Roma, i pm accusano la prima cittadina: ha detto il falso sulla promozione di Renato Marra. Ma cade il reato di abuso di ufficio anche per la scelta di Romeo a capo della segreteria
Virginia Raggi ha spiegato alle autorità anti-corruzione che il ruolo di Raffaele Marra era «di mera esecuzione, senza interventi nella fase decisionale». I pm non la pensano così
Il destino giudiziario di Virginia Raggi si complica
La procura di Roma per la sindaca ha chiesto il rinvio a giudizio solo per falso ideologico (riguardo alla nomina all’ufficio del turismo di Renato Marra) e non anche per abuso d’ufficio (per la nomina a capo della segreteria politica di Salvatore Romeo)
Secondo i pm Raggi mentì all’autorità anticorruzione del Campidoglio riguardo alla promozione di Renato Marra, fratello di Raffaele, l’ex braccio destro della sindaca
In realtà Marra senior, che era un ufficiale dei vigili urbani, fu promosso prima vice-comandante della polizia municipale (fascia 5) e poi, per non creare imbarazzo, capo del dipartimento turismo del Comune (fascia 3) con un incremento di stipendio pari a 20 mila euro
L’accusa alla Raggi è relativa precisamente alle dichiarazioni fatte all’autorità anticorruzione del Campidoglio, nelle quali il ruolo di Raffaele Marra era stato definito dalla prima cittadina «di mera esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali»
Le prove raccolte dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Francesco Dall’Olio raccontano però un’altra verità
In un messaggio del 14 novembre scorso Raffaele Marra - a proposito dell’aumento dello stipendio del fratello Renato - scrive alla sindaca: «Se lo avessi fatto vice-comandante, la fascia (retributiva, ndr) era la stessa». La Raggi replica: «Vice no. Abbiamo detto che restava dov’era con Adriano». E lui controbatte: «E infatti con Adriano il posto era quello di cui abbiamo sempre parlato»
Si tratta di Adriano Meloni, assessore comunale al Turismo, con il quale appunto Renato Marra sarebbe dovuto andare a lavorare grazie alla nuova nomina (poi revocata). Questa la prova che la nomina fu concordata con l’allora vice-capo di Gabinetto e che quindi la sindaca ha mentito all’autorità anticorruzione del Campidoglio.
Secondo i pm romani però Raggi - difesa dagli avvocati Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori - avrebbe compiuto questo reato senza aggravanti: era cioè inconsapevole dell’aumento di stipendio di Renato
Per i pm, cioè, le dichiarazioni rese dalla prima cittadina non avrebbero avuto come obiettivo quello di coprire un abuso d’ufficio (reato per il quale nei suoi confronti la procura ha chiesto l’archiviazione)
Per abuso d’ufficio, a proposito della nomina del fratello, è stato invece chiesto il rinvio a giudizio per Raffaele Marra (già sotto processo per corruzione)
La Raggi - in un altro messaggio intercettato - si lamenta con l’ex braccio destro Raffaele Marra di non aver capito che il fratello avrebbe guadagnato di più grazie alla nomina
«Mi stai dando del disonesto. Non ti ho mai nascosto nulla. Te l’ho detto, evidentemente non troppe volte. È solo a tua tutela che ha fatto un passo indietro (da vice-comandante dei vigili, ndr). Purtroppo l’onestà non paga», tuonava Raffaele in un altro messaggio inviato alla Raggi che preferiva in quel caso non rispondere.
Ielo e Dall’Olio hanno però chiesto l’archiviazione della Raggi per il reato di abuso d’ufficio riguardo alla nomina (con relativo aumento di stipendio da 39 mila a 110 mila euro poi ridotti a 93 mila) del suo ex capo della segreteria politica, Salvatore Romeo, per il quale pure è stata chiesta l’archiviazione. Secondo i pm romani, dunque, la procedura non è stata corretta, ma seguiva una prassi consolidata e soprattutto manca il dolo. Dietro le famose tre polizze assicurative intestate da Romeo alla Raggi non c’era alcun illecito come afferma anche la memoria difensiva presentata dal legale di Romeo, Riccardo Luponio
http://www.lastampa.it/2017/09/29/italia/politica/nomine-chiesto-il-processo-per-raggi-7cekBfFi4xByidfsJ9by5M/pagina.html
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