giovedì 18 ottobre 2012

IO ME NE FOTTO DELLO SPREAD!




Partiamo dall'ABC: cos'è lo Spread?
Lo Spread che ormai sentite menzionare ai tg o leggete sui giornali di tutti i giorni fa riferimento precisamente al termine "credit spread", ossia il differenziale tra il tasso di rendimento di un titolo e quello di un altro titolo preso come riferimento.
Nel nostro caso il Titolo di Stato preso come riferimento è il Bund Tedesco.
Ma che vuol dire allora spread a 400?
In questo caso 400 esprime i punti percentuali della differenza tra i due rendimenti; ad esempio abbiamo il rendimento sul BTP (italiano) al 10% e il rendimento sul Bund (tedesco) al 6%, ne consegue che lo spread sarà 10-6= 4 punti percentuali, ossia 400 punti base (es.: "spread vola a 400").
Appurato ciò, giorni fa lo Stato italiano, servo dell'oligarchia bancaria, poichè privato del potere di emettere moneta, ha collocato 11 miliardi di BOT a breve scadenza (3 e 12 mesi) in tutta fretta e speranza. Perchè?
Perchè, oltre alle esigenze di spesa pubblica, abbiamo 8,25 miliardi di euro da ripagare alle banche per titoli in scadenza.
Manco a dirlo i tassi di interesse si sono raddoppiati: il Bot a 3 mesi si vende al tasso dell'1,25% (era 0,49% il mese scorso), mentre il Bot a 12 mesi a 2,84% (era 1,40% il mese scorso).
A seguito delle odierne aste abbiamo la Spagna a 416 e l'Italia a 380 di spread rispetto al Bund tedesco (N.B.: un anno fa, per la precisione l'11/04/2011, lo spred Italia-Germania era 122 punti base).
Collocando titoli a breve scadenza, siccome c'è maggiore insicurezza nel futuro, soprattutto parlando di due Paesi come Italia e Spagna con economia stagnanti ed in recessione, lo Stato è costretto ad aumentare il tasso di interesse sui titoli, proprio per rendere Bot e Btp maggiormente "appetibili" per quelle sanguisughe delle banche. Risultato: siamo più indebitati di prima.
Lo spread, però, non serve a capire se la nostra economia stia migliorando o peggiorando.
Lo spread serve solo a capire una cosa: quando esso sale significa che stiamo offrendo dei tassi di interesse sui Titoli di Stato più elevati rispetto a quelli offerti dalla Germania e, quindi, ci stiamo maggiormente indebitando con le banche, provocando un aumento del nostro debito pubblico che alla data in cui scrivo questo articolo ha raggiunto quota di 1.937 miliardi di euro.
A me interesserebbe sapere, invece, se domanda aggregata (AD) o offerta aggregata (AS) del mio Paese aumentino o diminuiscano, poichè esse determinano l'equilibrio economico nei mercati finanziari, dei beni e del lavoro, equilibrio che avverrà in maniera ottimale per cittadini ed imprese solo se saranno realizzate certe condizioni: aumenti dell'offerta di moneta, aumento della spesa pubblica, diminuzione delle tasse, facile accesso a finanziamenti che portano gli imprenditori ad investire e produrre, aumenti di salari e sussidi statali in grado di permettere al lavoratore di accedere ai consumi, favorendo così la produzione e l'imprenditoria, etc. etc. Inutile che i mass-media ci propinino discorso su aumenti o cali dello spread per 50 volte al giorno perchè, come ripeto, esso serve solo a sapere che ci stiamo indebitando con le banche ad una velocità maggiore (quando sale) o minore (quando scende) rispetto alla Germania, niente altro.
La stampa di regime, formata da guitti danzanti alla corte del dittatore, continua inesorabilmente a parlare degli effetti e non delle cause.


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