venerdì 5 dicembre 2014

Capitolo 2 del libro di Cosimo Massaro 'La Moneta di Satana'


Capitolo secondo

Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario.
George Orwell

Nel cuore della notte, sulla statale quasi deserta che da Roma porta a Pisa,un vecchio Cherokee nero, modello 1997 sfreccia a tutta velocità.La notte è serena e contrastante con lo stato d’animo di Alessandro.Mentre guida non riesce a fermare i suoi pensieri e a calmare l’agitazioneche sente dentro.



Alessandro Matus, trentanove anni, archeologo, è un tipo deciso che non passa inosservato. Ritiene che il tempo sia una delle cose più preziose che abbiamo, perché una volta passato non torna più. Dedica buona parte della sua vita alle sue numerose passioni e all’impegno sociale, però,questa volta il suo interesse verso la conoscenza dei misteri della storia,gli ha recato grossi guai.Non avrebbe mai immaginato che il destino sarebbe stato così crudele con lui! Sapeva cosa stava facendo. Sapeva che l’inchiesta che stavano portando avanti era molto pericolosa, ma, combattivo come sempre, ne fu entusiasta quando Enrico gli propose di collaborare. Ciò che aveva unito i due in questa avventura era stata la passione per la verità.
Volevano smascherare e portare a conoscenza della gente uno dei più grossi segreti della storia. Enrico lo aveva avvisato delle pressioni che avrebbero ricevuto per ostacolare il loro lavoro, ma insieme, nonostante le difficoltà e le minacce, decisero comunque di proseguire l’inchiesta senza farsi intimorire. Anzi, per Alessandro le intimidazioni erano uno stimolo ad andare avanti. La cosa lo entusiasmava. Fino a poco tempo prima si era limitato solo alla scoperta della verità, oggi invece lavorava per divulgarla. Si sentiva come un guerriero, impegnato a portare avanti il suo obiettivo. Voleva, tramite le potenzialità mediatiche di Enrico, far conoscere quel meccanismo diabolico utilizzato per soggiogare gli uomini su tutta la terra.
Negli ultimi secoli era stata creata una nuova forma di schiavitù, in cui lo schiavo non era consapevole di essere tale. Una élite di uomini, di generazione in generazione, passandosi il testimone,aveva messo in piedi un sistema perverso per dominare il mondo. Questa élite, però, oggi rischiava un duro colpo, quindi aveva deciso di passare al contrattacco. Quello che era accaduto poche ore prima, aveva colto di sorpresa Alessandro, che preso dal panico, alla vista del cadavere di Enrico era scappato via impaurito verso casa e dopo essersi cambiato la camicia sporca di sangue, aveva deciso fuggire da Roma. Le ore sono passate velocemente e il viaggio è stato breve. La notte è quasi finita, si vedono spuntare i primi raggi di sole e l’alba annuncia un nuovo giorno. Alessandro ha tentato di chiamare tutta la notte il cellulare di un amico che vive a Pisa, nella speranza di poter essere aiutato. Ormai sono le sette del mattino. Riprova a fare il numero e questa volta il cellulare squilla. Lorenzo risponde con molto piacere al telefono, non sapendo ancora cosa gli si prospetta.
«Ciao Alessandro»...
«Lorenzo mi trovo a Pisa... è successo un casino questa notte, dove sei?»
«Sono a casa, ma cosa è successo?... Come mai sei a Pisa?» domanda incuriosito.
«Aspettami, tra un po’ arrivo e ti spiego tutto».
«Ok».
Passano circa quindici minuti e Alessandro si trova già sotto casa di Lorenzo. Suona al citofono per farsi aprire il portone, sale le scale di corsa e arriva al terzo piano con il fiatone, dove c’è già Lorenzo che lo aspetta sull’uscio di casa. Si salutano con un abbraccio caloroso, era da un bel po’ che non si vedevano, ma quella mattina l’incontro non faceva sperare nulla di felice. Alessandro è sconvolto. Senza perdere tempo, lo fa entrare. I due si accomodano sul divano e Alessandro comincia a raccontargli tutta la storia.
Lorenzo è sconcertato dai fatti di cui è venuto a conoscenza: l’inchiesta su cui stavano lavorando, l’omicidio del giornalista e il suo coinvolgimento.Sembrava il copione di un film, stentava a crederci.Alessandro accende la TV: già tutti i telegiornali, in edizione straordinaria, parlano del caso. Si fanno le ipotesi più azzardate e si mostra già l’identikit del presunto omicida, visto scappare da attendibili testimoni, dal luogo del delitto. Ad Alessandro si gela il sangue nel vedere quell'immagine: il volto del presunto assassino è il suo. I notiziari danno gli inquirenti già sulle sue tracce. Nonostante il carattere forte, questa volta pensa che la faccenda sia più grande di lui. L’unico consiglio che si sente di dargli, è quello di andarsi a costituire e
raccontare tutta la storia, come l’ha raccontata a lui. Alessandro è agitato. Va in cucina apre il frigo e prende qualcosa da bere. Non sa ancora cosa fare, ma il consiglio dell’amico non gli sembra il più adeguato.
«Sicuramente chi ha commesso l’omicidio voleva uccidere anche me a casa di Enrico, altrimenti che senso avrebbe avuto il messaggio lasciato in segreteria?»
«Perché?» chiede Lorenzo.
«Il tono della voce di Enrico... ieri sera era strano, diverso dal solito, lo conosco bene».
«E allora cosa può essere accaduto?»
«Enrico è un tipo tosto, sicuramente ha intuito il piano e ha reagito».
Dopo aver formulato le ultime ipotesi sulla situazione, Alessandro sa di non aver molto tempo, deve muoversi in fretta, se vuole scagionarsi e mettersi al sicuro. Chi ha ucciso Enrico, molto probabilmente, vuole uccidere anche lui. Decide di chiamare Sara. I due si sono conosciuti tempo fa a casa del padre. Alessandro ricorda ancora quando ad un tratto si aprì la porta di casa ed entrò lei, andò dritta dal padre per dargli un bacio affettuoso e poi gli porse la mano per presentarsi. Era rimasto folgorato dalla sua bellezza e dal fascino che emanava, e per tutta la durata della visita di Sara non era riuscito più a lavorare. Alessandro deve risolvere prima un piccolo problema: non ha il suo numero di telefono. Per fortuna ricorda il nome del giornale per cui lavora. Dopo aver fatto una piccola ricerca su internet con Lorenzo, trova il numero
di telefono della redazione.Chiama, e dall’altra parte risponde una segretaria. Alessandro chiede gentilmente di voler parlare urgentemente con la signorina Sara Costa. La segretaria gli comunica che Sara non c’è, e che per motivi personali, non sarà al lavoro per un po’ di giorni. Alessandro cerca di ottenere il numero del cellulare dalla donna, le spiega che ha premura di parlarle, perché ha delle informazioni riservate che la riguardano. Dopo alcune resistenze, Alessandro con il suo modo di fare riesce ad ottenere ciò che vuole. Ringrazia la sua interlocutrice e riattacca il telefono. Non gli resta che telefonare. Deve incontrarla per raccontarle tutto, sperando di essere creduto.
Alessandro conta su di lei per uscire da questa situazione.Deve necessariamente far emergere la verità sulla morte di Enrico e chi meglio di lei potrebbe aiutarlo?


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