martedì 6 ottobre 2015

Milano Ripamonti: il polo delle start up

di Paola D’Amico


Da sito industriale a fabbrica delle start up. Decolla la trasformazione del quartiere Ripamonti. A pochi mesi dall’inaugurazione di Fondazione Prada, nata sulle ceneri della distilleria del brandy Cavallino Rosso, si gettano le fondamenta di Symbiosis, il progetto firmato dallo studio di architettura Citterio & Partners per Beni Stabili, che promette di riqualificare radicalmente l’ex area industriale compresa tra le vie Gargano e Adamello. È un’area immensa, circa 125 mila metri quadrati, che si sviluppa ad Est della via Ripamonti e a Sud dello scalo Porta Romana che è poi anche il nodo su cui scommette la proprietà, cioè l’imminente e non più rinviabile sviluppo di un’altra grande area dismessa, quella ferroviaria. 
A giorni arriveranno le ruspe oltre quei muri di cinta, che delimitano il primo lotto e lo scorso maggio erano stati colorati in verde e blu e tappezzati dalla scritta «Symbiosis Working for Smart». Scaveranno le fondamenta del primo di undici edifici pensati per la riconversione del quartiere. Le altre due parole chiave sono «riqualificazione e ricucitura», perché questi ettari di terra fino ad oggi apparivano come una ferita non rimarginata in una periferia che dista solo 15 minuti di tram dal Duomo. Beni Stabili è proprietaria dei terreni dal 2007. A rallentare lo sviluppo del progetto di sviluppo è stata la crisi del 2008. Il tempo trascorso è stato utilizzato per bonificare i terreni. 

Bonifiche imponenti. E ripensare il progetto. Qui ora non nascerà residenza ma solo terziario avanzato, sul modello californiano. Spazi intelligenti, proiettati nel futuro, «dedicati ad aziende altrettanto innovative e attente in misura uguale ai valori della produttività e della sostenibilità» spiegano i promotori. In sostanza, qui, a Sud della città, «crescerà la Milano del futuro, che si candida a punto di riferimento dello Smart working». 

L’idea è che questa diventi la nuova cittadella dei giovani che qui vengono per lavorare ma anche vivere. Uffici innovativi, da cui non fuggire la sera. Luoghi capaci di attrarre, con spazi aperti interamente connessi dal wifi. «Smart working» significa autonomia e adattabilità nella scelta degli spazi, negli orari di lavoro e nell’impiego di strumenti vari e tecnologie nasceranno un edificio ed una piazza, per cominciare. Il nocciolo duro di un più ambizioso «Campus direzionale». 
Hanno nomi importanti gli edifici, nomi che richiamano la storia della città: Sforza, Visconti, Borromeo. Alti otto piani, 10 mila metri quadrati di spazi uffici ciascuno, parcheggi interrati. E le facciate che si aprono con immense vetrate alternate ad altre isolanti, idrorepellenti. 

Il campus direzionale nasce in un’area storicamente vivissima e strategica per lo sviluppo economico e umano della città. La vocazione era un tempo industriale e produttiva, c’erano fabbriche e piccole attività artigianali, al Vigentino si regolava il rapporto tra la città e il territorio grazie alla rete scomparsa dei vecchi navigli. Oggi la rigenerazione porterà servizi. Fondazione Prada con il progetto di Rem Koolhass in largo Isarco 2 ha dato impulso al recupero di un patrimonio di archeologia industriale importante. La prima importante campana del nuovo corso, però, era suonata verso la fine degli anni Novanta, quando varie istituzioni scientifiche nazionali avevano scelto un complesso da adattare sempre in via Adamello per la nascita dell’Istituto Firc di oncologia molecolare (Ifom), che oggi ospita 300 scienziati di 25 nazionalità impegnati sulla frontiera del cancro

E sempre qui, dove s’era trasferita Smemoranda, ha messo radici anche la Fondazione Filarete, nel 2008, come centro di eccellenza per la generazione di nuovo sapere e per il trasferimento tecnologico verso le PMI nei campi delle Scienze della Vita, delle Biotecnologie e della Salute. Mentre in via Calabiana ha già preso forma l’omonimo progetto che ha trasformato la vecchia cartiera dove Alessandro Manzoni stampava le sue opere in spazi di comunicazione rivolti a settori economici del futuro, alla moda, al design. Non è un caso che sull’altro lato di via Ripamonti, al civico 88, accanto all’Esselunga,
in un sito occupato un tempo da uno stabilimento Pirelli, il Comune abbia deciso di collocare lo Smart City Lab, incubatore d’impresa, per sostenere progetti imprenditoriali connessi alla smart city . 


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