venerdì 7 agosto 2015

IN KENYA LA PRIMA SMART CITY AFRICANA

A sessanta chilometri da Nairobi, in Kenya, è prevista la costruzione della prima smart city africana. 



Konza Technology City, così è stata battezzata la nuova città, destinata ad accogliere oltre 20 mila persone entro il 2015, per arrivare a 100 mila nel 2030. Konza Technology City, diventerà un polo tecnologico all'avanguardia, grazie alla costruzione di centri di ricerca, università, alberghi e abitazioni costruite secondo elevati standard di risparmio energetico ed eco sostenibilità.

L'investimento previsto è di circa 11 miliardi di euro, a capitale misto pubblico-privato. La smart city rinominata “Silicon Savannah” ha lo scopo di creare un polo di attrazione per gli investitori, anche internazionali, e gli sviluppatori in particolare nel settore delle nuove tecnologie, per consentire sul lungo periodo al paese di mettersi in competizione con le nuove economie emergenti di Cina e India.

Il progetto è sicuramente impegnativo ed ambizioso, come gli obiettivi che si prefigge, costruire una città che combini sostenibilità ambientale, eccellenza architettonica e tecnologie all'avanguardia, unendo una qualità della vita eccellente. La costruzione di una città ex novo è sempre affascinante e porta con sé aspettative e sfide interessanti. Ma da un punto di vista della “sostenibilità ambientale” quali sono i rischi e i dubbi che la costruzione di questa smart city comporta?

La proposta attuale di sviluppo di Konza Technology City prevede la perdita di circa 2.000 ettari di savana, habitat e zona di pascolo per la fauna locale.
Per questo è stato intrapreso uno studio di valutazione strategia ambientale e sociale, sulla base delle indicazione fornite dalla NEMA (National Environment Management Authority) e IFC (International Finance Corporation) per valutare l'impatto dovuto all'edificazione della città.

Il sito è attraversato da due corsi d'acqua di una certa importanza, è circondato e ovest ed a est, da un sistema collinare ed è sede di pascolo di diverse specie di erbivori migratori, quali gnu, zebre e antilopi. Lo sviluppo della città, quindi, potrebbe portare ad una perdita di area di pascolo in un corridoio migratorio importante per l'equilibrio dell'ecosistema della regione.

Attualmente, per la prima fase di progetto, si è scelto di creare 30 ettari di parchi urbani e un corridoio per il passaggio della fauna selvatica, di 624 ettari, lungo il confine meridionale del sito per ridurre al minimo l'impatto negativo sugli animali migratori nella regione. Certo questi piani possono essere una soluzione per trovare un equilibrio per la coesistenza tra uomo e natura.

Ma rimane sempre aperta la questione se sia opportuno e realmente sostenibile realizzare una città consumando ancora una risorsa oggi così preziosa come il suolo, compromettendo l'equilibrio di importanti eco sistemi, soprattutto se l'obbiettivo è la realizzazione di una “smart city”.



http://www.greenme.it/spazi-verdi/smart-city/1395-in-kenya-la-prima-smart-city-africana

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