mercoledì 1 marzo 2017

Prof RUBANO e brevettano tesi di laurea: condannati per furto intelletuale

Ha dovuto aspettare undici anni un’ex-studentessa per ottenere la vittoria completa. Quattro docenti universitari le avevano rubato la scoperta brevettandola a loro nome. Dopo undici anni di battaglia legale e due sentenze a suo favore, la Corte dei Conti ha condannato i quattro professori a pagare l’università (a sua volta condannata a pagare 153 mila euro) per cui studiava la ragazza e lavoravano i professori

 Nel frattempo quella che ormai è un’ex-studentessa è diventata ricercatrice e ha anche cambiato città oltre all’università. Si era laureata alla fine degli Anni 90, nella sua tesi aveva inserito la scoperta dello «scrumble», un composto chimico in grado di individuare la sclerosi multipla e quindi perfetto per un riconoscimento precoce della malattia, un enorme passo avanti nelle possibilità di frenare i suoi effetti

 A coordinare la tesi era stata Anna Maria Papini, direttrice del laboratorio di alta ricerca Peptlab che fa capo all’Università di Firenze. È stata lei, insieme a Francesco Lolli, Paolo Rovero e Mario Chelli - tutti componenti dello stesso laboratorio - a firmare il brevetto per un kit in grado di diagnosticare precocemente la sclerosi multipla. Nel 2001, infatti, hanno protetto quella che hanno mostrato come una loro scoperta brevettata dall’Università di Firenze, il«MS PepKit», un prodotto da ricerca per caratterizzare la patogenesi e indirizzare la miglior terapia della sclerosi multipla.

Nel 2005 la studentessa che rivendicava la titolarità della scoperta ha avanzato la prima istanza e la richiesta di vedere anche il suo nome inserito insieme con quello degli altri ricercatori. I docenti hanno risposto con un primo no, ribadito anche di fronte alla richiesta di una transazione da 90mila euro. Nel 2012 la sentenza: l’Università condannata a pagare 153mila euro. Decisione confermata anche in appello. L’ateneo non ha fatto ricorso in Cassazione e ha risarcito l’autrice della scoperta ma la Corte dei Conti ha ora deciso che a pagare dovranno essere anche i professori
«La pervicace opposizione alle istanze e alle proposte avanzate conferiscono una connotazione di irragionevolezza alle decisioni prese» scrive la Corte dei Conti «smentite dalle perizie e dalle risultanti di ben due gradi di giudizio

Né può sottacersi, peraltro, l’apporto causale dato all’evento dannoso dall’amministrazione danneggiata, cioè l’università degli studi di Firenze, che evidentemente ha condiviso le scelte adottate nel contenzioso instauratosi con la ricercatrice. Ne consegue che (...) le somme richieste ai convenuti vanno ridotte della misura di un quinto».

«Non posso commentare una decisione che ancora non ci è stata notificata - commenta Luigi Dei, rettore dell’Università di Firenze - Posso però dire che abbiamo sempre rispettato le sentenze e proceduto a fare quello che ci era stato chiesto. Ma in questi anni non siamo stati fermi, abbiamo operato per evitare che si ripetano casi simili adottando un regolamento di tutela della proprietà intellettuale dei nostri ricercatori per individuare con chiarezza gli autori delle opere dell’ingegno»

http://www.lastampa.it/2016/11/10/italia/cronache/le-scippano-la-scoperta-condannati-quattro-prof-AeS3oyQv6LyntWU2dUjHOP/pagina.html

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