sabato 6 febbraio 2016

L’avvelenamento dell’ambiente dei motori Diesel: il crimine dei filtri antiparticolato

Il giornale Il Fatto Quotidiano si scopre improvvisamente ecologista. Dopo aver protetto chi ha imbavagliato la ricerca sugli effetti delle polveri sottili ed ultrasottili con un silenzio non proprio degno di lode per chi fa dell’informazione un’attività professionale, ora quel giornale esce con un corposo servizio incentrato sui filtri antiparticolato e, pur nella sua estrema semplificazione (che non è sinonimo di semplicità), illustra tutto sommato correttamente una delle mille e mille situazioni grottesche in cui questa repubblichetta delle banane andate a male si dibatte tra corruzione rampante, indifferenza ed “io speriamo che me la cavo”.

Chi ha la pazienza di seguirmi da anni sa che sul tema io ho scritto parecchie volte e sono anche stato protagonista di un servizio TV de Le Iene con tanto di analisi fatte su campioni di gas di scarico. Chi conosce un po’ di fisica non può non rendersi conto che quei filtri non possono in alcun  modo mitigare l’avvelenamento dell’ambiente indotto dai motori Diesel, e chi (purtroppo ancora troppo pochi) ha nozioni di patologie da polveri sa che bruciare le particelle carboniose prodotte dalla combustione del gasolio non fa altro che liberare le polveri piccolissime che quelle particelle imprigionano. Tutto questo peggiorando di fatto di gran lunga la situazione sanitaria dell’ambiente.

Ma i filtri antiparticolato sono un affare enorme e, allora, non importa se l’aria si avvelena ancora un po’. Business is business e chi fa impresa mica può preoccuparsi della salute.

Anni fa ebbi ad incontrarmi per due volte con personaggi istituzionali diversi che con i filtri mantenevano (legalmente, sia chiaro)  la famiglia. Per questo non avevano la minima intenzione di ammettere l’ovvietà e in ogni circostanza costoro, ben lungi dal contestarmi scienza alla mano, anche perché era chiaro che non ero contestabile (vedi i libri del liceo), si limitarono a strepitare. Poco dopo uscì anche qualche articolo che me ne diceva di tutti i colori pubblicato da una rivista che guarda da sempre con tenerezza tutto quanto è legato all’automobile. Naturalmente mai un accenno a dati scientifici o, comunque, sperimentali, sempre che di esperimenti ci sia bisogno per un prodotto del genere.

Ora Il Fatto Quotidiano racconta di un (per ora solo presunto) caso di corruzione legato all’omologazione di quel prodotto, omologazione che parrebbe essere stata concessa molto graziosamente senza prove. Ma perché meravigliarsi? Io non credo che il Ministero dei trasporti e il Ministero dell’ambiente non dispongano di qualcuno che abbia beneficiato delle lezioni di scuola media superiore e, se nessuno ha fatto notare a chi di dovere che i filtri antiparticolato sono aggeggi a dir poco criticabili, una ragione ci sarà.

Ora le cose se le è prese in carico il procuratore Raffaele Guariniello che ha in mano anche documentazione mia. Non voglio peccare di pessimismo ad oltranza ma temo che tutto finirà a tarallucci e vino e noi quelle polverine ce le ritroveremo sempre di più nell’aria che per forza dobbiamo respirare.

Che fare? Per esempio non comprare più automobili Diesel.


http://www.stefanomontanari.net/sito/blog/2689-filtri-antiparticolati-ci-risiamo.html

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