i sospetti si concentrano, ancora una volta, sugli hacker che agiscono su ordine di Pechino.
Il sistema Einstein
La storia è emersa grazie ad uno scoop del Washington Post e del Wall Street Journal. Sembra che la Casa Bianca volesse rivelare i dettagli nel pomeriggio di venerdì ma la fuga di notizia l’ha battuta sul tempo. E’ probabile che l’operazione hacker risalga alla fine dell’anno, anche se le autorità Usa se ne sarebbero accorte ad aprile, avendo poi la certezza del colpo subito il mese dopo. Una manovra individuata da un sistema, noto come Einstein, creato proprio per scoprire le attività delle “cyber spie”
L’intelligence statunitense ha più volte messo in guardia sulla minaccia rappresentata dagli hacker di Paesi rivali. Cina, Russia, Corea del Nord e Iran hanno creato team agguerriti, capaci di superare il cyber-scudo americano. Gli obiettivi delle loro scorrerie sono informazioni militari ed economiche così come dati personali che sono poi usati dai rispetti servizi segreti. A loro volta gli Usa hanno lanciato offensive su vasta scala: pochi giorni fa è stato rivelato che gli americani avrebbero cercato di sabotare - senza riuscirvi - i programmi nucleari nord coreani usando il virus Stuxnet, lo stesso usato per colpire i siti atomici iraniani.
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