giovedì 4 dicembre 2014

La fiction su Giorgio Ambrosoli: l'eroe borghese di cui Andreotti diceva ' Se l'andava cercando..'

Cento minuti di fiction per raccontare la storia di Giorgio Ambrosoli, il commissario liquidatore dell’impero di Michele Sindona, ucciso a Milano l’11 luglio 1979 da un killer pagato dal bancarottiere. Lunedì e martedì sera Rai 1 trasmetterà la miniserie «Qualunque cosa succeda», diretta da Alberto Negrin, che trae titolo e trama dal libro scritto da Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio oggi avvocato e consigliere regionale in Lombardia. «Ma tuo papà, nel film lo fanno parlare?
», ha chiesto a Umberto un vecchio amico di famiglia.

Una domanda che rivela due cose: l’uomo che è stato il nemico numero uno di Sindona era riservatissimo; di conseguenza è difficile credere che una fiction possa rappresentarne la figura, e soprattutto i silenzi. Ma lo stesso Umberto, intervenuto all’anteprima ospitata a Milano dalla Banca d’Italia, sottolinea che è importante sia rinnovata la memoria e ne venga comunicata la verità profonda: l’esattezza dei dettagli può invece cedere qualcosa alla necessità di emozionare e impressionare propria di una fiction rivolta al grande pubblico. E soprattutto ai giovani: non è raro che oggi anche in Università gli studenti pensino che Ambrosoli sia stato un giudice ucciso dalle Brigate Rosse.

Pierfrancesco Favino, nell’interpretare nella miniserie l’«eroe borghese», come nel 1991 Corrado Stajano ha definito il commissario liquidatore, forse non è abbastanza «schivo» ma appare fedele nel riprodurre la figura di un uomo normale che avrebbe voluto dedicarsi per tutta la vita a moglie e figli, ma che da servitore dello Stato di fronte al sistema politico-affaristico-mafioso non cede di un passo.

E per dare al pubblico la misura del mondo «oscuro» con il quale Ambrosoli si trova a combattere in una solitudine che si ripete in altre drammatiche vicende italiane, la miniserie si conclude riproponendo un brano di un’intervista a Giulio Andreotti, grande difensore di Sindona. Dice su Ambrosoli: «Se l’andava cercando». Fine

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