giovedì 1 ottobre 2015

Poliziotto della digos rapina un supermercato

In passato si era occupato di antiterrorismo facendo parte anche della squadra che arrestò la brigatista Cinzia Banelli

di Marco Gasperetti


LUCCA – Il suo mito era il tenente Colombo, il distratto, trasandato e infallibile investigatore della tv. Vi si era identificato così tanto da intitolargli uno dei suoi libri ed era convinto che un giorno l’avrebbe eguagliato. Perché, dicono i colleghi, lui si sentiva un gradino sopra tutti gli altri, per intuito e intelligenza, per volontà e grinta. Ma stavolta la realtà per il poliziotto Daniele Trubiano, 50 anni, assistente capo della squadra antiterrorismo della Digos di Pisa, scrittore e poeta, uno degli uomini che avevano individuato e arrestato la brigatista poi pentita Cinzia Banelli, è stata più sconvolgente e oscura della fiction. L’hanno bloccato, «il Lama», dopo una rapina a mano armata da 3.990 euro al supermercato Conad di Lucca.

Catturato da due cassieri e da un venditore ambulante senegalese che l'avevano rincorso in strada credendo che la pistola che teneva in pugno fosse un giocattolo. Invece era vera quella Beretta Parabellum d’ordinanza, anche se forse non avrebbe mai potuto sparare perché caricata, per sviare le indagini, con proiettili in dotazioni alle guardie giurate che l’incongruo bandito non sapeva essere incompatibili.

Così l’ineffabile Colombo alla rovescia è finito in manette. «Ho fatto una stronzata», ha detto. Poi silenzio assoluto. Neppure quando un collega di Lucca, che non lo conosceva, ha estratto dal suo portafoglio il tesserino di riconoscimento. «Cristo è un collega, questo è un poliziotto», ha gridato. E sono bastati pochi minuti per confermare quello che nessuno avrebbe voluto sentirsi dire. L’hanno rinchiuso in una cella. «Nel giorno di San Michele Arcangelo patrono della polizia e questa coincidenza ci fa ancora più male», dice il questore di Lucca, Vincenzo Ciarambino. Alla questura di Pisa la notizia è arrivata poco dopo. Ed è stato peggio dell’elettroshock. Qualcuno non voleva crederci. Cosa? Hanno arrestato Daniele? Ha rapinato un supermercato? Ma dai, che cosa è, un altro dei suoi libri? Ma i volti scuri del capo della Digos e del questore hanno immediatamente fatto capire agli agenti che non era un romanzo.

Ma alcuni anni fa qualcosa era successo nella psiche di quel poliziotto «nella media, pronto a fare il poliziotto ma non a strafare», dicono i colleghi. Era dimagrito, s’era fatto crescere i capelli ed aveva iniziato ad assumere atteggiamenti da Serpico. Si era separato dalla moglie dalla quale aveva avuto una figlia ed aveva iniziato una carriera parallela di scrittore. «Un autore di gialli molto collaborativo e alcuni romanzi avevano avuto anche un buon riscontro», dicono alla Medea edizioni di Pavia. In una poesia aveva scritto: m’impegno a cercare qualcosa di buono, nel fondo dell’animo di ogni singolo uomo,
e quel poco che trovo di animo bianco, sparisce del tutto se lo metti nel branco. Quale fosse il branco che aveva fatto diventare nera la sua anima forse Trubiano lo racconterà stamani al gip Riccardo Nerucci che dovrà confermare l’arresto e capire il movente di quel gesto per ora incomprensibile.



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