mercoledì 3 gennaio 2018

ALLARME ASTENSIONISMO: i GIOVANI fino ai 35 anni NON VOTANO

I sondaggisti: l'astensionismo riguarda anche i trentenni



Chi si occupa di sondaggi per professione non è molto ottimista sulla partecipazione dei giovani alle prossime elezioni politiche

Se poi guardano con la lente di ingrandimento ai giovanissimi, ai quei diciottenni che avranno il diritto a recarsi alle urne per la prima volta, le possibilità di una loro partecipazione si assottiglia ulteriormente

Intanto subito il dato per far capire di che stiamo parlando: il 70% potrebbe non entrare in una cabina elettorale e infischiarsene di esprimere la propria scelta

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non aveva bisogno di conoscere questa percentuale per esprimere, nel suo discorso di fine anno, una sollecitazione ai ragazzi nati nel 1999, a quelli che voteranno per la loro prima volta. Un passaggio delicato, forse quello più sentito perché legato al problema più generale dell’astensionismo crescente in tutte le fasce d’età

Nelle ultime prove elettorali amministrative e regionali il dato della partecipazione è precipitato sotto la soglia del 50%: una soglia psicologica che segna il distacco tra elettori e la politica

«C’è però sempre un rimbalzo alle elezioni politiche», sottolinea Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing. «Al referendum costituzionale del 4 dicembre c’è stato addirittura un colpo di coda con una percentuale di votanti del 70% », aggiunge Fabrizio Masia che guida l’istituto di ricerca EMG Acqua

Ma è il dato sui giovani che abbassa sempre di più la media: tra di loro non ci sono rimbalzi, solo numeri che decrescono

Dice Noto: «Tra i diciotto e i vent’anni solo il 30-35% in genere si reca alle urne»

Un tonfo assoluto se si pensa che tra gli elettori di circa 25 anni le cose non migliorano di molto: siamo al 40%
Percentuale che non si sposta quasi niente anche attorno a trent’anni
«Una fascia d’età - nota Masia - molto più consistente dei nuovi elettori nati nel 1999 ai quali si riferisce il capo dello Stato. Il presidente fa molto bene a puntare l’attenzione suoi giovanissimi, dimostrando una doverosa sensibilità: tuttavia si tratta di alcune migliaia di persone, una percentuale molto bassa dal punto di vista statistico

Il trend astensionistico è invece elevato tra i giovani già in cerca di lavoro. Comunque, ogni tornata elettorale ha una storia a sè. Tra l’altro non si vota da cinque anni e molte cose sono cambiare. Ci sono protagonisti in campo diversi, leader giovani come Di Maio, Salvini e Meloni
Renzi? È la vera incognita tra i giovani. Non c’è dubbio - conclude Masia - che il movimento che attira di più l’attenzione dei giovani è quello dei 5 Stelle»

Poche certezze, scelte emotive: i politici faranno fatica a raggiungere i ragazzi del ’99 e anche i più grandi. Noto sostiene che non è solo una questione di tematiche, alcune delle quali come la sicurezza non interessano ancora certe fasce d’età

«È tutta una questione di mezzi di comunicazione. Non sarà certo la televisione né tantomeno saranno i quotidiani a raggiungerli. Con loro tutto si gioca con i network e non a caso chi li sa usare meglio come i 5 Stelle raggiungono le percentuali maggiori tra i giovani»

Percentuali che Masia quantifica sopra il 40%.  
Nell’ultimo rapporto del Censis tra i fattori ritenuti centrali nell’immaginario collettivo per fasce d’età, i social netwok sono al primo posto tra coloro che hanno tra 14 e i 29 anni
Seguito dal posto fisso e lo smartphone




http://www.lastampa.it/2018/01/02/italia/politica/elezioni-politiche-tra-i-giovani-vince-la-sfiducia-sette-su-dieci-non-andranno-alle-urne-mXdHMIsucgxEEbALvB3ScP/pagina.html

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