La ragazza ha parlato con l'ambasciatore italiano in Pakistan
Era chiusa in casa, privata dei documenti e sorvegliata dai familiari
Costretta ad abortire, ora è in un luogo sicuro
"Grazie, non posso crederci, mi avete trovata
Fatemi tornare subito in Italia"
Scossa, in lacrime, chiusa in casa e sorvegliata a vista dai familiari Farah, la diciannovenne pakistana costretta ad abortire è stata liberata a Islamabad dopo le segnalazioni partite dal fidanzato e dalle compagne di scuola di Verona
La giovane ha parlato così con l'ambasciatore italiano in Pakistan, Stefano Pontecorvo, che subito è andato ad accertarsi delle sue condizioni di salute dopo il blitz della polizia pakistana che l'ha trovata e sottratta alla prigionia alla quale la famiglia l'aveva costretta, dopo averle fatto interrompere con la violenza la gravidanza che, a giugno, l'avrebbe fatta diventare mamma
Fonti diplomatiche confermano. Era tutto vero
Era vero, come avevano raccontato il fidanzato e le compagne di scuola, che Farah a febbraio era stata condotta in Pakistan, con l'inganno, dalla famiglia
È vero che è stata costretta ad abortire con la violenza e contro la sua volontà, vero che era tenuta prigioniera in casa a Islamabad dalla madre e dalla sorelle che le hanno sottratto i documenti
Farah è apparsa molto scossa ma le sue condizioni di salute sono apparase buone.
"Farah è stata rintracciata in Pakistan ed è al sicuro. La Farnesina con l'ambasciata a Islamabad segue il caso da vicino e si adopera per facilitare il ritorno in Italia, a Verona", ha dichiarato il ministro degli Esteri Angelino Alfano con un messaggio su Twitter
In meno di 48 ore, dopo aver appreso dai giornali del caso di Farah, la Farnesina ha messo in moto una serie di passaggi che hanno portato alla liberazione della ragazza
Prima la richiesta di informazioni alla Digos di Verona poi la "sensibilizzazione" delle autorità pakistane, unico spazio diplomatico praticabile visto che la ragazza non è cittadina italiana
L'ambasciatore Pontecorvo ha incontrato il ministro degli Esteri, quello degli Interni, il capo del tribunale di Islamabad, il presidente della commissione del Punjab per i diritti delle donne
Poi l'individuazione della ragazza e l'intervento della polizia di Islamabad che l'ha liberata e portata in un luogo sicuro
La ragazza, 19 anni, aveva fatto avere sue notizie con i messaggi scambiati con le amiche via Whatsapp in cui chiedeva aiuto
Le amiche hanno informato la dirigenza scolastica che a sua volta ha allertato la Digos
Ieri pomeriggio era riuscita a mandare anche un messaggio al fidanzato italiano, padre del bambino di cui è stata costretta a liberarsi
Il fidanzato è di origini colombiane, ma è stato adottato da una famiglia veronese ed è cittadino italiano
La ragazza ha inviato anche a una compagna di classe un messaggio audio in cui ha raccontato di essersi fidata dei genitori tornando in patria e di essere stata tenuta legata per otto ore prima di abortire
Lo scorso anno il padre era stato denunciato per maltrattament e Farah era stata allontanata da casa, ma poi c'era stata una riconciliazione.
La scuola frequentata da Farah aveva cercato in ogni modo di favorire la ragazza anticipando gli esami di maturità per via della gravidanza
Ma a febbraio c'era stata la partenza improvvisa
E la successiva riduzione in prigionia in Pakistan.
"È una bella notizia la sua liberazione, speriamo che possa rientrare al più presto in Italia, soprattutto per riprendere il percorso che aveva iniziato con noi, nel "Progetto Petra" (una struttura protetta contro le violenze di genere, ndr) perché ricercava una libertà non solo fisica, ma anche psicologica, da tanti condizionamenti", ha commentato l'assessore ai Servizi sociali del Comune di Verona, Stefano Bertacco, che ha concluso:
"Per noi nulla è cambiato, siamo pronti a ricominciare da dove aveva terminato"
http://www.repubblica.it/cronaca/2018/05/18/news/liberata_faraha_a_islamabad-196726713/
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