lunedì 12 ottobre 2015

Come funziona la 'trasparenza' dei sindaci?

Ciascun primo cittadino ha il suo modo di applicare la normativa nazionale che impone a tutte le amministrazioni di rendere pubbliche le spese per le missioni dei titolari di cariche politiche, sia elettive che non. Qualche esempio: Palazzo Marino per le spese di missione di Giuliano Pisapia dà solo il dato aggregato: nel 2014 18.867 euro. A Palermo Leoluca Orlando fa l'elenco delle uscite ma non riporta destinazione e data dei viaggi

Trasparenti bisogna essere trasparenti. A ogni sindaco poi la decisione su quanto esserlo, o fare finta di esserlo. I rendiconti delle spese di trasferta pubblicati sui siti dei comuni possono così essere super dettagliati come quelli del M5S Filippo Nogarin, che a Livorno arriva a indicare persino i 90 centesimi spesi per un caffè. Oppure possono riportare solo il totale delle spese sostenute in un anno, come accade per esempio a Milano, Verona e Firenze. Possono essere aggiornati di mese in mese, oppure avere cadenza annuale. Ciascun sindaco, dunque, ha il suo modo di applicare la normativa nazionale che impone a tutte le amministrazioni di rendere pubbliche le spese per le missioni dei titolari di cariche politiche, sia elettive che non. Con una costante: le copie degli scontrini online non li mette nessuno. Eppure è proprio quando si sono controllate una a una le ricevute di Ignazio Marino che è saltata fuori la sua disinvoltura nello strisciare la carta di credito del Campidoglio.

Spese di rappresentanza rendicontate solo a fine anno. Senza fatture in allegato
L’obbligo di rendicontare le spese di viaggio va di pari passo a quello di allegare al bilancio consuntivo l’elenco delle spese di rappresentanza dell’ente, come possono essere un pranzo con un ambasciatore straniero o il necrologio su un quotidiano. In questo caso i comuni hanno minore libertà di scelta, visto che un decreto ministeriale ha adottato uno schema tipo del prospetto da allegare, con una colonna per l’esborso, una per la descrizione dell’oggetto della spesa e una per l’occasione in cui la spesa è stata sostenuta. Tuttavia non c’è uno spazio dedicato ai fornitori o alla data dell’evento. Così capita che a Napoli segnino 42,50 euro di “cialde per macchinette caffè per riunioni a palazzo san Giacomo”, senza che sia dato sapere né quando, né perché, né chi quei caffè se li è bevuti. O che con la stessa approssimazione spieghino una spesa da 1.220 euro solo con “acquisto doni di rappresentanza” in occasione di non meglio specificati “incontri istituzionali”. A Milano invece sono più precisi sulle date, senza però arrivare di solito a indicare il fornitore del servizio, come invece avviene a Firenze. Tutti i rendiconti in ogni caso hanno in comune una cosa: non vengono mai accompagnati dalle copie delle fatture. E visto che sono inseriti nel bilancio, arrivano sempre un bel po’ di tempo dopo che le spese sono state sostenute, quando di molti eventi si è già quasi persa memoria ed è più difficile accorgersi di eventuali magagne.

Spese di missione. A ogni sindaco la sua trasparenza, ma sempre senza scontrini
Quando si tratta di trasferte, le vie della trasparenza sono davvero infinite. E molti sindaci preferiscono rivelare solo la somma degli esborsi sostenuti in tutto l’anno, rendendo così impossibile sapere quanto abbiano speso in ogni missione. Tanto più che di scontrini e ricevute non ne viene allegato mezzo. Ecco cosa si può sapere sui viaggi di servizio dai siti dei comuni.

Milano – La sezione “amministrazione trasparente” di Palazzo Marino per le spese di missione di Giuliano Pisapia dà solo il dato aggregato: nel 2014 18.867 euro. Somma a cui non si capisce se vadano aggiunti o meno i 4.873 euro per il viaggio a New York del 12-15 ottobre per promuovere Expo, rendicontato a parte tra le spese di rappresentanza. Per quest’anno è riportata la spesa complessiva fino al 31 agosto: 8.822 euro. Il livello di aggiornamento è dunque buono, ma non c’è alcun dettaglio su quali e quanto costose siano state le singole trasferte, New York a parte.

