giovedì 13 giugno 2019

I magistrati che indagavano sull'attentato Borsellino accusati di depistaggio MAFIOSO..


La procura di Messina ha iscritto nel registro degli indagati l'attuale procuratore aggiunto di Catania Carmelo Petralia e l'avvocato generale dello Stato a Palermo Annamaria Palma
 Entrambi hanno fatto parte del pool di magistrati che ha indagato, sin dalle prime battute, sulla strage di via D'Amelio del 19 luglio 1992 che è costata la vita al giudice Paolo Borsellino e agli uomini della scorta
Nel mirino della procura peloritana vi sono i depistaggi e le false ricostruzioni della strage che avevano portato ad avvolarare le dichiarazioni del "falso" pentito Vincenzo Scarantino
A Petralia e Palma viene contestato il reato di calunnia aggravata dall'avere favorito Cosa Nostra

A entrambi i magistrati ieri è stato notificato l'avviso di accertamenti tecnici irripetibili
 Si tratta dell'ascolto e analisi di alcune cassette contenenti delle dichiarazioni di Vincenzo Scarantino mentre si trovava sotto protezione
 Secondo le accuse Scarintino sarebbe stato costretto, anche con la violenza, a mentire e a fornire una ricostruzione della strage "di comodo"

Un vero e proprio depistaggio su cui i pm di Caltanissetta hanno indagato e poi incriminato tre poliziotti del pool che indagò sulla strage (Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei)

 Nella sentenza si denunciavano anche gravi omissioni relative al coordinamento dell'indagine, costata la condanna all'ergastolo di otto innocenti

 Da qui le approfondite indagini della procura peloritana

Secondo il Procuratore di Messina, Maurizio de Lucia, che coordina l'inchiesta, i due magistrati, in concorso con i tre poliziotti sotto processo a Caltanissetta, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, avrebbero depistato le indagini sulla strage di via D'Amelio

 Un depistaggio che i giudici della sentenza del processo Borsellino quater definirono "clamoroso"

 Ai magistrati è stato notificato dalla Procura di Messina, che indaga in quanto è coinvolto un magistrato in servizio a Catania, un avviso di accertamenti tecnici irripetibili

Nello scorso novembre la Procura di Caltanissetta, che ha istruito il processo per il depistaggio delle indagini sull'attentato, aveva trasmesso una tranche dell'inchiesta ai colleghi messinesi perché accertassero se nella vicenda, ci fossero responsabilità di magistrati

 Così la Procura di Messina ha aperto in un primo tempo un fascicolo di atti relativi, una sorta di attività pre-investigativa sfociata adesso in una inchiesta per calunnia aggravata in concorso per due magistrati, che potrebbero diventare presto tre

Nel documento inviato dai pm di Caltanissetta a Messina si fa riferimento alla sentenza del processo Borsellino quater

 Nelle motivazioni della sentenza i giudici della corte d'assise parlavano di depistaggio delle indagini sull'attentato al magistrato
 Depistaggio su cui i pm di Caltanissetta hanno indagato e poi incriminato tre poliziotti del pool che indagò sull'eccidio, Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei

 Ma nella sentenza si denunciavano anche gravi omissioni nel coordinamento dell'indagine, costata la condanna all'ergastolo di otto innocenti, coordinamento che spettava ai pm dell'epoca

 Tra cui Carmelo Petralia, ora procuratore aggiunto a Catania

"Preferisco non parlare di indagini ancora in corso..." commenta a caldo Fiammetta Borsellino, figlia minore del giudice Paolo Borsellino
 La donna, che ha partecipato a numerose udienze del processo sul depistaggio sulle indagini sulla strage del 19 luglio 1992, dove si è costituita parte civile, più volte ha lamentato il comportamento dei magistrati che indagarono sull'attentato

"Mio padre è stato lasciato solo, sia da vivo che da morto
 C'è stata una responsabilità collettiva da parte di magistrati che nei primi anni dopo la strage - ha sempre ripetuto Fiammetta - hanno sbagliato a Caltanissetta con comportamenti contra legem e che ad oggi non sono mai stati perseguiti né da un punto di vista giudiziario né disciplinare"

Gli accertamenti tecnici irripetibili disposti dalla Procura di Messina che indaga sul depistaggio dell'indagine sulla strage di via D'Amelio e che ha iscritto nel registro degli indagati gli ex pm Palma e Petralia, riguardano le cassette con le intercettazioni delle conversazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino registrate durante il periodo in cui quest'ultimo era sottoposto al programma di protezione

 Secondo l'accusa il pentito, che proprio nelle scorse udienza, è stato ascoltato nel processo a carico dei tre poliziotti, sarebbe stato indotto, dal pool di poliziotti che indagava sull'attentato a mentire sulla strage incolpando persone innocenti

Si tratta di 19 microcassette, cioè supporti magnetici contenenti registrazioni prodotte con vecchie strumentazioni dell'epoca contenenti le parole di Scarantino
 Proprio per questo motivo si farà il prossimo 19 giugno un "accertamento tecnico non ripetibile" al Racis di Roma

L'atto è stato notificato nel pomeriggio ai magistrati indagati e alle parti offese

Al centro del giallo, l’ex capo della squadra mobile di Palermo Arnaldo La Barbera (deceduto nel 2002), lui avrebbe guidato Scarantino
 E per i giudici di Caltanissetta che hanno celebrato l’ultimo troncone del processo Borsellino – quello sui falsi pentiti dell’indagine – "c’è un collegamento tra il depistaggio e l’occultamento dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, sicuramente desumibile dall’identità di uno dei protagonisti di entrambe le vicende"

 La Barbera, dunque..










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