C'È CHI ha tirato in ballo la propaganda russa, le armate digitali del Cremlino che sarebbero pronte ad aiutare i ribelli della Catalogna per disarticolare l'Europa e spargere caos politico, ma l'appoggio di Julian Assange al referedum catalano non sorprende chi conosce le sue idee politiche
Da sempre il fondatore di WikiLeaks tende a essere a favore dei governi locali, che vede più vicini alla possibilità di realizzare una reale partecipazione democratica, da sempre è un sostenitore accanito del diritto all'autodeterminazione dei popoli, da qui il supporto al referendum catalano e a quello dei curdi, come anche all'indipendenza della Scozia
La risposta del governo spagnolo fatta di azioni poliziesche come le manette per gli indipendentisti, il sequestro delle schede elettorali e la chiusura dei siti web sul referendum, non ha fatto che riaccendere una delle passioni mai sopite di Julian Assange: il sogno di usare la potenza della Rete, la sua velocità e la difficoltà di azzittirla per bypassare la censura governativa e liberare l'informazione e l'azione politica
È la visione che lo ha portato a creare WikiLeaks. E Assange, che conosce internet come pochi, sa bene che bypassare la censura in realtà come l'Europa non è difficile. Non a caso una delle prime azioni concrete che ha messo in piedi è stato creare un mirror del sito sul referendum catalano, ovvero un "sito specchio" che ripropone i contenuti che il governo spagnolo vuole far sparire
Quello che viene censurato da una parte, sbuca di nuovo dall'altra, secondo la più classica delle tecniche usate da WikiLeaks fin dal 2008, quando si trovò a fronteggiare una potente banca privata svizzera, la Julius Baer, che aveva chiesto a un giudice di rimuovere i documenti su presunte operazioni di riciclaggio fatte emergere dai documenti rivelati da WikiLeaks sulla filiale della Julius Baer alle isole Cayman
"La prima guerra mondiale della Rete è iniziata, in Catalonia, con la gente e il governo locale che cerca di usare la Rete per organizzare un referendum sull'indipendenza da tenersi domenica e i servizi di intelligence spagnoli che attaccano, censurano i link, occupano gli edifici delle compagnie telefoniche, chiudono centinaia di siti e protocolli internet", ha twittato ieri il fondatore di WikiLeaks
E questo è Assange al 100 percento, come è puro Assange quello che twitta una vera e propria chiamata alle armi: "Ai nostri sostenitori e agli esperti di tecnologia, ovunque si trovino, per aiutarci a denunciare e ad aggirare la censura della Guardia Civil e dell'intelligence spagnola Cni per zittire illegalmente la stampa, i cittadini votanti e il governo della Catalogna"
Qualcosa di simile potrebbe essere accaduto anche durante la Primavera araba, quando i regimi africani cercarono in ogni modo di fermare il diluvio di informazioni devastanti che emergevano dai cablo della diplomazia Usa pubblicati da WikiLeaks e che esponevano senza pietà la corruzione di dittature come quella in Tunisia: da una parte i dittatori cercavano di impedire che i loro cittadini leggessero quelle rivelazioni, dall'altra WikiLeaks e tutto un team di supporter, maghi di internet, esperti di crittografia, cercavano di aggirare la censura, sfruttando ogni buco della Rete.
È possibile che, come accaduto con la pubblicazione delle email del Partito democratico americano, il supporto aperto al referendum catalano riaccenda tensioni con il governo dell'Ecuador del presidente neoeletto Lenin Moreno, che fin dalla sua elezione ha invitato Julian Assange a non interferire con la politica dell'Ecuador e dei paesi con cui la nazione ha rapporti
In più di un'occasione, il fondatore di WikiLeaks ha risposto a Moreno, cosa che è puntualmente accaduta anche con il referendum sulla Catalogna: "Se il presidente Moreno vuole impedirmi di pronunciarmi sugli abusi dei diritti umani in Spagna dovrebbe dirlo apertamente e chiarire su quali basi legal", ha fatto sapere Assange via Twitter
http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/30/news/referendum_catalogna_julian_assange_indipendenza-176952121/
Nessun commento:
Posta un commento