Firenze – Anche per Dario Nardella è disponibile solo il dato aggregato, senza alcun particolare sui singoli viaggi: 4.609 euro nel 2014, mentre per il 2015 il dato è aggiornato fino a fine marzo, con 2.579 euro.

Torino – Va più nel dettaglio Piero Fassino, che come i colleghi Pisapia e Nardella ha rinunciato alla carta di credito del comune. Per il sindaco del capoluogo piemontese è disponibile un file Excel con le date di ogni viaggio, con tanto di destinazione e costo totale della trasferta. In tutto nel 2014 i rimborsi arrivano a 7.780 euro. Nessun dato parziale è invece fornito per il 2015.

Livorno – M5S Filippo Nogarin pubblica rendiconti mensili in cui sono registrate sia le spese anticipate dal sindaco che quelle addebitate sulla carta di credito del comune. Tutto viene indicato nei minimi particolari: dagli 0,90 euro per un caffè bevuto a Roma ai 130,50 euro spesi al Colonna Palace Hotel durante un’altra trasferta nella capitale. Online anche il dettaglio dei costi per treni e taxi, o il rimborso chilometrico per ogni spostamento sostenuto con la sua auto personale. Ultima tabella disponibile quella di giugno, per una spesa mensile di 702 euro. Tra i costi rendicontati ce n’è uno che sta suscitando polemiche: i 128 euro spesi il 29 giugno 2014 per raggiungere Arezzo, dove era in programma anche un Meetup del M5S. Un rimborso servito “per andare a un Meetup regionale ad Arezzo, 128 euro pagati dai cittadini, rimborsi non dovuti ma richiesti e presi. Dimissioni e tutti a casa”, attacca l’ex grillino e neoconsigliere comunale, Marco Valiani. Era in viaggio per “necessità istituzionali ed impegni politici”, risponde Nogarin su Facebook, quindi “mi è capitato di dare appuntamento ‘on the road’ anche durante incontri come quello di Arezzo”.

Parma – Nell’altro capoluogo amministrato dai Cinquestelle, le spese per i viaggi di servizio del sindaco Federico Pizzarotti sono riportate mese per mese insieme a quelle degli assessori. Buono il grado di aggiornamento, visto che l’ultima tabella è di settembre, ma le singole voci di spesa non riportano né la destinazione, né lo scopo della trasferta.

Verona – Nessun dettaglio, ma solo il dato aggregato per Flavio Tosi, che nel 2014 ha speso in missioni e rimborsi chilometrici 3.993 euro. Non disponibile alcun dato parziale per il 2015.

Venezia – Anche in riva alla Laguna il rendiconto viene pubblicato solo ad anno già concluso. Così sui viaggi istituzionali di Luigi Brungaro, eletto da pochi mesi, non si sa ancora nulla. Mentre per il suo predecessore Giorgio Orsoni è riportata solo la spesa complessiva, 19.841 euro nel 2014.

Napoli – Luigi De Magistris mette a disposizione un elenco che dà il costo totale di ogni singolo viaggio. Ma con due problemi. La rendicontazione è ferma ormai da un anno, visto che le ultime voci sono aggiornate al 30 settembre 2014
(6.222 euro per nove mesi). Le trasferte sono poi spesso motivate con un generico “Roma – impegni istituzionali”, che al di là della destinazione dice davvero poco sullo scopo del viaggio.

Palermo – Oscura la modalità con cui ha scelto di rendicontare le sue missioni Leoluca Orlando. Per esserci, un elenco delle spese c’è, ma invece di essere riportate la destinazione e la data del viaggio, sono indicati l’ufficio competente alla liquidazione delle spese, nonché il numero e la data del provvedimento. Difficile capire dove il sindaco sia stato e perché, mentre per avere un totale dei costi bisogna mettere mano alla calcolatrice.

@gigi_gno

hanno collaborato Silvia Bia e David Evangelisti



http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/10/trasparenza-i-sindaci-mettono-online-le-spese-di-rappresentanza-ma-nessuno-pubblica-le-copie-di-scontrini-e-fatture/2113790/

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