di Giovanni Caprara
Mattone lunare made in Italy, in Sardegna. La Nasa è interessata al brevetto ottenuto all’Università di Cagliari dal professor Giacomo Cao per la produzione di un materiale da costruzione partendo da elementi presenti sulla superficie del nostro satellite naturale come l’ilmenite. Le trattative sono in corso. Oltre a questo la Nasa di Houston sta esaminando un secondo brevetto sempre del professor Cao dedicato all’estrazione di sostanze dall’atmosfera o dal suolo di Marte utili alla sopravvivenza dopo il futuro sbarco. La ricerca frutto del «Progetto Cosmic» da cui sono nati appunto i brevetti, era stata finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana.
Colonie spaziali a «chilometro zero»
«Ogni progetto di insediamento su un altro corpo celeste, come la Nasa sta considerando – nota il professor Cao -, prevede di far ricorso per la vita e le varie attività a elementi esistenti sul luogo per ridurre i carichi e i costi di trasporto dalla Terra
. Gli studi in corso realizzati alla frontiera della chimica rispondono ad un’esigenza ormai concreta e già inserita nei piani delle agenzie spaziali. Per noi, quindi, rappresenta una preziosa opportunità da cogliere». Agli studi avevano partecipato il CRS4, il centro di calcolo di Sardegna Ricerche, il dipartimento energia e trasporti del Cnr, l’Istituto tecnico industriale Enrico Fermi di Cosenza e la società Corem.
Il risultato si inserisce in un’attività di ricerca e innovazione che unisce l’Università e il mondo industriale sardo e che ora trova una culla adeguata allo sviluppo nell’ambito del Distretto Aerospaziale della Sardegna (Dass). Nelle scorse settimane sono entrati nel distretto nuovi soci (ora sono 15) comprendendo società nate come spin off del Crs4 (che fa pure parte del Distretto), ad esempio Karalit attiva nel software, ma anche grandi come Avio SpA leader nella propulsione spaziale. Ora si è aggiunto anche il CIRA, il centro italiano ricerche aerospaziali di Capua. Qui sono collaudati i motori a razzo del nuovo vettore Vega dell’agenzia spaziale europea Esa costruiti appunto da Avio. Il distretto sardo a differenza degli altri cinque distretti nazionali (Lombardia, Puglia, Lazio, Piemonte, Campania) dispone di impianti di sperimentazione: tra queste anche la possibilità di collaudare i droni.
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