domenica 19 luglio 2015

Veronesi: la marijuana è nociva ma lo spaccio mafioso di più

In Colorado La legalizzazione della cannabis non ha aumentato il consumo e ha ridotto i crimini New York Times Il giornale nel 2014 ha cambiato la sua linea editoriale favorevole alla proibizione

di Umberto Veronesi (Direttore scientifico emerito Istituto europeo di oncologia )

Caro direttore, il dibattito sulla liberalizzazione della cannabis deve cambiare rotta e puntare diritto al cuore del problema. La questione non è infatti se la marijuana è dannosa o no per la salute: sicuramente lo è, e si tratta soltanto di stabilire quanto. La discussione in atto nel mondo occidentale è piuttosto: vietare il consumo per legge è efficace per controllare il consumo di sostanze dannose oppure no?
Non dimentichiamo che Benedetto Della Vedova, promotore della proposta di legge sulla liberalizzazione oggi al centro delle polemiche, ha creato l’intergruppo parlamentare che ha lavorato al testo partendo dalla relazione di inizio anno della Direzione nazionale antimafia, che affermava «si ha il dovere di evidenziare che, nonostante il massimo sforzo profuso dal sistema nel contrasto alla diffusione dei cannabinoidi, si registra il totale fallimento dell’azione repressiva». Tutto è nato quindi dalla crisi del proibizionismo e su questo tema la politica deve prendere posizione. Arenarsi sul fatto che la droga sia un male è inutile al fine della risoluzione del problema.

Il proibizionismo aumenta la criminalità

Il nostro Parlamento non è solo e isolato, come accennavo, nell’affrontare questo tema e i dati disponibili sono coerenti nel confermare che il proibizionismo non diminuisce il consumo di cannabis e aumenta la criminalità che ne controlla il mercato. Abbiamo anche l’esempio concreto di cosa succede invece se dal divieto si passa alla liberalizzazione, come è avvenuto nello Stato del Colorado, che nel gennaio 2014 ha autorizzato il consumo di cannabis ad uso ricreativo. Recentemente il Dipartimento di polizia del Colorado ha ufficialmente dichiarato che in un anno il tasso di criminalità è sceso del 5,6 per cento, mentre il consumo non è aumentato. In proporzioni diverse, l’esperienza in questo Stato di oltre 5 milioni di abitanti, ricalca la vicenda nazionale Usa degli anni 20 in tema di alcol, quando il National Prohibition Act fu annullato perché il mercato nero e la criminalità che lo gestiva in toto erano diventati incontrollabili e il tasso di alcolismo rimaneva inalterato nel Paese.

Chi ha liberalizzato
Del resto oggi siamo di fronte a una svolta culturale a livello mondiale. A fine 2013 l’Uruguay è stato il primo Paese al mondo a legalizzare la produzione, distribuzione e vendita della cannabis. A gennaio 2014, subito dopo il Colorado, anche lo Stato di Washington ha liberalizzato la cannabis. A luglio 2014 il New York Times ha preso una posizione decisa a favore della legalizzazione della marijuana, cambiando, con gran coraggio, la sua linea da sempre favorevole alla proibizione. A novembre 2014 in Oregon, Alaska e California si è tenuto un referendum che ha nell’insieme decretato la fine del proibizionismo.

Il fumo di sigarette
Per non perderci in teorie basta anche riflettere sulla questione del fumo di sigarette. Il tabagismo è riconosciuto fra i più gravi problemi socio sanitari internazionali. Eppure le sigarette non si proibiscono, anzi nel nostro Paese sono Monopolio di Stato.

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