Un appello per annullare la sentenza del Tar del Lazio del 2019, che imponeva allo Stato di adottare una campagna informativa sui rischi per la salute dei cittadini e dell’ambiente provocati dall’uso scorretto del cellulare, è stato presentato al Consiglio di Stato dai ministeri dell’Ambiente, della Salute, dello Sviluppo Economico ( Di Maio) e dell’Istruzione
E poco importa che, il giorno dopo la decisione del Tar, i dicasteri avessero diramato un comunicato stampa in cui annunciavano di recepire con favore la sentenza, «convinti della necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e di promuovere misure di prevenzione»
A poche ore dalla scadenza dei termini di legge, fissati per il 15 aprile, è arrivata l’impugnazione pagata coi soldi dei contribuenti
La causa era stata intentata dallo studio legale Ambrosio e Commodo di Torino per conto dell’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog
«Questo atto d’appello - dichiarano gli avvocati Renato Ambrosio, Stefano Bertone e Luigi Angeletti - tradisce la fiducia che i cittadini avevano riposto nei ministeri quando, il 16 gennaio, subito dopo la sentenza, avevano assicurato una campagna informativa»
I legali, che si preparano a dare battaglia, aggiungono: «vigileremo sugli sviluppi
E faremo un accesso agli atti per verificare a che punto è la preparazione della campagna»
Lo studio torinese aveva deciso di rivolgersi al Tar dopo che il Tribunale civile aveva riconosciuto a un dipendente Telecom, che ha contratto un tumore all’orecchio proprio a causa dell’uso prolungato del cellulare
La vicenda ora è in appello e cause simili sono state intentante anche a Monza e a Firenze
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