Un modo di comunicare che impazza tra i giovani: si tratta di pagine su Facebook di università o scuole superiori che rivelano il gossip interno.
Ecco come funziona Spotted (per chi non lo sapesse).
Spotted significa letteralmente “adocchiato” o “avvistato”. L’amministratore apre la pagina Spotted (su Facebook) dedicata alla scuola.
Da lì i ragazzi possono inviare i loro segreti: commenti in genere su ragazzi dell’altro sesso e dichiarazioni. Ma anche critiche o segnalazioni di episodi, in genere, esilaranti.
L’amministratore li riceve, con messaggio privato s’intende, e li pubblica. Coprendo, ovviamente il nome di chi ha inviato la rivelazione.
Quindi il tutto resta anonimo.
Da qui partono commenti, discussioni e scommesse su a chi sia rivolto il messaggio (o da chi provenga).
All’inizio erano pagine divertenti da leggere. E i fortunati, oggetti dei desideri, erano citati al massimo con le iniziali.
Le cose però sono oggi già cambiate: le pagine Spotted vengono utilizzate troppo spesso per insultare tutti (anche i professori). Con commenti pesanti. Facendo nomi e cognomi
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